INTERVISTA | Marina Notaro: le atmosfere sonore del sax

Da Vinci Classics ha pubblicato Maschere il disco di esordio di Marina Notaro. Un disco non solo per intenditori, ma per tutti coloro che amano l’avvolgente suono del saxofono. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Marina Notaro per farci raccontare qualcosa di più su di se e la sua musica.

Ciao Marina Notaro e benvenuta tra le pagine del Blog della Musica con le tue note e il tuo sax. Quando ti sei avvicinata a questo strumento?

Ciao! Grazie mille per il caloroso benvenuto e per dedicarmi uno spazio all’interno del vostro Blog.

Ho iniziato a suonare il sax nella banda musicale del mio paese, S. Agata Militello in provincia di Messina. Avevo circa 10 anni e fui spinta a scegliere tra un sax contralto e un clarinetto, perché allora era necessario ampliare queste due sezioni.

Sulla scelta non ho avuto dubbi, e tornassi indietro la rifarei altre mille volte. Ricordo ancora adesso come fosse ieri quando ho iniziato a studiare i primi esercizi, suonavo per interi pomeriggi senza sosta, al punto che arrivavano le telefonate minacciose dei vicini “Adesso basta con questa tromba”! Quindi immagino non sia stato proprio un periodo felice per loro.

Poi ho continuato gli studi al Conservatorio di Palermo con il M° Gaetano Costa per poi trasferirmi a Milano nella classe del M° Daniele Comoglio, dove ho conseguito il diploma e, successivamente, quello di II livello con il massimo dei voti e la lode. Ho frequentato infine anche un biennio presso il Conservatorio Superiore della Svizzera Italiana di Lugano ottenendo il “Master of Arts in Music Pedagogy” nella classe dei M° Frank Schussler e Raphael Camenish. Qui ho avuto l’opportunità di approfondire il repertorio contemporaneo e, parallelamente, di studiare la pedagogia e la didattica del saxofono.

Cosa vuol dire per te suonare il saxofono?

“Non suonare il saxofono, lascia che sia lui a suonare te…”  |Charlie Parker|

Questa famosa citazione, che è una di quelle che preferisco in assoluto, racchiude secondo me tutta l’essenza di questo favoloso strumento.

Ognuno di noi ha bisogno di un mezzo per esprimere la propria arte, che sia il corpo, la voce, la pittura, la scultura, il design, un mezzo elettronico, una macchina fotografica etc…

Il saxofono è il mio mezzo, attraverso il quale esprimo la mia arte musicale, dando voce alle mie emozioni e ai miei sentimenti più profondi. Comunicare ciò che si ha dentro è di vitale importanza, è una necessità dell’essere umano e per me, dunque, suonare il saxofono è una necessità e non riuscirei ad immaginare la mia vita senza farlo.

Il tuo disco d’esordio si manifesta già particolare dal titolo, Maschere, che di questi tempi di mascherine sembra capitare a fagiolo. Come mai hai scelto di chiamarlo così?

Il mio lavoro discografico è incentrato sull’esecuzione di nove brani di nove compositori differenti, ognuno con un proprio background, un proprio linguaggio e un proprio modo di comunicare un messaggio.

L’atto di portare una maschera, fin dalle sue origini,  implica il desiderio di cancellare o nascondere temporaneamente l’individualità umana del soggetto, sostituendola con un personaggio diverso. Il portatore della maschera impersona l’essere raffigurato in essa, e tale rappresentazione equivale a una vera e propria identificazione.

Teatro e Musica, nella storia dell’essere umano, sono sempre andati di pari passo e mi piace pensare che, tra le tante cose che hanno in comune queste due nobili arti, sia l’attore che il musicista svolgono lo stesso identico compito, ossia quello di fungere da tramite tra l’autore/compositore e il pubblico, dando vita alle opere attraverso il corpo/strumento, il tutto coadiuvato dalla sensibilità interpretativa. Ecco il perché della mia scelta: Maschere, in questo senso, è la coesistenza di più identità che trovano nella resa del brano la loro natura.

L’album di Marina Notaro è composto di 9 brani, sei completamente inediti e tre adattamenti. Ascoltandolo sembra frutto di un grande lavoro di ricerca, non soltanto stilistica ma anche sonora. Come è nato questo lavoro?

Il progetto di Maschere è nato dalla voglia di ricercare e sperimentare nuovi orizzonti musicali e dall’esigenza di arricchire la letteratura saxofonistica made in Italy.

I 9 compositori che hanno collaborato alla realizzazione di Maschere, e che ringrazio sempre per questa bellissima opportunità, appartengono al panorama della musica italiana contemporanea e ognuno di essi, oltre ad avere la mia profonda stima, presenta caratteristiche compositive molto interessanti per il mondo saxofonistico, e non solo.

Tramite lo studio di questi brani, tutti molto diversi tra loro, ho avuto l’opportunità di cimentarmi nell’utilizzo di diverse tecniche estese dello strumento in relazione alla scrittura di ognuno dei compositori e, di conseguenza, entrare all’interno della loro macchina creativa, scoprendo, analizzando e interpretando la loro scrittura e il loro messaggio.

Il frutto di questo lavoro, compiuto in sinergia tra me e loro, è la scoperta di nuovi universi sonori che per me, da saxofonista, si rivelano mai banali e molto accattivanti sia dal punto di vista dello studio che dell’esecuzione e dell’interpretazione finale.

Maschere è una sorta di sax solo, con alcuni inserimenti di elettronica sporadici. Preferisci la dimensione solista o di gruppo?

Dipende. Sicuramente il fatto di riuscire a portare avanti dei progetti da solista rappresenta una delle maggiori aspirazioni di ogni musicista, ma allo stesso tempo è sempre molto affascinante e prezioso suonare in gruppo: che sia un’orchestra o un ensemble, fa nascere quella “magia” data dalla collaborazione, dall’intesa e dall’ascolto continuo tra i musicisti. Questo fa scaturire molte altre emozioni e sensazioni positive a cui io non riesco proprio a rinunciare. Le mie esperienze vissute giocano un ruolo fondamentale nel mio amore verso la musica d’insieme, come ad esempio il fatto che io sia nata e cresciuta all’interno di una banda musicale. Quest’ultima è stata il mio primo ambiente di apprendimento musicale e non posso far altro che ribadire l’importanza che ha avuto per la mia formazione.

Quali sono i prossimi progetti artistici di Marina Notaro?

Sicuramente porterò avanti un progetto di ricerca e sperimentazione a cui tengo molto, si chiama OVERLAP ed è una performance audio-visiva installativa. L’idea, frutto di una collaborazione con Matteo Castiglioni,  è quella di unire diverse arti, come la musica strumentale ed elettronica, la visual art e l’installazione sonora. OVERLAP vanta già una pubblicazione su una rivista di divulgazione scientifica del MIT.

Inoltre non abbandonerò di certo le collaborazioni orchestrali e solistiche e in vari ensemble cameristici e magari… un altro progetto discografico… work in Progress!

Ringraziamo Marina Notaro per il suo tempo in compagnia di Blog della Musica. A presto

Ascolta il disco Maschere di Marina Notaro su Spotify

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