INTERVISTA | Martiny: cantautore, chitarrista, batterista mancato

Abbiamo intervistato Martiny, cantautore di Viareggio che canta di serate alcoliche, malinconie estreme e di quei periodi in cui va Tutto Male. Ci ha raccontato di come sia possibile essere sia cinici (ma non troppo) che romantici, del suo disco d’esordio Post Relax e di come avrebbe voluto fare il batterista

A chi dice che Martiny è cinico, cosa rispondi? Si può essere sia cinici che romantici?
Ma in realtà non penso di essere così cinico, o meglio, penso la mia sia una visione abbastanza realistica e disincantata delle cose. Alla fine zero aspettative, zero delusioni. E questo penso sia una cosa applicabile anche al romanticismo, che poi il romanticismo non esiste quasi più e questo lo sappiamo, ma ci sforziamo di trovarlo in ogni cosa per dargli un senso o per giustificare determinate azioni.

Ci spieghi il titolo del disco? Post Relax è il momento in cui dovremmo ascoltarti?
Post Relax è un nome buffo in effetti per un disco, non ti dice quasi nulla di quello che c’è dentro. Però il fatto è questo, forse ho buttato via un po’ troppo tempo nella mia vita quindi magari era il momento di iniziare a impegnarmi in qualcosa. Quindi è un disco che nasce in Post Relax. Quando lo devi ascoltare? Quando sei sotto la doccia, ma anche per fare un pre-serata, alla fine volendo lo balli ma penso ti faccia anche riflettere sulle cazzate che hai fatto durante la giornata. Quindi potenzialmente ogni momento è buono per ascoltarlo.

I tuoi brani parlano sempre della stessa persona? Ci sono anche delle scuse da qualche parte?
In realtà è un collage di varie cose successe nell’arco degli ultimi due anni, situazioni/persone sbagliate al momento giusto. Scuse? No non direi. La parte lesa sono sempre io, è andato tutto male.

Qual è il background musicale di Martiny?
Veramente di tutto, mi piace ascoltare e suonare qualsiasi cosa, dalla trap al jazz. Ho iniziato di recente a studiare Jazz, mi ha preso tantissimo. Perchè alla fine, come dicevano i Beatles, You know that what you eat you are, quindi più roba ascolti e suoni e più hai da dire, è come quando leggi tanti libri, poi impari a esprimerti meglio. Di fondo ho amato tantissimo il blues, ma ho sempre guardato di buon occhio l’indie, avevo una cover band degli arctic monkeys/strokes a 15 anni, trai le tue conclusioni.

Martiny è anche un chitarrista, giusto? Ma se dovessi scegliere un altro strumento?
Si, Martiny è anche un chitarrista, ma lo dico sempre: potessi tornare indietro suonerei la batteria.

Si può fare pop nel 2019 senza usare i synth?
Direi proprio di si, ovviamente da qualche parte ce li devi infilare per forza perchè ammorbidiscono determinate cose, creano dei tappeti sonori che aiutano tantissimo l’ascolto. Però mi pare che da un periodo a questa parte la chitarra stia tornando prepotente in determinate cose.

Ma che poi tu, che genere fai?
Penso che nel 2019 (quasi 2020) parlare di generi sia abbastanza superfluo, cioè secondo me servono giusto per spiegare a chi non ci capisce nulla cosa fai. Quindi ti direi che faccio Pop con un pizzico di Lo-Fi e altre cosine sparse che vanno a completare la cornice sonora.

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