INTERVISTA | Massimo Bigi, il Bigi, debuttante a 62 anni con il disco “Bestemmio e Prego”

Massimo Bigi, detto il Bigi, ha sempre amato la musica ma, solo a 60 anni, 62 per la precisione, ha deciso di pubblicare il suo primo disco, supportato dall’etichetta di Enrico Ruggeri, amico e collega da sempre. Lo abbiamo intervistato in occasione dell’uscita dell’album Bestemmio e Prego (Anyway Music).

Il disco di Massimo Bigi, Bestemmio e Prego, è composto da 10 canzoni cantautoriali dirette e solide, è stato prodotto da Fortu Sacka, realizzato con il contributo della band di Ruggeri allargata a tutti coloro che, ascoltati i brani, hanno deciso di essere della partita, da Andrea Miró a Silvio Capeccia.

Benvenuto Massimo Bigi su Blog della Musica. Il tuo percorso è molto particolare, sei stato spesso dietro le quinte ma coltivando un animo sensibile che ora è stato notato. Volevo farti intanto i complimenti per l’album e poi chiederti cosa provi, ora che hai il tuo disco tra le mani.
Un Album per la mia generazione è qualcosa di fisico, materiale solido, palpabile, non files. Il mio cd emana il profumo del vinile che si riscaldava sul piatto del giradischi sopra il braciere delle valvole. Stringerlo tra le mani è la consapevolezza del “tutto vero”, lo leggo e rileggo come ho sempre fatto con i dischi dei grandi. E’ un po’ lo specchio della propria vicenda musicale.

Quando hai conosciuto Enrico Ruggeri?
Estate ’92, lavoravo come fonico per la stessa agenzia del Rouge, un mio carissimo amico Marco Poggioni era suo tour manager, spesso lo accompagnavo per fargli compagnia, di conseguenza l’incontro con Enrico del quale avevo consumato vari LP. Avevo iniziato ad ascoltare molta musica italiana proprio per conoscenza e fondamento professionale, mi colpì molto la sua proposta musicale.

Quando è nato il titolo Bestemmio e prego? E’ nata prima la canzone o l’idea del titolo dell’album?
Ho iniziato a suonare un riff simile a quello che adesso è la linea del basso, sei del mattino, caffettiera che sbuffa, gatta che ancora sonnecchia. Comincio a canticchiare un na na na sopra il riff che diventa “Bestemmio e prego” prende forma il testo, intanto sono le sette e trenta. Poi la penna del Rouge, in pieno lockdown, porta a termine il tutto.

“Andare via” mi ha molto colpito, parla di una persona che è ancora irrisolta. Credi ci sia un momento nella vita in cui ci si può fermare e godere di quello che si ha o bisogna sempre andare avanti?
Godere di quello che si ha è il modo migliore per andare avanti, non trovi? “Andare Via” mi ha fatto sempre pensare alle riflessioni che facciamo in macchina, mentre si guida dietro i nostri pensieri, senza tempo.

La maggior parte delle tracce di questo disco sono state scritte all’alba nella tua casa immersa nel verde. Ci racconti dove vivi e cosa fai oggi?
Oggi è stata una giornata piovosa, abbiamo assaggiato l’olio nuovo, ripulito la residenza dei nostri dodici gatti, acceso il fuoco, ascoltato il “nuovo” Springsteen uscito ieri, suonato un po’ la chitarra acustica, fatto una passeggiata tra uno scroscio e l’altro….ah, ad un certo punto pensavo a Billy Idol. Stasera stapperemo una bottiglia.

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