INTERVISTA | Max Ferri: Message un disco che fonde jazz, rock e funk

Si intitola Message il disco d’esordio del chitarrista Max Ferri uscito per l’etichetta Ultra Sound Records. Un disco che rappresenta un mix tra jazz, rock e funk, dove non mancano anche composizioni dal carattere più intimo. Completano la formazione William Nicastro al basso, Giorgio di Tullio alla batteria, con la partecipazione degli special guests Marco Scipione al sax, Nicolò Fragile alla tastiera e Tullio Ricci al sax tenore. Max Ferri ci ha raccontato la storia di questo nuovo lavoro discografico

Ciao Max Ferri e bentrovato. Parliamo subito di Message, un disco ricco di contaminazioni tra jazz, rock e funk. Ti va di raccontarci per prima cosa la nascita e la storia del tuo trio?

Certamente! Questo trio l’ho sognato per tanto tempo e si è potuto realizzare solo trovando le persone giuste. È fondamentale questo aspetto perché la formazione del trio è davvero qualcosa di intimo e l’interplay che può nascere tra i musicisti è essenziale per rendere la musica fresca e vitale. Conoscevo già singolarmente Giorgio Di Tullio e William Nicastro ma una sera di qualche anno fa li sentii suonare insieme. Che dire? Un flusso di energia inarrestabile! Linguaggio jazz e furia rock: quello che cercavo!

Dopo il concerto parlammo insieme del mio progetto e da lì nacque tutto. Nelle prime prove e successive gig insieme, si creò l’amalgama che cercavo per rendere omogenee le mie diverse influenze, cioè un sound e una prassi esecutiva personale. La mia soddisfazione più grande è che, grazie ad una felice sessione di registrazione, tutto ciò è finito integralmente nell’album.

Dicevamo che Message è ricco di contaminazioni che spaziano tra il jazz, il rock e il funk. Come fanno a coesistere queste anime in un unico progetto?

In realtà è un fenomeno che definirei naturale, se queste anime fanno parte del tuo background e se non ci si preoccupa troppo delle etichette, intese come definizioni rigide ed inevitabilmente limitanti.

In questo disco ci sono anche degli standard e anche altri brani che avete rivisitato attraverso una vostra personale chiave di lettura. Perché questa scelta?

Beh gli standard jazz sono il terreno d’incontro e di studio per tutti i jazzisti e spontaneamente, a volte, si possono scoprire nuovi modi di suonarli, e poi “Inner Urge” e “Yes or No” sono davvero composizioni superlative… come si dice? Vorrei averle scritte io ! ah ah.

Discorso a parte invece per “Third Stone from the Sun”, brano che per me è stato oggetto di studio e di culto. È davvero sorprendente l’esplorazione timbrica che Hendrix opera sul suo strumento: quel brano è un manifesto Jazz-Rock!

Max Ferri Trio
Max Ferri Trio

A questo punto ti va anche di descriverci brevemente alcuni dei brani che a tuo avviso sono i più importanti in questo disco?

Difficile dire quali siano i più importanti per me, anche perché mi piace sperimentare diversi metodi compositivi che rendono unico ogni brano. Si può dire però che “Message”, “Freud” e “Crispy Funky” condividono una base funk e melodie accattivanti che li rendono i brani più accessibili dell’album, “Mind Trip” è il brano più introverso e sofisticato, “Dance of the Spirits” il più rock con venature progressive e poi c’è Kha-tn, un brano free con delle diciamo “indicazioni” che guidano il flusso sonoro, quest’ ultime dettate da un bellissimo accadimento che mi ha cambiato la vita.

Dal momento che le contaminazioni sono una delle caratteristiche, a nostro avviso fondamentali nel disco, ci vuoi dire anche quali sono i tuoi principali riferimenti musicali?

Perdona la banalità della risposta ma direi tutta la grande musica del ‘900, ti cito però un artista che credo non abbia avuto il giusto riscontro rispetto alla sua caratura musicale: ovvero Allan Holdsworth.

Parliamo anche di te e del tuo percorso artistico: come ti sei avvicinato alla musica jazz e perché hai scelto la strada legata a questo genere così contaminato?

Ho iniziato come tanti ad ascoltare degli artisti influenzati dal jazz addentrandomi pian piano sempre più nel cuore di questa musica. La molla che però mi ha spinto definitivamente verso il jazz è stato l’amore per l’improvvisazione.

Dopo Message hai già in cantiere qualche idea per proseguire con questo progetto?

Ho già alcuni brani quasi pronti ma amo lasciar decantare le idee. Abitualmente appena un brano sta in piedi lo testo subito dal vivo, il feedback del pubblico mi aiuta a valutare le potenzialità di un brano.

Prima di salutarci allora vuoi lasciarci qualche coordinata su dove sarà possibile vedere il tuo trio live?

Il mondo della musica live ha subito un duro colpo dalla pandemia e, a causa di ciò, siamo in ritardo con la chiusura di diverse date. Segnalo comunque il 29/05 presso il comune di Arconate prov. di Milano (Masterclass + Concerto) e il 09/09 presso il “Black Inside” di Lonate Ceppino (Va).

Per i dettagli su queste date e rimanere aggiornati sulle prossime, consiglio di seguirci sui vari social.

Infine per ascoltare l’album è possibile ordinare il cd tramite le nostre pagine web, oppure in streaming sulle più blasonate piattaforme digitali.

Ascolta il disco di Max Ferri su Spotify

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