I Mè, Pèk e Barba, la scena folk italiana e la “musica da osteria” come la definiscono, quella buona, quella che ti piace ascoltare. Eccoli nell’intervista di Blog della Musica
Ciao Mè, Pèk e Barba. Come andiamo? Iniziamo subito. Per i nostri lettori e per chi non vi conosce, una piccola introduzione. Tre parole per definire il vostro progetto.
Niù Folk Band
Ho ascoltato il vostro ultimo lavoro in studio. E quando parlate di “musica da osteria” non posso darvi affatto torto. Non riesco a ben definire questa cosa, ma direi che ci casca a pennello. Il vostro mix tra folk e cantautorato bello fresco crea queste atmosfere rilassate da Bar (in senso buono chiaramente). Cosa ne pensate della scena Folk italiana? Ammesso esista una scena. Spiegateci il vostro mondo musicale.
Sicuramente una scena folk esisteva 15 anni fa quando abbiamo iniziato quasi per gioco a suonare e poco dopo a scrivere canzoni. La scena folk oggi, se si fa riferimento al filone irlandese, purtroppo non può essere di moda, perché esige gruppi abbastanza numerosi e soprattutto nelle piccole città stanno scomparendo pian piano i locali dove potersi esibire.
In questi molti anni di attività, avete mai avuto proposte da etichette discografiche italiane? Chiedo perché, se non sbaglio, lavorate da sempre da autoprodotti. Correggetemi se sbaglio. Oppure è solo una vostra scelta, magari maturata per diversi motivi?
Semplicemente non le abbiamo mai cercate perché non ne abbiamo mai sentito l’esigenza. Nonostante questo in quindici anni di attività abbiamo tanti live alle spalle e abbiamo suonato sopra a palchi che da adolescenti sognavamo come ad esempio quello del Teatro Ariston di Sanremo (per un evento non legato al festival). Tuttavia non se un domani per qualche motivo dovessimo incontrare sulla nostra strada un’etichetta con buoni propositi, potrebbe anche nascere una collaborazione
In quanti siete all’interno del gruppo? Come si affrontano le decisioni in cosi tanti membri? Oppure c’è qualcuno di voi, come solitamente è, che gestisce diciamo le dinamiche di gruppo (“burocrazia”, booking, immagine, distribuzione, promozione…)?
Ad oggi siamo dieci musicisti e il fonico che è parte del gruppo ed è anche il nostro angelo custode. Le dinamiche sono cambiate negli anni, ma la nostra forza è l’essere gruppo non solo sul palco, ma soprattutto fuori. Con la vecchia guardia che a fronte dell’esperienza maturata in questi anni da le dritte, c’è chi si occupa di gestire le date, chi si occupa di organizzare le prove, chi si occupa di gestire i social, chi si occupa di scrivere canzoni e della parte artistica, ecc… questa è la nostra vera forza!
Quali sono i progetti per il futuro? State già cominciando a lavorare per un nuovo album?
Nel 2019 oltre a continuare la promozione di Vincanti, nei live celebreremo con il ritorno di alcune canzoni in scaletta, il cd La Rosa e l’Urtiga che essendo stato pubblicato nel 2009 compie dieci anni! Stanno nascendo anche le idee di un futuro cd previsto in uscita per il 2021, ma abbiamo già chiara la base di partenza, il tema che unirà tutte le canzoni.
Avete avuto modo di collaborare in questi anni con diversi artisti e musicisti (italiani in particolare). Senza togliere niente agli altri, quale è stata secondo voi la collaborazione che più vi ha divertito o che comunque ricordate per qualche motivo particolare? Siamo curiosi
Vi raccontiamo la più emozionante, che fu anche la più inaspettata: nel cd CartaCanta la canzone Il nonno e il suo violino ha il testo ispirato dal racconto “Il violino” di Erri De Luca. Quasi per caso ci trovammo il numero di telefono di Erri, passato da un amico comune. Quando chiamammo, c’era poco segnale e chiese di scrivergli la nostra richiesta via mail, alla sera gli scrivemmo subito chiedendogli una pagina sul rapporto tra musica e scrittura che avremmo utilizzato in apertura al libricino che avrebbe accompagnato il cd e allegammo il testo della canzone da noi scritta.
Eravamo convinti che non avrebbe mai risposto e invece, la mattina seguente alle ore sette c’era già la sua risposta con scritto che sia il progetto che il testo gli piacevano molto e avrebbe scritto la pagina.
La mattina successiva, arrivo la pagina firmata Erri De Luca. La sera stessa avevamo le prove e la leggemmo tutti insieme per la prima volta, era stupenda, ci emozionammo tantissimo!
Mè, Pèk e Barba. Voglio fare un ultimo gioco con voi. Ipotizziamo di essere in un futuro non troppo lontano. Per qualche motivo strano, l’eredità musicale dell’uomo è nelle vostre mani. E dovete scegliere quale disco salvare, uno solo. Abbiamo a disposizione solo Bucolicesimo (Duo Bucolico), Sinatra (Gue Pequeno), Frutto Proibito (Ruggero De I Timidi), Atlantico (Marco Mengoni). A voi la scelta.
Tra tutti, andiamo sul sicuro: VINCANTI dei Mé, Pék e Barba!
Grazie di essere stati con noi di Blog della Musica. Vi auguriamo il meglio. A presto e buona musica.
Grazie a voi!
Info: https://www.facebook.com/mepekebarba