E’ uscito Superstition, primo lavoro pubblicato dai Melty Groove, un giovane trio torinese nato nel 2020, in piena pandemia, dall’incontro tra Alice Costa, cantante blues/gospel, Edoardo Luparello, batterista e Carlo Peluso, tastierista. Li abbiamo incontrati e intervistati. Ecco cosa ci hanno raccontato…
Ciao e tutti e benvenuti sul nostro Blog della Musica. Come sono nati i Melty Groove? Chi fa parte del gruppo?
(Alice) Grazie a te! Questo progetto è nato l’anno scorso, in concomitanza con l’inizio della pandemia. Io ed Edoardo, rispettivamente cantante/bassista e batterista ci siamo conosciuti durante le masterclass gospel di Alberto Marsico, un grande hammondista di fama internazionale. Dopo quell’esperienza abbiamo deciso di far partire un progetto musicale insieme. Dopo l’ingresso di Carlo Peluso nella band, è nato subito un feeling che ci ha spinti a lavorare assieme. Certo, la strada è ancora lunga, ma ci stiamo dando veramente dentro e piano piano i risultati stanno arrivando.
Quanto ha influito la pandemia sulla vostra unione?
(Carlo) Beh la pandemia è stata sicuramente un ostacolo per tanti motivi, soprattutto logistici. Trovarsi a fare le prove era diventato impossibile, ma nonostante questo siamo andati avanti. Durante i mesi di lockdown abbiamo lavorato su alcune cover, come Wonderful Tonight di Eric Clapton e Rolling in the deep di Adele. Questi due brani, riarrangiati a modo nostro, ci hanno permesso di ricevere i primi consensi anche da parte del pubblico e a plasmare il nostro stile.
Quale musica o quale genere proponete?
(Edoardo) Mi piace definirlo “melty” (che in inglese significa “disciolto”) proprio perché il nostro stile è un po’ liquido e si adatta a varie forme musicali. Abbiamo riarrangiato decine di pezzi, tutti molto famosi, in uno stile che contiene elementi di Funk, di blues, di jazz, di gospel e di pop anni ‘80. La nostra formazione è un “power trio” senza chitarra ma con le tastiere: questo tipo di formazione si vede poco in giro fuori dall’ambito jazz.
Avete già avuto occasione di fare live insieme? O ne state pianificando alcuni? Quali sono le cose diverse di oggi quando si parla di live e concerti?
(Alice) Nonostante la pandemia abbiamo già suonato tantissimo live! Siamo riusciti ad esibirci in molti locali piemontesi e a varcare i confini suonando anche in Svizzera, dove torneremo presto. I live sono sempre la parte più bella del nostro progetto.
Cosa piace dei Melty Groove?
(Edoardo) Ci siamo resi conto che la nostra attitudine a divertirci durante i concerti è molto apprezzata. Qualcuno ha detto che le nostre tre diverse personalità emergono proprio quando suoniamo live, creando un equilibrio molto funzionale e divertente sul palco… e di questo siamo molto contenti!

Passiamo al vostro primo singolo: ci raccontate del brano “Superstition”? Un arrangiamento piuttosto originale…
(Carlo) “Superstition” è stato uno dei primissimi brani che abbiamo provato assieme ed anche il primo che abbiamo pubblicato ufficialmente sugli store digitali il 9 Ottobre. L’arrangiamento del pezzo è arrivato quasi per caso, durante una delle nostre jam. Ci piaceva l’idea di “vestire” il brano in modo completamente diverso (ed anche un pò provocatorio). Ci siamo divertiti a togliere l’anima funk della versione originale di Stevie Wonder e inserire la “superstizione” in un contesto sonoro più tribale ed etnico, con riferimenti chiari ai Toto e Michael Jackson.
Seguendo le orme di Alan Parson, che inseriva dei frammenti di interviste nei brani dei Pink Floyd, così anche noi abbiamo completato l’arrangiamento con un inserto vocale di Ungaretti, tratto dal film “Comizi d’amore” del 1965, diretto da Pasolini. Un bellissimo documentario sulle abitudini e i pregiudizi degli italiani durante gli anni del boom economico.
Il videoclip invece a cosa si ispira nel suo concept?
(Alice) Il video non ha uno storytelling, ma ci vede protagonisti in sala prove. E’ stato filmato nello studio DamJam di Torino da Giulia Ramazzina, poi montato da me. Il mix è stato affidato al Ciabot studio di Simone Ferrero, le batterie a Paolo Perotti di Audionauta, il mastering a Giovanni Versari, con la supervisione di Glimmer Management.
State pensando ad un progetto di più ampio respiro, come fare un disco insieme, o la vostra collaborazione si fermerà qui?
(Edoardo) Abbiamo confezionato un EP dal vivo che distribuiremo a partire dal nostro prossimo concerto: si tratta di un demo registrato totalmente live (alla “vecchia maniera”) in occasione di alcuni concerti fatti qui in Piemonte. Per il 2022 abbiamo in serbo la pubblicazione di diversi singoli, alcuni già registrati. Le idee non mancano e speriamo di poterle realizzare tutte. Noi siamo molto carichi!
Avete in cantiere di scrivere musica originale solo vostra?
(Carlo) Si , è un discorso che non abbiamo ancora approfondito, ma l’idea di un futuro di brani inediti è uno dei nostri sogni nel cassetto. Per adesso ci concentriamo sulle cover.
Molti gruppi oggi si formano e si sciolgono con estrema facilità. Come mai secondo voi? Cosa deve esserci di essenziale affinché un gruppo “regga”?
(Alice) Sono convinta che ad oggi ci siano molte difficoltà nell’intrattenere rapporti stabili tra membri della stessa band. Viviamo in un momento storico in cui è facile perdersi in un mare di occasioni, sia per suonare, sia per ascoltare musica. Ma con questo progetto siamo riusciti a trovare un equilibrio bellissimo, nonostante abbiamo background musicali completamente diversi. Ognuno di noi offre il suo contributo al servizio della musica, in maniera costruttiva e speriamo di continuare ancora così per sempre!
Guarda il video di Superstition dei Melty Groove
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