Davide Corneli in arte Mezzalibbra fa il suo esordio con questo primo singolo dal titolo Cometa. Ed è forte la metafora che un poco riprende la tradizione cristiana ma tanto ha di quel romanticismo che vuole vedere nella cometa una rinascita. Blog della Musica l’ha intervistato
E all’amore che arriva da queste liriche di Mezzalibbra possiamo leggerci ogni deriva della vita quotidiana. La bellezza e la semplicità di una scrittura indie-pop si mescola a trame blues con questa voce che in molti istante cerca appunto di colorarsi di quell’America che in fondo, essa stessa ha sempre rappresentato una cometa, un porto a cui approdare per i propri sogni. O almeno questo accadeva nei tardi anni ’80. Ed è anche vero, che nel sangue, Cometa ha dentro di se quei cliché che ereditiamo dal bellissimo pop di una stagione italiana che dovremmo ritornare a considerare.
Partiamo da Mezzalibbra. Perché questo nome? Cosa misura di preciso?
Il nome Mezzalibbra è il soprannome della famiglia di mio padre. Rimanda alle mie origini di campagna, sebbene abbia vissuto sempre in città. Misura esattamente ciò che sono.
“Cometa” è il tuo esordio assoluto. Oggi che anche “il disco” ha smesso di avere senso, quanto conta secondo te lanciare un solo singolo?
Sono dell’idea che ogni obiettivo debba essere conseguito “step by step”, per cui il singolo per adesso servirà per sondare il terreno e per valutare i feedback. Sicuramente buttarsi subito su un disco senza che nessuno sappia chi tu sia è una manovra un po’ azzardata a mio avviso.
L’Italia degli anni ’50 e ’60 andava avanti a singoli che poi magari venivano radunati in full length. Anche tu farai qualcosa di simile?
Molto probabilmente si, ma c’è ancora parecchio lavoro da fare. Devo assemblare bene i brani con la mia band, che approfitto per ringraziare per tutto l’aiuto e il sostegno.
Parliamo di queste tracce “americane” nelle tinte pop del brano. Come mai? Retaggi culturali che provengono da dove?
Le principali fonti dal quale traggo ispirazione sono sicuramente il Soul e il Blues, che cerco di fondere con un po’ di sonorità Rock. Mi piace fondere l’emozione all’energia e cerco di incanalarle per creare un prodotto che esprima qualcosa di vero.
“Cometa” dunque non riconduce alla Natività… questa volta conduce alla forza di vita, a noi stessi… che in fondo le due cose non sono poi così slegate o sbaglio?
Il messaggio che ho voluto trasmettere è un messaggio di forza, coraggio e soprattutto voglia di essere sè stessi nonostante tutto ciò che gli la società impone e nonostante ciò che gli altri vogliono che tu sia. I concetti sono più connessi di quanto pensassi, non ci avevo pensato.
Al lavoro per qualcosa di nuovo a stretto giro?
Per prima cosa bisogna creare il sound giusto con la band, e non sarà un lavoro semplice. Lavorando sodo sicuramente arriverò ad avere qualcosa di concreto tra le mani. Spero il prima possibile.
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