INTERVISTA | MEZZAVERA: suonano i vizi, i grattaceli, una famiglia…

Roma diventa una famiglia in cui stare bene. Ma è tanto altro il senso di intimità che vien fuori da questo esordio fresco e sensibile firmato da Cecilia Spinelli, in arte MEZZAVERA. Primo lavoro dal retrogusto metropolitano e dal titolo Vizi capitali in cui troviamo 7 inediti anticipati in rete dal video di Grattaceli

E dentro a Vizi capitali  di Mezzavera c’è la smisurata semplicità digitale del linguaggio giovane della canzone d’autore di oggi, dove si rintraccia sempre quel senso intimo di protezione da cercare nelle piccole cose, anche quando attorno hai una famiglia gigante come Roma. Un disco che scivola dentro arrangiamenti che non cercano la trasgressione ma si attestano nella personalità coerente di una giovanissima che da buon artista è cosciente delle sue mezze verità. A breve un piccolo tour in Giappone grazie alla sua vittoria del contest Lazio Sound. Ed è solo l’inizio…

A noi piace tantissimo indagare sulla genesi dei nomi e credo che siano domanda anche abbastanza consuete… partiamo dal moniker ti va? Perché Mezzavera?
Mezzavera nasce con l’obiettivo di mescolare il carattere autobiografico delle mie canzoni, dei miei testi con la fantasia e l’immaginazione che compongono l’altra faccia della medaglia quando scrivo un brano. Parto da un’idea, da una storia che spesso è accaduta veramente e poi inizio a fantasticare e disegnare il mio quadro.

E ci piace sempre rintracciare i nomi dentro le immagini. Questo video mi comunica incontro, verità da mostrare con arte… o sbaglio?
Assolutamente. Hai centrato in pieno il punto. Questo video nasce dal desiderio, non la pretesa sia chiaro, di omaggiare l’arte in tutte le sue forme. Purtroppo si tende spesso a dividere in cassetti l’arte e litigare su quale contenga i calzini più belli, dimenticandosi che si fa parte del medesimo armadio, dello stesso grande contenitore. Ogni arte è forma d’espressione, è una lingua diversa che può comunicare lo stesso messaggio. Ecco, questo è quello che ho voluto sperimentare. Cercare, attraverso forme d’arte differenti, di rappresentare lo stesso messaggio per poterne apprezzare la bellezza nella diversità.

A proposito di ballo… cosa significa per te? Visto che è un grande protagonista del video…
Come ti dicevo prima, per me il ballo è un modo di interpretare la musica. Io sono solita farlo con la voce e mi piace tantissimo poter osservare chi lo fa con i movimenti del proprio corpo.

Roma… come ha accolto il tuo esordio? In fondo è una eterna cittadina di provincia o sbaglio?
Roma per me rappresenta casa, rappresenta le mie origini, la mia famiglia; dunque, come vuole la tradizione delle più belle famiglie, mi ha accolto con un sorriso, una pacca sulla spalla, tanta gente e tanto casino.

La musica indie oggi secondo te celebra la qualità o la forma?
Bella domanda. Io credo celebri di più la forma; si sta molto attenti ad uscire dagli schemi pur restando negli schemi, alla ricerca di melodie e modi di cantare che risultano troppo simili tra loro. Si rischia di creare un grande album di figurine tutte uguali, di calciatori mediocri e pochi numeri dieci.

E questi suoni così metropolitani ma sempre attenti alle forme del pop, da dove nascono?
Ho sempre odiato le categorizzazioni. Mi viene chiesto spesso di inserirmi in un genere musicale e la cosa mi crea difficoltà. Faccio musica per potermi esprimere e voglio avere la libertà di farlo nel modo che più mi ispira e mi veste nel momento in cui scrivo un brano. Le etichette rischiano di diventare una schiavitù da cui è difficile sganciarsi. Quindi, per rispondere alla tua domanda, da dove vengono questi suoni? Dalle mie origini e da quello che mi ispirava in quel momento. Chissà, magari in futuro si capovolgerà tutto.

Info: https://www.facebook.com/mezzavera/

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