INTERVISTA | Mikeless: il solitario incedere di gusto

Il nuovo lavoro di Mikeless si intitola Il maniaco. Un disco letteralmente intimo, personale, individuale…

Mikeless, all’anagrafe Michael Fortunati, è un chitarrista, cantante, one man show. Il suo è un pop d’autore davvero interessante, ricco di ispirazione e di belle melodie. Ma la vera arma vincente che ci ha colpiti è proprio ascoltare questo disco e non sentir la mancanza di niente. Abbiamo tutto quello che ci serve: dinamica, gusto, arrangiamento, pathos, sex appeal e quel guizzo che ogni tanto serve a smuovere le attenzioni. Lui da solo con la sua chitarra arricchita da cori e contributi digitali attivati da loop-machine e beatbox rigorosamente a pedale. Come dire: ascoltare per credere. Blog Della Musica non perde un colpo… un benvenuto a Mikeless

“Anima” è il primo video, il primo singolo. Una dedica alle donne. Cosa ti ha spinto in questa direzione? I fatti di cronaca che purtroppo sentiamo oppure un gioco del caso?
Questo pezzo è venuto fuori dall'”anima” …
Sono cresciuto insieme a mio fratello, per molti anni con mia madre, ora ho una compagna che ha una splendida bambina, 3 gatte e un cane femmina… era doveroso!
Vivendo con loro e amandole, si capisce quanto a volte siano delicate e quanto non si ricordino la grande forza che hanno… gliel’ho voluto ricordare così…

Sei un One Man Band. Non hai mai pensato che una sola chitarra potesse in qualche modo saturare le possibilità a tua disposizione?
Si, l’ho pensato, ma poi mi accorgo che un’ora di live vola che è un piacere… a volte uso anche solo la voce per fare alcune cover. Forse è anche per quello che vario genere di canzone in canzone… per creare un po’ di diversità .

Ma se avessi una band? Hai mai arrangiato i tuoi pezzi con altri musicisti? E in questo caso, il risultato ti è piaciuto? Ti rappresentava?
Si ho già proposto i pezzi anche con una band, che per 2/3 è quella dell’ultimo pezzo, Funky love… suonare insieme ad altri musicisti è sempre molto piacevole e stimolante per me e non riesco ad essere un dittatore… mi piace farmi influenzare dalle idee (buone) degli altri… quindi è comunque un ottimo risultato, ma è dato da me e altre 3 persone, quindi un pochino diverso…

Mai per una volta possiamo dire che i brani incisi rispecchiano esattamente la scrittura con cui sono nati. Sei d’accordo oppure esiste un processo di raffinamento anche in questo caso?
Si… le canzoni sono praticamente uguali al live e questo era lo spirito nel creare questo album. Ovviamente c’è qualche chicca in arrangiamento, che proprio non mi sentivo di non mettere..! Tipo gli archi in Anima appunto, o alcuni effetti post produzione ed un po’ elettronici come in Versi e Parole o Solstizio generazionale.

Da più parti si citano Alex Baroni o Alex Britti. Tu cosa rispondi?
Wow..! Bhe’, Alex Baroni, non lo sapevo, ma mi piaceva molto soprattutto per la sua voce. Io nasco come chitarrista, e ho iniziato ad interessarmi seriamente alla chitarra e alla loop station anche molto grazie al primo disco di Alex Britti, ergo mi sento molto onorato ed emozionato al paragone. Quando ho ascoltato “Tre chitarre” sono volato via! Gran chitarrista…

Dal vivo quindi, il disco splende della sua “Anima” in tutto e per tutto. Oppure lasci dello spazio per l’improvvisazione o la collaborazione?
Lascio sempre un po’ di spazio all’improvvisazione e soprattutto alla collaborazione appena posso… con Melody Castellari, andiamo in giro in duo, a presentare i rispettivi dischi. Io la accompagno nei suoi pezzi e lei mi fa i cori sui miei… la cito perché è una persona fondamentale per la riuscita del mio progetto, essendo la produttrice, nonché maestra di canto e grande amica… e poi sta per uscire il disco del mio giovane amico Morrywood, in cui c’è un featuring proprio con me…

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