Mobili Trignani: PopArticolare | Recensione

copertina gialla del disco di Mobili Trignani: PopArticolare

È uscito il disco PopArticolare dei Mobili Trignani per Music Force. Ce ne parla Gilberto Ongaro in questa recensione

Non so se sia un po’ particolare, o un pop articolare; fatto sta, che l’album PopArticolare è palesemente da prendere alla leggera. I Mobili Trignani sono un trio che celebra la leggerezza, mischiando suoni acustici ed elettronici, con quel tipico gusto itpop in voga fino a qualche anno fa. La voce di Nicola, che è anche il bassista (e si diverte spesso a giocare con gli effetti del basso, ottenendo suoni simpatici), è però più pulita di quella di un Tommaso Paradiso, o di un Calcutta, per essere assimilata a quell’ambiente lì.

I testi hanno un’ironia morbida, annacquata dalla luminosità degli arrangiamenti. Loro si auto definiscono “Pop Rock ruffiano”, e possiamo prenderli alla lettera, visto che in “Giri a vuoto” il cantante dichiara: “Di prendermi sul serio mi son rotto un po’ i coglioni”. I testi stanno quasi sempre lì, sul filo di storie d’amore finite o iniziate, a sfondo alcolico e indeciso, ma spesso raccontate con umorismo, come in “Lei”: “Io volevo lei perché è fascista, e ho pensato che per una volta avrei sofferto di meno, saltando dal treno in orario”.

Ascolta il disco PopArticolare dei Mobili Trignani

Fanno eccezione alcuni pezzi, come “Lazzaro De Tormes”, che si ispira all’omonimo e anonimo romanzo, ambientato nella Spagna del siglo de oro, il periodo di massimo splendore per la penisola iberica (1492-1681). La canzone scorre sugli eventi del protagonista. Uno dei momenti migliori dell’album è “Uatelilive”, brano in dialetto, presumo abruzzese (i Mobili Trignani sono di Teramo), dove compaiono anche fisarmonica e un mandolino super riverberato. Il pop si ibrida col folk.

Non mancano critiche sociali, come quella di “Labora”, che cita pure di nascosto Rino Gaetano (“Fabbricando case, lavorando sodo, leggero faticoso, purché sia sicuro”). Il ritornello si scaglia contro le certezze più conformiste del lavoro dipendente: “Spero almeno che crediate nella vita eterna, con un lavoro di merda. Spero possano riempire i vostri giorni vuoti, tutti quei contributi”. Da queste righe, si deduce che chi canta sia probabilmente un freelance, con la partita IVA. Spero abbia tempo di fermarsi a respirare, ogni tanto.

L’album è chiuso a sorpresa da una canzone di stampo deandreiano, dalla metrica curata: “Il mio talento”. Questa conclusione, assieme a “Uatelilive”, dimostra che i Mobili Trignani, se vogliono, possono andare anche oltre il loro essere ruffiani e simpaticoni.

Social e Contatti

  • Facebook: https://www.facebook.com/mobilitrignani
  • Etichetta: http://www.musicforce.it/catalogo-produzioni/3001-mobili-trignani-poparticolare

Tagged with: ,