Non può piovere per sempre è il nuovo disco dei MONS con quel sapore californiano che non è fatto tanto per seguire delle mode e quel piglio un po’ fusion (in diverse direzioni) che non si accontenta solo di mescolarsi ma anche di mescolare generi di primo acchito distanti anni luce. Ecco la nostra intervista
Dunque tra funk e rap fino ad arrivare al più melodico pop. Sono i torinesi MONS che sfornano un esordio dal titolo metropolitano Non può piovere per sempre, un disco di vita e di speranza nel loro piccolo modo di pensare alla musica, tra qualche ingenuità e tanta freschezza energetica. Un disco che nella scena cerca di deviare dai soliti cliché dell’indie-pop, cercando altrove, fuori confine, qualche buona via di sperimentazione per mettere in scena la loro nuova personalità. Dalle nuove frontiere del suono italiano si respira sempre più spesso la forza di voler andare oltre i confini, senza tradire la madre patria. Non può piovere per sempre è un disco apolide, urbano, metropolitano, cantautorale.
Ci piace sempre cominciare indagando sui nomi… come nasce MONS?
Quando eravamo una cover band ascoltavamo e suonavamo moltissime canzoni dei Red Hot Chili Peppers e un giorno passando davanti a un graffito con scritto Snow (famosissima canzone dei RHCP) c’è venuta l’idea di girare di 180° “Snow” ottenendo quindi come risultato “Mons”.
Un esordio dal retrogusto “californiano”…ispirazioni?
Siamo tutti e cinque molto “onnivori” musicalmente parlando e le nostre influenze principali vanno da Anderson .Paak, Tom Misch, Mac Miller fino a Willie Peyote, Davide Shorty e Ainè per quanto riguarda la scena Italiana.
Elettronica a correndo e mai protagonista in modo sfacciato. Una tendenza diversa dalle tante canzoni della scena indie… come mai questa scelta?
Abbiamo scelto di andare contro corrente in quanto siamo tutti grandi amanti della musica suonata dal vivo, con gli strumenti reali. L’elettronica è innovazione e aiuta in tante cose ma, secondo noi, non potrà mai sostituire la sensazione che si prova nel suonare uno strumento, che sia dal vivo o che sia registrato in studio.
Un titolo del disco che inevitabilmente ci rimanda a “Il Corvo” di Brandon Lee… o sbaglio?
Yes, questo disco gioca su alcuni rimandi cinematografici e la frase “Non può piovere per sempre” è in risposta al “Potrebbe essere peggio, potrebbe piovere” in Fiato Corto, singolo dell’album. Abbiamo scelto questo titolo proprio per marcare il messaggio di speranza che porta l’intero album, il fatto che dopo un dolore, una sconfitta o un periodo buio arrivi anche il nostro momento di gloria.
Esordio… vi piace il mondo che avete trovato?
Il panorama musicale italiano sta cambiando parecchio negli ultimi anni, tanti giovani, tanti generi che non ci si sarebbe aspettati diventassero popolari qualche anno fa, tanta novità. Speriamo di riuscire a trovare anche noi il nostro spazio in questa ondata di novità.