Musicanti dla Bàsa: Tèra Moja | Disco

Tèra Moja è il titolo del disco che il Gruppo Musicanti dla Bàsa ha realizzato in collaborazione con la Ritmo&Blu Records dedicato alla musica tradizionale della nostra ‘terra bagnata’. L’incisione ha lo scopo di riprendere le tradizioni musicali locali e mostrare al pubblico una piccolissima parte del grande lavoro di ricerca che da anni il Gruppo porta avanti nei territori dell’Oltrepo. Una ricerca che spicca attraverso il cd sia per mezzo delle melodie e le atmosfere sonore scelte sia attraverso le testimonianze e gli aneddoti trascritti nel libretto che accompagna l’opera.

I Musicanti dla Bàsa in copertina del disco: Tèra Moja

Musicanti dla Bàsa, Tèra Moja

TÈRA MOJA è la prima prova discografica per i Musicanti Dla Bàsa, amanti del liscio tradizionale, dei rituali, delle feste, dei canti di lavoro e di protesta, delle storie che hanno segnato per secoli la vita nelle terre dell’Oltrepò mantovano e nella ‘bassa’ reggiana, parmense e modenese. I brani, frutto del lungo lavoro di ricerca nel campo della musica tradizionale da parte di Luca Lodi e Nicholas Marturini, ridanno vita ai canti, ai balli antichi e al liscio legati a questa fetta di terra grassa sulle rive del fiume Po, dove si mangia il salame e si beve il lambrusco, quello ‘nero’.

Una volta qui c’era un’isola, in mezzo alla distesa d’acqua. TÈRA MOJA – ora -, “terra bagnata”, qui tra i fiumi. Quella che un tempo era un’isola è raggiunta dai suoni. Violini e fisarmoniche fan correre la musica sugli argini del Po e nelle campagne. Le acque del Secchia e i carri la portano giù dai monti emiliani. Dalle risaie più a nord, i canti arrivano con l’onda del Mincio. Quella che un tempo era un’isola è piena di suoni. L’orchestrina è sull’aia, per le vie del paese, sopra un palcoscenico. La gente accorre. TÈRA MOJA, “terra bagnata” sotto i piedi quando canti e quando danzi.

E’ una musica che viene da altri tempi, quella di TÈRA MOJA ma che appartiene ai Musicanti come la magia dei propri luoghi, ‘vicina’ come il canto delle mondine “Senti le rane che cantano”, come “Domani l’è festa”, canzone popolare legata a Giovanna Daffini, nata a pochi chilometri da casa, come “E per la strada”, cronaca degli scioperi di inizio Novecento già cantata da Teodolinda Rebuzzi (10 ottobre 1971 – 18 maggio 1963), di San Benedetto Po nell’Oltrepo Mantovano, il paese da cui vengono i Musicanti Dla Bàsa.

Appassionati al liscio prima maniera, valzer (come quelli di “Massari” e “Degli Sposi”), mazurka, polka, balli di abilità e leggerezza, i Musicanti arrangiano e orchestrano per più strumenti melodie tradizionali e d’autore, come nel caso della polka solista “Frizzante” per fisarmonica di Lando Vezzali di Fabbrico (RE), prendendo spunto dagli adattamenti per violino scritti dallo stesso Vezzali.

I “Balli di Gara”, composti da Medardo Carpi zio di Vittorio, marito di Giovanna Daffini – suonati in tutta la pianura con modifiche apportate da suonatore a suonatore – sono riportati nella versione, che attinge ai manoscritti di Lando Vezzali, di Felice Gatti e di Lino Davoli – tutti reggiani, Gatti di Rolo e Davoli di Campagnola – e ai controcanti e alle doppie voci inventati da Giovanni Varelli, uno dei fondatori dei Musicanti Dla Bàsa.

Con Lando Vezzali e altri musicisti che hanno ‘qualche anno in più’, i Musicanti Dla Bàsa suonano – e imparano. È un’opportunità unica, come poter suonare “La mazurka di Luigi” con il ‘vicino di casa’ Luigi Negrini. Suonatore orecchiante, con qualche rudimento musicale, Luigi Negrini è fisarmonicista facente parte di una generazione intermedia, tra la vecchia e la nuova scuola, legato in maniera altrettanto maniacale alla  generazione del tango e delle canzonette.

I balli antichi, hanno portato ad eseguire per lo più quei pochi balli antecedenti al ballo liscio in uso nella pianura ancora fino agli anni ’80. “Municò”, “Tarantella” e “Bal di tri gob” vengono dal repertorio dell’Orchestra ‘La Bottai’, ‘scoperta’ da Giorgio Vezzani e Bruno Grulli negli anni Settanta.

“Contraddanza”, “Furlanetta”, “Monferrina e Terascone”, provengono dalle ricerche presso l’Archivio ‘Greggiati’ di Ostiglia, importantissimo fondo musicale raccolto dall’erudito e musicista ottocentesco, Don Giuseppe Greggiati. Ritrovati e trascritti da un libro che nell’incipit riporta la dicitura “balli vecchi per violino”, sono brani di cui la prassi esecutiva è in parte nota ma di cui non si conosce la coreografia né il numero di passate necessarie per il ballo. Certo è che fossero ballati nella zona.

I Musicanti Dla Bàsa amano far rivivere anche antichi rituali, per questo, a fine febbraio, invitano amici, suonatori e ballerini, al ‘Cioca Mars’, e con loro vanno a “onsar al sproch”, a far questua di casa in casa a suon di serenate scherzose, e a scacciare gli spiriti, umidi e freddi dell’inverno con lo strepito di percussioni improvvisate.

Ascolta il disco TÈRA MOJA dei Musicanti Dla Bàsa

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