Ritornano i Nagual con il loro classic rock, un nuovo video (guardalo qui) e un disco dal titolo Tat Tvam Asi. Ce lo raccontano in questa intervista al Blog della Musica…
Eccoli i Nagual. Veterani della scena… la loro scena. Un rock classico alla Deep Purple. Un rock classico alla Black Sabbath. Un rock classico che finalmente torniamo ad ascoltare… si intitola Tat Tvam Asi questo esordio firmato dai Nagual. Esordio e veterani assieme? Beh la verità è che per oltre 10 anni i nostri hanno suonato in lungo e in largo… e oggi finalmente è arrivato il disco!!! E noi ce lo consumiamo come si deve e a tutto volume.
La prima grande curiosità: perché solo dopo dieci lunghi anni arriva questo disco? Anche questo è un preciso modo di fare di quegli anni…
Definirei il procedimento “naturalmente lento”, la band si è assestata attraverso cambi di formazione e vicissitudini personali. In effetti c’è stata poi una “accelerazione” che ha fatto si che il grosso del lavoro sia stato realizzato nel corso del 2016…
La seconda immediata curiosità è: come mai questa frase in sanscrito? Questo titolo è davvero poco rock…. ci avete mai pensato?
La lingua in se ha un valore relativo. Ciò che conta è il significato. Più o meno, la traduzione del mantra Tat Tvam Asi è “tu sei esattamente ciò che sei”. Accettazione della propria natura, volontà di godere del proprio tempo e delle opportunità… Secondo me questo è molto più “rock” di un’auto veloce con su una tettona bionda… è uno dei titoli più rock che si possano pensare…
E quindi arriviamo al grande rock. Come mai avete scelto di rappresentare in pieno quegli anni?
Beh, i nostri riferimenti musicali sono abbastanza evidenti. Parliamo di musica che suscita grandi passioni da quasi mezzo secolo. Musica SENZA tempo. Non rappresentiamo un epoca precisa, rappresentiamo una passione eterna.
E ci sono momenti che secondo voi strizzano l’occhio al futuro?
Si. In seno alla band coltiviamo gusti musicali anche più, per lo meno, “recenti”. Soundgarden, Alice in Chains… Ben venga se qualcuno li scorge nel nostro suono…
Dunque secondo voi è corretto pensare alla vostra musica come musica di quel periodo storico o comunque vi sentite di appartenere sempre a questo presente?
No, forse mi ripeto, ma noi pensiamo a noi stessi come un gruppo del 2017, nel 2017. Casomai gettiamo uno sguardo al futuro…
Ma soprattutto con voi parliamo di Italia. Tutto è tranne che italiano questo disco. Quindi partire per l’estero come la vedete?
Facendo bene i conti con gli aspetti personali, professionali e finanziari del caso, l’idea di esportare in modo concreto la nostra musica all’estero, ci interessa sicuramente. A parte la possibilità di diffondere attraverso i canali “social” il nostro Album, in futuro cercheremo sicuramente di pianificare qualcosa all’estero. Qualcosa di realistico, ma senza porre necessariamente limiti o “confini”.
Per altro, checchè ne dica qualcuno senza troppa cognizione di causa, Luca, cantante ed autore dei testi, è praticamente madre lingua inglese, dal momento che lo parla 24/7 da circa 20 anni. Un’arma in più… 😉
In chiusura, restando in tema: in questa nazione fortemente dedita al pop industriale, il rock dei Nagual secondo voi a cosa potrebbe ambire?
Il rock industriale è quello che vendono i canali mainstream. Il pubblico che ama ancora vedere 4 energumeni sudati maltrattare delle vecchie Les Paul, viene snobbato, ma esiste eccome. Noi intanto vogliamo portare a questa gente ciò che sappiamo fare meglio: la nostra musica, rigorosamente “Live”. Ovvio che non ci aspettiamo riscontri commerciali clamorosi, ma siamo sicuri che là dove arriveremo, ci sapremo guadagnare il rispetto che ci compete.
Info: https://www.facebook.com/nagualrockband/?fref=ts
Bel disco, la mia preferita è Words for the wind.