INTERVISTA | Nebüla: un esordio che sa di piccole cose elettriche

Nebüla ha pubblicato il suo primo lavoro personale dal titolo Supernovae pubblicato dalla Seahorse Recordings. Abbiamo scambiato alcune battute con lei e ne è uscita questa intervista

Cemento e ruggine ma anche metallo non troppo pesante e qualche carta vetrata qui a la. Ma anche tanta dolcezza cantautorale, di quella sensibilità che ci viene naturale aspettarci da una donna che cesella parole e melodie per raccontare la sua nuova rinascita. Azzurra Buccoliero in arte Nebüla sforna questo primo lavoro personale dal titolo Supernovae pubblicato dalla Seahorse Recordings.

E allora canzoni come “Terra.0” o il singolo “I ragazzi di Strudà” tradiscono forse più che altrove quel certo gusto rionale anni ’80 e ’90 nonostante forse una metrica di chitarra acustica un po’ troppo ingenua… ma ci piace anche quel certo shoegaze che arriva anche e soprattutto dal mix di voce che lascia tutto il disco quasi sospeso dentro un limbo non meglio specificato. Un disco di rinascita sicuramente… ma di transizione soprattutto. Una sensazione che non ci abbandona durante tutto l’ascolto…

Benvenuta tre le nostre righe. Partiamo da Strudà, che ne dici? Com’è la vita in un posto così antico?
All’inizio dopo anni passati in città ti senti smarrita, piano piano ti integri e ti rendi conto che forse a ritmi diversi una vita più semplice è la soluzione del futuro.

Dunque la periferia torna ad essere protagonista secondo te?
Nella periferia, io stessa da quando sono piccola ho vissuto le avventure migliori, non ho mai fatto parte di gruppi di amici ricchi in vista popolari, ho sempre cercato persone genuine così come lo è il mio compagno. I “Parioli” come se dice a Roma sono troppo per me.

C’è tanto rimando al passato. Anche il video sembra essere fatto con una 8mm… perché questa ricerca del passato?
Sì, è voluto. Io e la regista Elisa Santandrea abbiamo puntato ad un mood alla Quentin Tarantino, oltre a voler creare un filo conduttore con il documentario del professor Stefanachi.

Supernovae? Morte e rinascita? Un po’ come la tua carriera personale che si riprende i suoi spazi con questo esordio individuale?
Per me è una rinascita rispetto a ciò che ho composto prima, è un voluto ritorno all’essenzialità.

Che poi in realtà questa non è la tua prima prova solista vero?
Ho partecipato ad altri progetti da solista ma questo è il primo dove uso solo il mio nome e il progetto è scritto interamente da me: musica, arrangiamenti e melodia.

In questo tempo apocalittico? La ricerca dell’essenziale è la chiave di tutto?
Sì, è tutto. Me ne rendo conto dalle piccole cose, se tutti imparassimo a vivere di poco forse l’ecosistema di oggi non sarebbe così incasinato. Collegandomi alla mia musica, ad esempio sicuramente i suoni elettronici che si usano oggi sono fighissimi, la mia paura però è la perdita dell’essenzialità dei brani suonati del musicista effettivo che “suona”. Il mondo di oggi ci ha imposto di accorciare gli assoli, di creare brani smart… io cerco di stare in mezzo, non voglio dimenticare il passato.

Guarda il video di Nebüla

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