INTERVISTA | Nevica: è il suono del proprio io

Gianluca Lo Presti, alias NEVICA. Producer ma anche autore e cantautore di questo mondo digitale, tra suoni analogici e programmazioni dettate solo e soltanto dall’istinto del suo io. L’Intervista di Blog della Musica

Nevica si imbatte in una trilogia che celebra l’anima, si imbatte in un viaggio che avevamo già intrapreso con lui nell’ascolto del primo capitolo dal titolo “Sputnik”. Oggi è il momento di abbandonarsi a questo Tengo dove sempre fa capolino l’arte e la letteratura di Murakami, dove sempre si misura con ragione e passione, dove sempre Nevica indaga con maturità e – al tempo stesso – ingenuità sulla radice del proprio io. “Tengo” peraltro prende forte ispirazione sia dalle filosofie dello psicologo e guida spirituale Mauro Scardovelli, ma anche da stilemi pop assai più fruibili delle acidità psichedeliche a cui eravamo abituati. Dunque un disco che ha sicuramente due facce, continuamente, in bilico e in equilibrio stabile.

Innanzitutto citiamo le fonti che ne dici? Per prima cosa perché MURAKAMI? Torna anche qui per il tuo secondo capitolo della trilogia…
Alcuni anni fa mi capitò per caso di leggere 1Q84 e fu una vera folgorazione. Ho trovato nella sua scrittura molte risposte a miei dubbi e tormenti esistenziali e il modo di analizzare il mondo interiore dei suoi personaggi è molto simile al mio. Quando trovi una luce che ti indica la via…è impossibile non seguirla

E poi Mauro Scardovelli. Lo definisci un punto fermo per la tua vita spirituale, in qualche misura. Interviene solo in questo disco o lo ritroviamo anche in passato?
Scardovelli l’ho conosciuto qualche anno dopo attraverso le sue conferenze su YouTube. È stato un altro grande amore a prima vista. Quando trovi una guida della sua altezza per chi è in una dimensione simile, l’intesa è immediata, non ha bisogno di molte spiegazioni. Un piccolo omaggio a lui era contenuto anche nel brano finale di Sputnik “Do nascimento”. Era l’inizio di un percorso che ho approfondito in Tengo

Parliamo del suono: ci interessa sapere come convivono assieme il classico e l’esoterico. Ovvero i violini e i violoncelli con le chitarre disturbate di Caron Dimonio…
Mah nel caso della mia musica è un processo assolutamente naturale.Non vi è alcuna forzatura. Penso che se vuoi fare qualcosa di nuovo devi sperimentare e non porti nessun limite. Ma ci vuole anche gusto e sensibilità per capire quello che stai facendo.
Io in questo mi sento molto sfrontato perché ho sempre seguito una mia strada con onestà e coerenza. È importante costruire una propria identità in una società che ci vuole omologare. E per fare questo bisogna muoversi su strade poco battute.

Eppure il disco di Nevica oggi si presenta con una forma che spesso sembra quasi pop. Di certo siamo sempre nel futuro con le tue produzioni ma comunque la forma canzone è maggiormente rispettata non trovi?
Innanzitutto ringrazio per l’apprezzamento verso il futuro. Mi piace essere visto come un artista che prova ad andare oltre i soliti linguaggi.
Sono consapevole di eludere le regole e mischiare le carte in tavola. Sono partito dal pop e cerco di modificarne il concetto destrutturandolo attraverso le mie canzoni. Vorrei provare a distinguermi e portare l’ascoltatore verso territori interiori a lui sconosciuti e per fare questo ci vuole qualcosa di più complesso rispetto alla solita canzonetta pop. Per affrontare certe cose è necessario uno stato mentale appropriato una maggiore consapevolezza di sé.
Ecco.

A chiudere: questo “Tengo” è un disco personale, per le tue analisi spirituali oppure è un disco che vorresti consegnare alla società delle omologazioni?
Direi che si tratta assolutamente della prima cosa. Detesto l’omologazione e mi trovo fortemente a disagio in questa società contemporanea.
Credo assolutamente che possa esistere un mondo migliore e che l’essere umano stia esprimendo le sue cose peggiori ma so che ha anche un grande potenziale inespresso. La mia missione è fare musica per alzare il nostro livello di consapevolezza e creare una nuova umanità fondata su altri valori rispetto a questi. La musica ha il potere di muoversi al di sopra del pensiero e del quotidiano… si entra in territori emotivi dove ci si avvicina molto alla nostra anima alla nostra vera essenza. Per cambiare questo mondo bisogna prima cambiarsi dentro.
La musica ci aiuta a farlo.

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