INTERVISTA | New Martini: non è mai troppo tardi per la musica

Non c’è limite d’età per pubblicare il primo disco. Lo dimostrano i New Martini, che a 40 anni esordiscono con Malavida, per Ammonia Records. Un lavoro squisitamente pop, presentato dal vivo ai Magazzini Generali di Milano in apertura agli Hanson. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con loro per saperne di più.

Ciao New Martini! Benvenuti ragazzi, grazie per il tempo che ci dedicate. Malavida è il vostro nuovo disco. Di cosa si tratta?

Grazie mille a voi dello spazio che ci dedicate. Malavida è in effetti il nostro primo disco. Fa abbastanza ridere “il primo disco” a 40 anni, ma tant’è. Veniamo da tanti progetti precedenti, da altre cose, e questo è il primo disco che mettiamo assieme con questa formazione. Ci abbiamo impiegato una cosa come sei anni a realizzarlo, non eravamo mai contenti di quello che stava uscendo. Avevamo in testa Piero Piccioni, Trovajoli, la Streisand, Califano, Iglesias… erano riferimenti troppo grandi. Come scalare l’Anna Purna senza le bombole di ossigeno. Alla fine è uscito quanto di meglio potessimo fare. E ne siamo felici. Un disco vero, autentico, sudato. Fatto per passione, non per fare successo. 

Avete recentemente presentato il lavoro dal vivo sul palco importante dei Magazzini Generali di Milano. Come è andata e come ha reagito il pubblico?

È stata la serata più bella della nostra vita, musicalmente. I Magazzini pieni fanno sempre effetto. Il pubblico è stato strepitoso, si è fatto accompagnare per mano. Sono quel genere di concerti che ti ripagano tutte le fatiche e il tempo speso. C’è poco che si può fare di più in Italia. Ci sarebbe San Siro… 

Dopo di voi hanno suonato gli Hanson, “one hit wonder” anni ’90. C’è qualche cosa che vi accomuna? Come è stato condividere il palco?

Sono dei ragazzi molto carini, ci siamo trovati benissimo a chiacchierare con loro nel backstage. Abbiamo la stessa età (solo che loro hanno venduto 16 milioni di dischi). Stasera sono a Parigi a suonare, mentre rispondo a queste domande. Anche per loro non dev’essere stato facile passare dall’essere una delle band più popolari del decennio a una band “normale”, da 2000 persone a data. E gli fa ancora più onore. Fanno un tour mondiale molto esteso, in situazioni piccole. Con umiltà e grande esperienza. Dal vivo, soprattutto con le voci, sono strepitosi. Sono americani eh… hanno una marcia in più, nulla da dire. 

I New Martini negli anni ’90 cosa ascoltavano?

Iniziato coi Nirvana, come tutti. Poi virato sull’emo americano, i Get Up Kids, i Texas is the Reason, ma anche Oasis e Blur, Raga against the Machine, Deftones, Jeff Buckley, Alice in Chains, Smashing Pumpkins, Iron Maiden, Metallica… è infinita. E poi gli italiani, Carella, Conte, Tenco, Ciampi.

Il vostro è un pop raffinato che si discosta parecchio dalla proposta mainstream italiana degli ultimi periodo (e lo diciamo in senso positivo). Dove trovate le ispirazioni per le vostre canzoni?

Ci siamo innamorati di tante belle cose a cavallo tra anni ’70 e ’80 che da ragazzini avevamo trascurato, colpevolmente. E invece oggi le sentiamo molto più vicine rispetto a tutto il resto. Abbiamo cercato e ricercato, fatto fuori le notti su YouTube, e alla fine messo insieme i pezzi. Declinato tutto alla nostra maniera, amministrando i nostri difetti, e con il poco tempo che abbiamo per suonare. 

I New Martini sono pronti per altri concerti o sono già al lavoro su nuovo materiale?

Con l’autunno contiamo di girare un po’. Siamo al lavoro con la nostra etichetta Ammonia… Scrivere invece sempre, quello è ciò che amiamo fare di più, anche per altri. Ci tiene vivi. 

Ascolta il disco Malavida dei New Martini

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