Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Novamerica, unico esponente della scena del rock adriatico, cantautore intenso e dall’attitudine rock retrò come non se ne vedevano da un po’. Il suo nuovo singolo s’intitola Jurij Gagarin ed è di un rock dilatato, di situazioni surreali, per chi si sente già in orbita.
Esiste davvero la scena del “rock adriatico” e chi ne fa parte oltre a Novamerica?
Esiste e ne faccio parte solo io.
Jurij Gagarin in qualche modo sembra una nuova canzone per l’estate. No?
L’ho scritta in estate! Però il sound mi sembra più autunnale dai…
Come sei venuto a conoscenza della figura di Jurij Gagarin? E che connessione ha con te?
Lo conoscevo di nome e sapevo che è stato il primo uomo nello spazio. Quest’estate ero Grecia al mare e mi è capitato di vedere una sua foto sul cellulare. In quei giorni stavo scrivendo il testo del brano, si parlava di volare nello spazio…e così non so perchè ho messo dentro pure lui, poi il suo cognome suona benissimo.
E’ una canzone per chiedere scusa?
No, è una canzone per chi fa una vita troppo “normale” e gli sta stretta.
Il tuo sembra un rock alla vecchia maniera, quasi a prendere le distanze da tutto l’it-pop che sta girando in questo periodo, abbracciando, lo spirito (forse) del primo Vasco Rossi. Sbagliamo?
Certo, Vasco è una grossa ispirazione. Mi piace l’attitudine Rock’n’Roll, voglio mantenerla nella mia musica, in studio e nel live.
Cosa t’ispira musicalmente? E cosa ti ispira non musicalmente?
Musicalmente: Lucio Dalla, Radiohead, Venditti, John Lennon e chi più ne ha più ne abbia diceva un mio amico. Non Musicalmente: Kubrick, Fellini, Andrea Pirlo.
Verdena o Marlene Kuntz?
Verdena al 100%
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