Le Nove sigarette sono quelle non necessarie, quelle fumate velocemente e con sofferenza, quelle consumate per rabbia, nervosismo, ansia, dolore, noia, rancore e malinconia. Di questo parla il cantautore LUK nel suo album d’esordio. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere ed ecco cosa ci ha raccontato…
Nove sigarette è il tuo primo album, nove storie raccontate tutte d’un fiato. Quali erano le tue aspettative prima che uscisse e quali invece i tuoi timori?
Quando pubblichi il disco d’esordio è assolutamente inutile crearsi aspettative. Nove sigarette è una raccolta di canzoni dirette e sincere, il mio desiderio è che sia ascoltato da più persone possibili, tutto qui. Il timore nasce da questo momento che stiamo vivendo, dove tutto si è fermato. C’era un tour già definito che però è stato ovviamente annullato. Speriamo di riprenderci al meglio.
Sei molto legato al mondo dei cantautori italiani, da Lucio Battisti a Dalla, ne sentiamo forte la presenza nei tuoi brani. Da dove nasce questa sintonia con le loro canzoni e con il loro concetto di musica?
Tutta la mia infanzia è stata segnata dallo studio e dall’ascolto dei cantautori italiani, partendo da Tenco, Lauzi e De André fino ad arrivare a Guccini, Battisti e Dalla. Ho sempre amato il loro modo di usare le parole in musica. Credo che si possa parlare, in alcuni casi, di vera e propria letteratura.
Hai anche influenze musicali appartenenti alla musica straniera?
Certamente. Ho ascoltato moltissima musica straniera: Dylan, Cohen, Waits, Radiohead, Beatles, Nick Cave… solo per citarne alcuni.
Parliamo di Acab, il primo singolo che ha aperto le porte poi all’album Nove sigarette. Di cosa parla questa canzone?
ACAB è un brano che racconta di come l’incomunicabilità e l’abitudine possa deteriorare un rapporto. È una canzone che parla dei momenti di disagio di una coppia che sta per arrivare al capolinea. È un brano a cui tengo particolarmente.
Napoli è la tua città d’origine, hai mai pensato di dover andar via per fare quello che ti piace nella vita o sei uno di quelli che invece vuole restare?
Napoli è la città che amo e in cui vorrei vivere, ma non ho mai escluso che se dovessero verificarsi particolari condizioni, non avrei problemi a spostarmi. Di certo questo non intaccherebbe in nessun modo tutto ciò che provo per la mia città.
Lasciamoci con un bel messaggio positivo in questi giorni per tutti difficili.
È un momento davvero drammatico. Dobbiamo stringere i denti, restare lucidi e positivi. Presto ne usciremo e bisognerà rimboccarsi le maniche per ripartire. Restando uniti e rispettando le direttive, ce la possiamo fare!
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