INTERVISTA | Nularse: la sospensione della semplicità

Alessandro Donin concepisce la semplicità. Si fa chiamare NULARSE già da tempo e pubblica questo nuovo disco dal titolo Sospesi per Fresh Yo! Eccovi la nostra intervista

E noi restiamo dapprima incantati dalla copertina di Sospesi il disco di NULARSE che cerca di schematizzare un concetto di purezza – almeno questa è la mia personalissima lettura. A tutto questo si aggiunge un suono digitale, mescolato al mondo reale, a questa voce sottile che veste a pieno i cliché della scena indie-pop attuale. E poi le sagome e le forme di queste canzoni che per davvero restano sospese ma non nella polvere o nella nebbia, bensì dentro recinti di incredulità, di domande, di serene consapevolezza.

Il sound che ci riporta agli anni ’90 e poi quella compattezza di un carattere che rende questo disco davvero godibile. In bella mostra anche la collaborazione del grande Saturnino in un solo brano della track list che si intitola È tutto qui. Noi fermiamo il tempo con Nularse dopo aver consumato il bellissimo video di Non cambierà… che in questa sospensione resta evidente la voglia e il bisogno di cambiare ma anche la pigrizia spirituale, la paura e l’abitudine di restare dove siamo. Punto e a capo.

Da questa mattina gira sulle nostre pagine il singolo e il video Non cambierà. Una promessa per un certo modo di vivere nel conformismo o una rassegnazione alla voglia di rivoluzione?
Non cambierà parla di tutte quelle volte in cui ci facciamo andare bene cose che in realtà ci fanno male, in un rapporto d’amore, d’amicizia o più in generale nella relazione che abbiamo con il mondo, pur di piacere agli altri oppure a noi stessi. L’io narrante è il destino che parla ad una persona illusa con la testa nella sabbia: ma le persone e il destino non cambiano, a meno che noi non ci lottiamo contro, ed è questo il messaggio implicito. In realtà il testo vuole rendere palese la necessità di prendere coscienza che il mondo fuori è sempre uguale, non cambia mai, e dobbiamo essere noi a provarci.

Che poi questo video ci comunica un certo tipo di solitudine costruttiva, quel certo modo di riacquisire i nostri spazi che spesso riempiamo con tanto rumore inutile… non è così Nularse?
Il video è stato pensato per traslare visivamente l’idea del brano, trovando un soggetto interessante dal punto di vista narrativo, per esprimere il contenuto lirico. Allora abbiamo trovato il tema dell’acqua, e del desiderio di diventare altro da se stessi. Con la regia di Marco da Re e le doti attoriali di Marta Menietti, secondo me il risultato è molto significativo.

La protagonista del video vorrebbe essere un pesce. Però non può diventarlo, e allora l’acqua che tanto cercava si rivela essere un luogo estraneo e nemico (e questo lo si nota solo osservando attentamente alcune scene, perché non volevamo rendere il tutto troppo narrativo, abbiamo infatti optato più per un linguaggio metaforico ed estetico). È come se nell’acqua volesse abbandonare il mondo esterno, trovare il silenzio e la solitudine, ma non può farlo perché non è il suo elemento. È un prodotto dal sapore agrodolce.

Canzone d’autore nel mondo digitale. Oggi secondo te è una chiave pubblica questo modo di gestire i suoni? Che sia il linguaggio del presente e del futuro?
Secondo me sì, fa assolutamente parte del presente e futuro, e menomale. Sono un grande fan dei nuovi suoni, dello sperimentalismo. Il digitale ha invaso le nostre vite, e perciò anche la musica d’autore. Per quanto riguarda me però è successo l’opposto. Io vengo dall’elettronica e dall’IDM, e ho inserito l’espressione lirica legata al cantautorato. Avevo necessità di parlare in un linguaggio che mi permettesse di dire cose a cui tenevo, ma ogni brano prima di tutto nasce da una esigenza musicale più che concettuale.

Quanto il chitarrista ha contaminato il suono digitale e viceversa?
Direi che sto cercando costantemente la loro convivenza perfetta. Nasco come chitarrista, è il mio strumento da sempre e voglio che questo mio lato sia un parte sostanziale del mio sound, però al tempo stesso non voglio legarmi ad un certo tipo di genere. Se oggi compongo un brano e lo arrangio solo con la chitarra, domani voglio avere la libertà di non toccarla affatto e fare un pezzo solo con synth, strumentale o cantato.
Ho lavorato molto sulla mia identità, prima che sullo strumento, e credo che questo mio atteggiamento mi stia ripagando e dando la libertà musicale di cui ho bisogno.

Bellissima la grafica con cui si presenta il disco. Ce la racconti?
Tutte le copertine me le disegna Jonathan Calugi, un graphic designer e artista molto noto anche all’estero, che si è innamorato della mia musica, e che da parte mia è contraccambiato, perché ha trovato una formula eccezionale di lavoro, semplice ma d’impatto, elegante ma intrigante, che non è cosa da poco. Con due linee e due colori esprime perfettamente i concetti, e non c’è niente di più difficile di fare le cose buone con poco. Sono felice che Jonathan componga il mio universo estetico. La copertina di Sospesi è perfetta.

Info e Contatti Nularse: https://www.facebook.com/nularse/

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