Onceweresixty: The flood | Recensione

Copertina del disco dei Onceweresixty "The flood"

I vicentini Onceweresixty hanno pubblicato il disco d’esordio dal titolo The flood, un album “fieramente” registrato in casa. Ecco la nostra recensione

Copertina del disco dei Onceweresixty "The flood"
Onceweresixty, The flood

Siete stanchi dell’iperproduzione di oggi? Ascoltando musica, volete avere la sensazione di poter toccare direttamente gli strumenti? Siete atterrati sul disco giusto.

The flood degli Onceweresixty ha il sound di chi suona in garage, fin dal primo pezzo All I want la chitarra è cruda, la batteria asciutta e il synth utilizza un suono dalla forma d’onda a dente di sega, bello tagliente.

Take me home ha tutto quel calore che solo il lo-fi sa dare, mentre la voce scorre malinconica.

Il synth, nonostante si comporti da elemento idiosincratico (in contrasto con tutto il resto, un po’ come faceva spesso quello degli Sparks), si inserisce invece in un contesto “fuori baricentro”, leggermente disagiato, dunque coerente con l’umore generale.

In Summer possiamo apprezzare un sentore di Low e Slowdive.

Un’iniziale sospensione ipnotica apre Six six sixty, per poi avviarsi in una partenza rustica, col bordo del rullante e un mood agrodolce, quasi barrettiano. Non so se c’entrino qualcosa, ma penso tanto ai Blur di “Tender” e “Beetlebum”.

In Delivery boy invece, la batteria sembra essere suonata come per un rituale, mentre il piano elettrico rende un’atmosfera notturna, contrastata dalla chitarra scarna e dall’elemento psych.

Rocksong è la canzone con lo spunto più orecchiabile, e tornano contrasti in The flood, tra la ruvidezza di chitarra e batteria ed un contraltare morbido e sognante di tastiere.

Altro pezzo ipnotico è Sunday, mentre un inaspettato botto sonoro apre il pezzo di chiusura, Antipopsong. Tempo di riprendersi, e ci si ritrova nello stesso ambiente di prima, nella sua fase a più alta rumorosità (ma non a più alta velocità).

Le distorsioni brillano sopra un fondo celestiale di cori e synth. Che dire, c’è davvero da nuotare, tra onde d’acqua e onde di viti e bulloni. Un disco davvero vivido.

Ascolta il disco The flood degli Onceweresixty su Spotify

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