Orlando Andreucci nasce a Roma il 7 giugno 1947. Artisticamente a 45 anni, e quasi per gioco. Oggi il Blog della Musica ospita Andreucci per una intervista nella quale ci racconta come vive la musica e il suo essere musicista.
Buongiorno Orlando. perché il suo disco “viene da lontano”?…
Il mio passato, che potrebbe essere quello di molte persone, è la somma di tutte le esperienze della vita che contribuiscono a creare il passato che appunto… viene da lontano.
“la vita la morte l’amore la sorte” un titolo quanto mai curioso, ce lo spiega?
Sono situazioni che vivono con l’essere umano. Si nasce, quindi si vive si muore si ama e si è amati o si ama solo o si è solo amati, e in tutto questo la sorte ha un ruolo a volte determinante, anche se i Latini dicevano che ognuno è artefice delle proprie fortune.
La sonorità musicale un po’ jazz un po’ latino americana di questo lavoro da dove è scaturita?
Dalla passione per questo tipo di musica che ho amato da giovanissimo e amo ancora oggi e le passioni, specie musicali, spesso lasciamo tracce o anche segni evidenti, anche senza che ci sia premeditazione.
Leggendo la sua biografia vediamo che lei ha iniziato a fare il musicista in età matura… cosa l’ha spinto a intraprendere questa strada, magari rimettendosi in gioco professionalmente? Prima di cosa si occupava?
Ho lavorato nell’ambito musicale per 20 anni, anche se era il settore commerciale, continuando il lavoro di mio padre ed è grazie a Lui se ho avuto la fortuna di avere a disposizione molta musica, all’epoca 33 e 45 giri, proveniente da etichette discografiche di tutto il mondo.
Prima seguiva la musica dall’esterno, ora c’è proprio dentro. Quali sono le cose che secondo lei non vanno nel mondo musicale di oggi…
La musica, come l’arte in genere, vive di stimoli e ispirazioni. Forse ciò che manca oggi è quel fermento che c’è stato in passato. Oggi poi non si semina, ma si cerca subito il raccolto a tutti i costi e con tutti i mezzi, e l’artista è solo un mezzo e non il fine. La musica è lo specchio della società e un società mediocre difficilmente crea nella musica, e in genere nell’arte, cose che lasciano il segno e che possano aprire nuove strade degne di nota.
Quale musica ascolta Orlando Andreucci, da quali autori ed interpreti si lascia affascinare?
Ascolto per lo più le solite cose di sempre, bossa nova jazz anche pop/rock/jazz prevalentemente americano. Ascoltando molte di queste produzioni c’è sempre molto da imparare e anche da godere di come i musicisti sanno rivisitare il loro passato artistico in modo più moderno, e aggiungo: un sax resta un sax come un contrabbasso o una chitarra, ma dipende dalle dita dalla testa e dalla sensibilità di chi li suona
Ha già in serbo nuove canzoni ed emozioni da regalarci in futuro?,
Scrivere è l’alimento di chi crea, senza pensare al futuro, è il momento di evasione e, se vogliamo, anche di illusione, ma essere adulti significa essere immuni ai fallimenti e sorpresi dei successi, il tutto con molto garbo e senza prendersi troppo sul serio…
Concludo dicendo che se una sola persona si emoziona allora possiamo dire che non è stata fatica sprecata.
Grazie Orlando per averci dedicato un po’ del suo tempo.