Ci spostiamo a Padova con gli OUTWAVE, tra le righe pop rock americano di un gruppo sulla scena da diverso tempo che però fa il suo esordio ufficiale con un album che custodisce un concept al suo interno. Ecco la nostra consueta intervista…
Le vicissitudini umane, spirituali e quotidiane di un ragazzo, immerso nella tempesta emotiva di ogni giorno, che risale una vetta metaforica sulla quale prende coscienza della futilità del tanto con cui adorniamo ogni santo giorno che Dio manda in terra, questo il concept del debutto degli OUTWAVE. Un mood main stream dai colori roots americani, patinati quanto basta per poterli benissimo sentire dentro i grandi contenitore dove certo non soffrirebbero il confronto con produzioni più prestigiose. Loro sono gli OUTWAVE e questo primo full length pubblicato dalla Seahorse Recordings si intitola, manco a dirlo, The Storm.
Di base iniziamo sempre chiedendo la ragione di certi nomi. E partiamo proprio da OUTWAVE: per voi cosa rappresenta e come siete arrivati a questa scelta?
Il nome Outwave porta con sè il nostro intento musicale: essere un “fuori onda” o “un’onda che porta fuori” dalle convenzioni e dalle mode, per poter sbrigliare le associazioni che si fanno quando si ascolta un determinato genere o stile.
In fondo alla pagina troviamo anche il video di lancio del singolo Moving Tangle che tra l’altro chiude la tracklist. Perché questa scelta?
Volevamo scegliere, come primo singolo, il brano che più racchiude una musicalità Rock ed energica e penso che Moving Tangle sia perfetta a questo scopo. Inoltre il testo abbinato al video sottolinea il finale del concept dove il protagonista finalmente trova il suo equilibrio liberandosi dalle “catene” che lo opprimono nella vita reale. Abbiamo davvero lavorato sodo per realizzare questo video e coniugare al meglio tutti gli elementi sonori e concettuali presenti. Un ringraziamento lo dobbiamo ad Andrea Bodo, co-regista del video, che grazie alla sua bravura non avremmo mai portato a casa un risultato di questa qualità.
E parlando proprio del vostro concept, dalla presa di coscienza di questo protagonista, dove si finisce?
Nel concept si articola la storia di un ragazzo che, attraverso una serie di vicissitudini metaforicamente associate a fenomeni naturalistici e ambientazioni pittoresche, subirà un profondo cambiamento. Ogni canzone compone un diverso momento emotivo del protagonista che affronta, passo dopo passo, l’imprevedibilità della vita. La Tempesta paragonata al caos o al turbine di violente emozioni, è sicuramente il punto focale dove, anche nella vita reale, stravolge la quotidianità delle cose. Il protagonista dopo aver affrontato il groviglio si libera dalle catene e corre verso un nuovo inizio.
Restando sul tema, parafrasando il titolo proprio del singolo che chiude il disco, mi chiedo: il finale della storia è il caos?
Dice il Testo: “Equilibrium is a moving tangle Equilibrium is in your hidden nest” – “L’equilibrio è un groviglio in movimento L’equilibrio è nel tuo nido nascosto”
Il nido che viene visto in “Autumn trees”, track del nostro album, sta a significare la rinascita. Immaginate nel grigiore dell’autunno con gli alberi spogli, un nido dove al suo interno nasce una nuova vita. “Moving Tangle” è un percorso che parte direttamente dalla ri-nascita e dalla nuova vita che affronterà il protagonista…il caos è quindi superato.
Il rock delle origini? Da dove nasce il vostro suono? E le chitarre floydiane sono un indizio per rispondere alla domanda?
Senz’altro il nostro sound ha radici fortemente rock infatti si può ben percepire in molte delle nostre canzoni. Veniamo tutti da quel mondo che sicuramente ha influenzato la direzione artistica del gruppo. Come anticipato dalla domanda ci piace anche creare atmosfere che rimandano ai Pink Floyd lavorando con effetti ambiente come riverberi e delay in modo da dare maggiore profondità al suono generale. Ci piace associare il nostro sound all’immagine del crepuscolo serale perché descrive bene la filosofia musicale degli Outwave caratterizzata, usando la metafora del giorno siderale, dalla vivacità e positività del dì ai tratti eteri e misteriosi della notte.
A chiudere: siete dentro la tempesta o ne state uscendo?
La Tempesta è sempre dentro noi.
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