INTERVISTA | Oyoshe in un hip hop esplosivo insieme a Lord Digga per la KML

Stay High è il nuovo brano della KML che miscela Hip Hop Italiano e Rap USA, facendo incontrare i rapper Oyoshe & Lord Digga, il primo da Napoli e il secondo conosciuto come il capo saldo della old school di Brooklyn, il tutto su una strumentale di Doc Ketamer. Li abbiamo incontrati

Ciao Oyoshe e benvenuto. Di cosa parli nel brano Stay High?

Ho scritto la strofa di Stay High durante alcune mie date in Olanda, organizzate insieme all’entourage di KML. Ovviamente, come ogni volta che scrivo, faccio un’analisi approfondita di quello che mi circonda nel momento e nel periodo in cui sto scrivendo. In quei giorni, preso dalla città e da tutte le persone che ho conosciuto, ho cercato di citare e menzionare tutto quello ho vissuto in quei giorni di tour, da Mama Rasha con la sua magnifica accoglienza di erbe mediche, alla Kush ed alla Haze assaggiata insieme agli artisti e allo staff di KML. Giorni veramente “High’’ per me, che ho impresso sul beat negli studi di KML quando pochi giorni prima di partire abbiamo deciso di incidere, già con l’idea di costruire una traccia posse con uno dei nostri rappers preferiti: Lord Digga.

Come sei entrato in contatto con Doc Ketamer e la KML?
Da anni, oltre la produzione artistica, mi occupo di tutto quello che concerne il mondo musicale: Organizzazione eventi, collaborazioni e promozione, produzione di merch e tutto quello che può servire al meglio per lo sviluppo di lavori e prodotti artistici di tutto rispetto. Grazie a tutto ciò, ho avuto l’occasione di lavorare con KML per sfruttare al meglio le nostre piazze ovvero Napoli ed Amsterdam, creando appunto una connessione per riuscire a portare LORD DIGGA in Italia, nel 2017, proponendo un super show insieme al rapper Rockness, nella città di Napoli. Da lì, abbiamo continuato questo percorso, suonando insieme a tanti artisti tra Napoli ed Amsterdam.

In questo pezzo con te c’è Lord Digga. Non è in realtà la tua prima collaborazione oltreoceano. Quanto è importante per te collaborare con artisti al di fuori dell’Italia?
Nel 2009 circa è iniziato questo percorso. È stato uno dei primi obiettivi/sogni che mi ha fatto realizzare il fatto che nulla è impossibile, tanto da riuscire ad accumulare quella forza di volontà che ti permette di rendere reali questi sogni: riuscire ad interfacciarsi con i propri idoli. Un’esperienza suscitata da tutti quei dischi di Dj’s e Producers che hanno fatto la storia di questo genere: The Beatminerz, Marco Polo, i volumi di soundbombing e tutte le produzioni e le collaborazioni di DJ PREMIER che mi hanno ispirato per questo percorso.

Dopo tutti questi anni di collaborazioni con artisti come Blaq Poet, Shabazz The Disciple, Army Of Pharaohs, Edo G, Akrobatik, mi sono avvicinato sempre di più alla scena USA e mi sono reso conto che è la piazza più disponibile a livello internazione, per quanto possa sembrare inarrivabile e distante, e maggiormente aperta a collaborazioni, anche più dell’Italia.

Lord Digga
Lord Digga

Per chi ancora non conosce OYOSHE, potresti dirci qualcosa di biografico?
Sono nato a Napoli nel 1991, nel quartiere Fuorigrotta, di fronte lo Stadio San Paolo, oggi ‘’Stadio Diego Armando Maradona’’.

Inizio ad appassionarmi alla musica grazie ad alcune cassette Soul e Jazz di mia madre. Da lì in poi sostituii i giocattoli con le cassette e lo stereo, fino a sviluppare uno smanioso interesse per il dub recording tra due cassette e le registrazioni di puntate radio, su cassetta, per poi selezionarmi le canzoni quando ritornavo a casa la sera dopo le partite a calcetto nel rione. Anche il calcetto in strada venne subito sostituito dallo skateboard, per poi addentrarsi nel quartiere armati di bombolette e voglia di conoscere altre persone con queste stesse passioni. Il freestyle l’ho intrapreso all’età di 11 anni circa, era il 2002 ed era stato annunciato Eminem ospite al festival di San Remo, la notizia catturò la mia attenzione, notando in quel giovane biondo tutte le attitudini che ricercavo e che sentivo mie. Fu allora che capii quali dovevano essere il mio lifestyle, il mio abbigliamento e il mio modo di fare. Ogni cosa l’ho fatta come un bambino preso dal suo gioco: scrivere testi, improvvisare rime, fare beats con la playstation e registrare la voce con un walkman erano i miei passatempi, passatempi che ad un certo punto hanno impegnato giornate intere.

Oggi, posso definirmi tra i più attivi nel campo musicale Hip Hop indipendente sul territorio. Continuo ad occuparmi di produzione e beatmaking con la stessa foga e passione con cui scrivo testi e improvviso le rime, e faccio dischi perché prima di un essere qualcuno che la crea la musica, sono qualcuno che la ama, anzi idolatra la musica.

Sei anche molto popolare per i tuoi progetti sociali, fra cui quel laboratorio sulla striscia di Gaza. Ne stai organizzando altri o stai portando avanti altri progetti nel frattempo?
Sono impegnato sul territorio con tantissimi progetti sociali insieme al mio socio Lorenzo Lodato, rapper e sociologo, in diversi ambiti, come scuole elementari, medie e superiori, sedi e centri di accoglienza, carceri e anche liberamente in strada per tutti i ragazzi e le ragazze che vogliono avvicinarsi all’hip hop.

Il progetto ‘’Gaza Is Alive 2019’’ è sicuramente tra i progetti che più hanno lasciato un segno, infatti grazie a questa esperienza, ha visto la luce il mio EP nato e prodotto appunto durante quei 16 giorni a Gaza, e poi pubblicato da Skill To Deal Records di Milano. Le attività di Hip Hop Pedagogia al momento sono una prerogativa, sia professionalmente, ma soprattutto personalmente, perché oltre ad aiutarmi a solidificare una rete (sono certo che tutte le persone che intraprendono queste attività, soprattutto i più giovani, difficilmente si dimenticheranno di noi) mi sta formando tantissimo dal punto di vista umano e personale. Con la mia associazione 4 Raw City Sound di cui sono il presidente, stiamo progettando tantissimi laboratori ed eventi che avvicinano i giovani alla cultura e alle attività dell’hip hop, come strumento di progresso sociale e personale, e siamo orgogliosissimi che questa piattaforma si stia rivelando sempre più utile e soprattutto producente. Infatti, è stato molto gratificante essere stati impegnati lavorativamente soprattutto negli ultimi due anni, durante i quali il nostro settore è stato maggiormente colpito dalla crisi post pandemica. Nonostante i tempi difficili che abbiamo attraversato, progetti del genere si sono confermati fortemente significativi per i giovani di ogni contesto sociale, risultando utili (mi permetto, anzi, di definirli “indispensabili”) per la loro crescita umana ed artistica.

Ascolta Stay High di Oyoshe e Lord Digga

Per quanto riguarda progetti personali invece? Stai lavorando a un disco?
Si, sono a lavoro già da un po’ ad un nuovo album solista. Nonostante i numerosi progetti a cui ho lavoro ogni anno, è dai tempi del mio album ‘’STAND UP’’ che non esco fuori con uno studio album da rapper, dove seleziono accuratamente argomenti e produzioni (anziché inserire tutto in un bootleg come con Waza Best Rap, che rappresenta una raccolta di tracce fatte in giro per gli studi in Italia). Stavolta sto lavorando al mio vero e proprio album che sarà sicuramente fuori per il 2023!

Doc Katamer ho una domanda per te: come mai hai chiamato proprio Oyoshe e Lord Digga per questo pezzo?
E’ nato tutto molto spontaneamente. Oyoshe si trovava ad Amsterdam per suonare, l’ho invitato in studio, gli ho fatto ascoltare qualche beat e lui ha subito registrato le sue 16 barre, prendendo spunto, proprio da quei giorni passati ad Amsterdam insieme. Poi, riascoltando la traccia, ho realizzato che, parlando molto dei vari tipi di erba  che aveva assaggiato qui, vi avrei potuto affiancare un fumatore d’eccellenza, e chi altro se non Lord Digga da Highsman?!

Che tipo di sonorità ci sono nel brano?
Io sono partito con un modus operandi old school, scegliendo un campione sul quale poterci adagiare una batteria di gusto prettamente boombap, poi invece in fase di mixaggio abbiamo cercato di lucidare tutto a nuovo e trattare i suoni in chiave piu moderna, per rendere il pezzo comunque attuale; ma a testimonianza del retrogusto old school, ho aggiunto, ad apertura del brano, il rumore di un braccetto del giradischi, una spruzzata di white noise, tipica del canale phono, attraverso il quale ascoltavi i vinili.

Tu, Doc, stai lavorando a qualcosa di personale invece?

Si, ho in cantiere due album praticamente pronti: il primo è il mio secondo Ep, che viaggia su sonorità, che vanno da diversi stili di tekno, alla elettro french-touch, alla drum’n’ bass neuro funk, e non sto prendendo in giro, è veramente un album cosi eclettico!

Il secondo è un album di rap con un mc sconosciuto, ma lo consiglio a tutti gli amanti del rap italiano old school; anche li le sonorità, di partenza, sono nostalgiche, ma poi ripuliamo tutto con un sound moderno e affilato. Nell’album ci sono, niente di meno, 3 featuring con dei mostri dell’underground di new-work: sto parlando di Ruste Juxx (Duckdown Records), General Steele (Smif-n-Wessun) and Tek (Smif-n-Wessun).

Senza parlare, poi, del fatto che, dopo questa prima collaborazione, sicuramente con Oyoshe, abbiamo intenzione di farne seguire delle altre, portando nelle nostre produzioni, altri grossi nomi, che vi annunceremo presto! Ok, scusate… la domanda era riguardo a progetti “personali” …e sono partito un po’ per la tangente… ma come facevo a non dirvi certe cose?! 🙂

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