ALKEMÈLIA è il nuovo disco di inediti della cantante lirica Paola Massoni con 19 brani tra i quali anche alcune musiche su testi di Iacopone da Todi e Gabriele Serantoni. Ecco la nostra intervista…
Parlare di questo nuovo lavoro della cantante lirica Paola Massoni è davvero un’impresa quasi titanica visto il gigantesco mondo che si cela dietro le trame più intime e quelle più sfacciate. Si intitola ALKEMÈLIA, ben 19 tracce che coronano il delicatissimo equilibrio che c’è tra la canzone pop e il canto lirico, tra l’elettronica e momenti strumentali.
Brani inediti scritti di proprio pugno ma anche qualche piccola libertà di musicare testi di Gabriele Serantoni o di Iacopone da Todi. Un disco figlio di uno spettacolo teatrale, una trilogia che la Massoni ha portato in scena, un disco che la massoni ha raccolto in qualche modo in un libro… ALKEMÈLIA è un mondo, dicevamo, il misterioso mondo di Mélia che Paola Massoni narra, inventa, canta, lascia scivolare in un ascolto davvero importante che ahimé sfiderà la superficialità del pop a cui siamo abituati. Dedicare tempo e attenzione a questi momenti di ascolto, lunghi, intensi, densi di vita. La tessitura si fa difficile da spiegare. Lasciamo spazio alla musica…
Complimenti per questo video che mandiamo in rotazione sulle nostre pagine. Scenari davvero suggestivi. Come li hai scelti?
Sono i luoghi dove andavo sempre da bambina con mio padre e il mio cane. Ho sempre amato fare lunghe passeggiate nei boschi, quando riesco a farlo ritrovo un senso di pace, rimetto a posto i pensieri e tornare in quegli scenari è stato come fare un tuffo nella mia infanzia e offrire un omaggio alla bellezza della mia terra.
Gli interni sono di quel castello che vediamo? In quale epoca ci troviamo e quanto tutto questo è filologico con il brano?
In molti me lo chiedono, ma non posso svelare il mistero. Non c’è un’epoca precisa, il luogo è un non luogo e il tempo è un non tempo. Come l’amore è sempre amore in ogni epoca. C’è la vita e la vita al di là del bosco, quella dove i bambini sentono e vedono cose che poi da adulti si dimenticano ma non del tutto, per fortuna.
E penso che niente sia un dettaglio di casualità. Come l’abito di scena, come il suo colore, come l’albero maestoso che accoglie e protegge… come il gioco degli scacchi… vero?
Esatto… posso dirti che il grande albero è quello di Pinocchio e il colore del mio vestito potrebbe farti pensare ad un personaggio misterioso… Siamo senza dubbio in un clima fiabesco e tutto rimanda ad una realtà impalpabile che va oltre la quotidianità, la vita irrequieta, veloce, caotica, quella che ci fa perdere di vista le nostre radici, il legame profondo che abbiamo con la natura e con il mistero dell’esistenza che non si esaurisce in ciò che è materiale. Riuscire a capirlo non è semplice, come non è semplice fare scacco matto.
Unisci il passato e una certa tradizione al presente e se vuoi l’elettronica ci trasporta anche al futuro. Ti senti più figlia della tradizione o pellegrina del futuro?
Mi sento pellegrina, mi sento tramite, mi sento in viaggio come Mèlia, il personaggio della Trilogia teatrale da cui sono tratti i brani dell’Album Alkemèlia, e percorro i mondi della Natura, dell’Anima e dell’Oltre verso un futuro che sento ciclicamente collegato al passato e da questo dipende irrimediabilmente, come il serpente uroboro .
E restando sul tema: quanto passato o quanto futuro hanno contribuito alle scelte di questa produzione?
La mia formazione classica musicale e letteraria fanno parte del mio passato, non sarei chi sono senza ciò che sono stata, ma questo progetto che comprende la Trilogia teatrale e l’Album Alkemèlia è in cammino, non è un progetto chiuso in sé, nasce come sperimentale ed è aperto al futuro.
A chiudere. Prima prova come cantautrice. Da scrittrice, misurarti con la forma canzone, cosa ti ha lasciato? Una veste che ti si addice o qualcosa che in fondo ti va stretta?
Mi ha fatto molto piacere scrivere canzoni, come mi ha appassionato scrivere anche altri brani più complessi come Visio, Limbo, Lamentomi et sospiro e altri. Mi misurerò ancora con la forma canzone, sperimentando altre sfumature della mia voce e altri tipi di scrittura, perché no, lo faccio perché mi spinge il mio desiderio di comunicare e di condividere con gli altri un messaggio e la canzone penso che sia un ottimo veicolo. So già che non sarà l’unico, che ci posso fare, una veste sola non mi basta! Deve essere tutta colpa degli astri: nata sotto il segno dei pesci, cuspide vergine e leone…insomma siamo in tanti e ognuno vuol dire la sua!
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