Giorgio Verdelli: Paolo Conte | Libro

copertina del libro Paolo Conte di Giorgio Verdelli

Paolo Conte di Giorgio Verdelli è in libreria per Sperling&Kupfer. Il volume è a metà strada tra l’adattamento e la trascrizione. Ecco la nostra recensione

copertina del libro Paolo Conte di Giorgio Verdelli
Il libro di Giorgio Verdelli

E’ uscito per Sperling&Kupfer il volume Paolo Conte dello scrittore Giorgio Verdelli.

«Era meglio il libro», si diceva un tempo, prima che l’abitudine alla novelization confondesse il pendolo tra cinema e letteratura.

Il Paolo Conte di Giorgio Verdelli è un caso particolare, ponendosi a metà strada tra l’adattamento e la trascrizione, rispetto al recente e apprezzato biopic Via con me dello stesso regista napoletano. Dalla pellicola alla carta stampata si conserva la medesima intenzione documentaristica, e un simile avvicendarsi di voci. Quella di Verdelli e quella di Conte, innanzitutto; narratori equamente onniscienti, autorialità dialoganti secondo uno schema in via di sviluppo nella letteratura musicale e musicologica del nostro tempo.

Ma non solo. Perché le voci si infittiscono (e sarebbe fin troppo facile parlare di controcanto, essendo il cantautore astigiano il soggetto-oggetto dell’opera). Il libro di Giorgio Verdelli, di capitolo in capitolo, si presta a essere il Paolo Conte di Renzo Arbore, Pupi Avati, Jane Birkin, Stefano Bollani, Vinicio Capossela, Caterina Caselli, Giorgio Conte, Francesco De Gregori, Cristiano Godano, Guido Harari, Paolo Jannacci, Jovanotti, Patrice Leconte, Isabella Rossellini, Peppe Servillo, Giovanni Veronesi. E infine, di Roberto Benigni, che chiude la ricca rassegna con un panegirico dei suoi.

«Era meglio il film»? Probabilmente sarebbe giusto interpretare questo Paolo Conte di Giorgio Verdelli come tassello di un ipertesto in cui la pagina offre alle testimonianze orali dei protagonisti un senso e un valore complementari rispetto alla parola mediatizzata.

Un docubook che dell’avvocato più amato d’Italia restituisce un ritratto in parte autonarrato, in parte ricostruito dalle altre voci migrate dallo schermo alla pagina.

In fondo Conte lo sa bene: «Si nasce soli e si muore soli, in mezzo c’è un bel traffico».

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