Oggi per i lettori del nostro Blog della Musica abbiamo incontrato Paolo Filippo Bragaglia, per brevità discografica Paolo F. Bragaglia come recita la copertina del suo ultimo lavoro discografico The man from the lab. Disco elettronico tutto sintetizzatori e ricerca sonora che come richiama il titolo sembra realizzato in laboratorio…
Ciao Paolo Filippo Bragaglia e benvenuto. Ci puoi dire in poche righe qualcosa su di te?
Ciao Anna, beh come scrivo spesso nella mia bio sono nato in un mondo analogico e mi sono spinto fino a questi giorni digitali. Non sono più di primo pelo e faccio musica da tanto tempo, l’elettronica poi è una vecchia passione iniziata all’epoca della New wave negli anni 80. Da quel tempo remoto sono successe tante cose e nel frattempo sono riuscito anche a fare della musica un lavoro. Da tanti anni oltre ad occuparmi di produzioni discografiche faccio musica per i media più disparati, televisione pubblicità cinema, colonne sonore per il teatro e sonorizzazioni.
Come è nato questo lavoro di Paolo Filippo Bragaglia?
È nato spontaneamente, durante il primo lockdown mi son trovato come tutti nell’impossibilità di fare tante cose e così, giorno dopo giorno, ha iniziato a prender corpo quello che sarebbe stato il mio nuovo album, il primo dopo lunghi anni. Il clima straniante della pandemia in cui eravamo precipitati tutti quanti, il senso di spaesamento quasi da film distopico è stata la suggestione primaria per dare vita a questa immaginaria colonna sonora di una serie televisiva fatta nel passato ma in un’altra dimensione. E per me è stata anche l’occasione per riscoprire quei suoni che tanto mi affascinavano quando ero ragazzo, quelli che popolavano i dischi della cold wave di fine ’70 e primi ’80, perfetti per l’atmosfera di quel periodo. Che comunque ho usato solo come punto di partenza per poter fare qualcosa al passo dei tempi…
Chi è The man from the lab?
Il misterioso personaggio al centro della vicenda di questa immaginaria serie televisiva. Un uomo che lavora in questo laboratorio biochimico ma si sospetta sia venuto dal futuro (siamo nei primi 80) a portare un virus che appartiene ad un’altra linea temporale. Inutile dire che questo materiale narrativo è agganciato direttamente alle suggestioni del nostro periodo storico.
Sono 9 le canzoni che compongono questo tuo ultimo disco, i titoli richiamano a loro volta azioni che si fanno nei laboratori, qual è il filo conduttore che le lega?
Esatto, trattandosi una finta colonna sonora ho fatto come si fa quando si compongono le colonne sonore per i film e per le serie televisive: si connotano i vari brani a seconda delle scene in cui sono utilizzati o cui sono destinati. In questo caso ci sono elementi che appartengono alla vita del laboratorio e soprattutto sono evocati quelli che sono i protagonisti dell’album, secondo me, ovvero gli animali da laboratorio e la loro triste vita.
Ho letto che questo tuo Lp è realizzato come la colonna sonora di un’immaginaria serie televisiva ambientata in un mondo distopico. Guardando a serie di culto: è più affine a “Ai confini della realtà” o al più moderno “Black Mirror”?
Nettamente Black mirror anche se mi piace immaginarne una versione con un’estetica di fine anni 70.
Quali sono i riferimenti musicali di Paolo Filippo Bragaglia?
Come ti dicevo prima, io sono nato musicalmente nella New wave e sappiamo che quello che assorbi quando sei adolescente ti rimane dentro per tutta la vita. Poi ho avuto modo di espandere tantissimo naturalmente i miei orizzonti musicali fino a ad appassionarmi della musica del 900, la musica antica, le colonne sonore le la musica elettronica dei primordi ma anche la formidabile scena degli anni 90 che ha dato origine a tanti e tanti episodi di creatività elettronica straordinaria, da tutto il mondo Warp passando per Touch e Raster Noton.
I tuoi prossimi progetti artistici?
Sto finendo di produrre un disco che uscirà presto, è un duo, io e Roberto Lucanero che unisce l’organo portativo medievale all’elettronica. Si tratta di un progetto incentrato esclusivamente sulla riproposizione di brani medievali italiani, una specie di cover band di brani di 7/800 anni fa. Poi, è quasi pronto il successore di “Tha Man From The Lab”, un album al quale sto lavorando da molto tempo che, però è stato anticipato nell’uscita da questo lavoro pandemico, al quale, devo dire, mi sono già molto affezionato.
Ringraziamo Paolo Filippo Bragaglia di essere stato con Blog della Musica
Ma grazie a voi è stato un vero piacere. A prestissimo che in bocca al lupo per tutto!
Guarda il video di Dust di Paolo Filippo Bragaglia
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