INTERVISTA | Gerson: il punk italiano della scena indie

Paolo Gerson, leader e voce dei GERSON scende in campo da solista con un disco dal titolo Le ultime dal suolo in alta fedeltà. Ecco l’intervista di Blog della Musica

E per chi seguiva Paolo Gersoon e i Gerson sa che non può aspettarsi che una canzone d’autore di stampo “punk” con le dovute virgolette perché in realtà di quel movimento inglese resta un retrogusto forse più atteso che evidente.

A quanto dice siamo sicuri che non sarà d’accordo ma ci si sente del sano pop in pezzi come Domicilio confuso, in Se ci passi con la testa o nel singolo di lancio Silenzio per favore… un suono certamente più ruvido del solito, forte e sfacciato di carattere e con tanti arrangiamenti che lasciano pensare all’America di strada più che al main stream italiano… e poi spruzzate di grunge e quel certo modo di disegnare la voce che – questo si – riporta alla grinta dei movimenti rock inglesi e tanto altro che si traduce anche in un gusto importante per le scelte artistiche di tutto il lavoro.

E c’è la vita con disincanto e quel fare privo di malizia. In rete il video ufficiale di Silenzio per favore: un invito sottile a smetterla di fare i sapientoni su tutto ogni volta che il caso ne dia possibilità. E per il resto della tracklist di certo Paolo Gerson non la manda a dire… non è uno dei tanti sacerdoti dell’indie maniera, ma è uno che non ama stare proprio tanto al posto suo.

Questo titolo assai figurativo: quali sono le ultime dal suolo? E perché in alta fedeltà?
Le ultime dal suolo non sono delle migliori, basta guardarsi intorno per fare un bilancio. Tutto sta cambiando, molti di noi però sono troppo impegnati a fare a gara per sentirsi migliori degli altri. In alta fedeltà? Perchè tutto quello che scrivo proviene dal basso, dal suolo, da quello che vedo e vivo ogni giorno, di conseguenza è più che fedele.

Che sembra poi una trovata autoironica per puntare il dito alla spesso cattiva qualità di produzione dei dischi di oggi… o sbaglio?
Il titolo nonostante possa trarre in inganno è molto intimo, e proviene da ciò che sono. Non ho pubblicato un album per arrogarmi il diritto di giudicare il lavoro altrui, poi ovviamente ci sono dischi che mi piacciono, altri di cui avrei fatto volentieri a meno ma credo sia così in tutto quello che ci capita davanti.

Punk. Una parola che ormai va tanto di moda per coccolare le nostalgie del passato. Che significa per te che il punk l’hai vissuto sulla tua pelle?
Il punk a mio modesto parere non va di moda e quel poco che c’è rimasto devi andare a cercarlo, certo non parlo delle ultime band che anche oggi sono capaci di portare avanti dei tour. Il punk l’ho vissuto prima come ascoltatore e poi come musicista, certo i Gerson sono arrivato quando tutto il codazzo del punk italico stava già scemando. Triste ma vero, credo ci sia ancora bisogno di punk, lo penso spesso.

In questo primo disco da solista ti fai molto “pop”. Che mi dici? Una mia impressione o una codifica di attualità?
A mio avviso . Il mio disco suona rock, con venature acustiche e cantautoriali, ma se ne sta ben lontano dal pop. In fase di stesura sono stati esclusi brani che potessero far pensare al pop. Per pop intendo quello che viene definito pop in Italia.

E secondo te il punk è morto e sepolto?
Come direbbe qualcuno, la situazione è grave ma non è seria!

E dei Gerson che rimane oggi?
Tanti ricordi, chilometri e magliette intrise di sudore.

Info: https://www.facebook.com/gerson.milano/

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