Intervista a Paolo Mandelli presidente dell’Orchestra Filarmonica Italiana

Il 12 novembre si aprono le porte del Teatro Salieri che annuncia una stagione ricca di spettacoli: dalla musica alla prosa alla danza e l’OFI puntellerà la Stagione del Teatro Salieri con ben 5 appuntamenti, tutti molto differenti fra di loro, quasi ad attraversare generi e storia della musica. Abbiamo intervistato Paolo Mandelli, Presidente dell’Orchestra

Il Salieri di Legnago apre i battenti con un concerto dell’Orchestra Filarmonica Italiana, presieduta da Paolo Mandelli, e di Andrea Bacchetti nei doppi panni di pianista e maestro concertatore; in programma il Concerto in do min k491 di Mozart nella versione cameristica di Ignaz Lachner e il Concerto in re maggiore per pianoforte e Orchestra di F. J. Haydn.

Diamo il benvenuto a Paolo Mandelli su Blog della Musica. L’OFi puntellerà la Stagione del Teatro Salieri con ben 5 appuntamenti. Che programmi avete scelto e con quali criteri

È stato interessante programmare i 5 appuntamenti dell’Orchestra Filarmonica Italiana (OFI) abbracciando una varietà di linguaggi musicali e stili nella sua stagione al Teatro Salieri. Questa diversificazione dei generi musicali offre al pubblico un’ampia gamma di esperienze musicali, dai classici di Haydn e Mozart al suggestivo mondo del tango di Astor Piazzolla, dalle affascinanti colonne sonore dei film Disney all’energia e alla creatività del jazz con Enrico Pierannunzi. Questo approccio trasversale riflette l’apertura di OFI verso la sperimentazione e l’esplorazione di nuovi orizzonti musicali. La capacità di spaziare attraverso diversi generi musicali mostra la versatilità dell’orchestra e il suo desiderio di coinvolgere un pubblico variegato. Inoltre, la partecipazione a progetti discografici jazz e performance di musica pop-rock evidenzia la flessibilità dell’orchestra nel soddisfare le esigenze dei diversi linguaggi musicali.

Un’orchestra che affronta il rapporto con il Jazz, inevitabile ai nostri giorni: come gestite il rapporto fra scrittura e improvvisazione?

Siamo un’orchestra che ama confrontarsi con scritture diverse da quella classica e direi non solo con il jazz ma anche con pop e rock. Sicuramente con questo linguaggio c’è un rapporto privilegiato dove la scrittura e l’improvvisazione in un contesto orchestrale jazz può variare notevolmente in base alle preferenze del compositore, del direttore e dei solisti. La scrittura per l’orchestra rimane decisamente una scrittura dettagliata con armonie spesso complesse e arrangiamenti specifici per sfruttare al meglio la grande tavolozza dei colori che solo l’orchestra permette. La parte di improvvisazione rimane solitamente in capo ai solisti, dico solitamente perché ormai, anche molti musicisti classici hanno studiato ed assimilato il linguaggio jazz che può essere parte del percorso di studi in conservatorio.

E poi il mondo di Walt Disney: il che significa sia con la scrittura per colonne sonore che in rapporto con una grande fetta dell’immaginario collettivo dell’infanzia di molti di noi, grandi e piccini. Su che arrangiamento avete lavorato?

Le colonne sonore dei film Disney sono spesso caratterizzate da canzoni iconiche e musiche originali che contribuiscono a creare atmosfere emotive e coinvolgenti nei film. Queste canzoni diventano spesso parte integrante dell’infanzia delle persone e rimangono nelle loro memorie per tutta la vita. Gli arrangiamenti elaborati dal Maestro Domenico Clapasson, che sarà anche il concertatore dell’ensemble, sono pensati per catturare l’essenza delle canzoni Disney e offrire al pubblico un’esperienza musicale vicina a quella originale nonostante la versione quasi cameristica che vede sempre centrale il ruolo della Voce solista.

Pensare la scrittura orchestrale nell’era 3.0: che cosa comporta?

Comporta l’adattamento alla cultura e alla tecnologia contemporanea per poter dialogare con un pubblico che è in continua e sempre più rapida evoluzione. I compositori possono mescolare strumenti acustici tradizionali con suoni elettronici per creare paesaggi sonori unici e devono considerare come la loro musica si possa integrare con tecnologie audiovisive o installazioni interattive e performance in realtà virtuale realizzando sempre più uno spettacolo multidisciplinare.
Il tutto senza dimenticare la cosa più importante:   la musica ed il teatro devono essere fonte di  emozione.

Il vostro ieri e il vostro domani: come nascete e come immaginate il vostro futuro?

L’orchestra Filarmonica Italiana nasce da un gruppo di musicisti che uniti in una cooperativa ha cercato negli anni di esprimere un organico di grande qualità, duttile e dinamico capace di posizionarsi in un mercato, quello della musica, che richiede grande competenza ma con risorse economiche ridotte.  Dal 2008 ad oggi abbiamo ottenuto risultati importanti collaborando con molti teatri di tradizione, stagioni concertistiche e promoter nazionali ed internazionali, cercando di guardare agli obbiettivi raggiunti non come arrivi ma come nuove partenze.   ll futuro di OFI dipenderà dalla sua visione artistica, dalle risorse a disposizione e dalla capacità di adattarsi alle mutevoli esigenze del pubblico e del settore musicale. Con una combinazione di creatività, impegno e flessibilità, OFI potrebbe continuare a prosperare e a contribuire all’arricchimento della scena musicale italiana e internazionale.

Prossimi impegni?

Oltre alla stagione presso il Teatro Salieri e a quella che stiamo concludendo presso il Teatro Arcimboldi di Milano dove abbiamo una residenza artistica, l’orchestra sarà impegnata nelle stagioni liriche dei teatri di Piacenza, Modena, Reggio Emilia e Novara.  A gennaio 2024, dopo gli innumerevoli concerti di fine e inizio anno, saremo a Berna (sala grande del Casinò) e nei mesi successivi a Zurigo (TonHalle) e Lucerna (KKL) città dove torniamo ogni anno, anche più di una volta, con programmi importanti che vedono protagonisti i grandi compositori italiani (Verdi, Puccini, Mascagni, etc).   

Contatti

  • Website: https://www.orchestrafilarmonicaitaliana.it/
  • Website: www.teatrosalieri.it

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