Abbiamo scambiato qualche battuta con Pavese Rudie, autore dell’album Magg un lavoro discografico che è un vero e proprio manifesto della naturalezza con cui è stato prodotto, conservando allo stesso tempo un’attitudine raffinata. Ecco cosa ci ha raccontato in questa intervista
Ciao Pavese Rudie, ci siamo presi il giusto tempo per ascoltare il tuo album Magg, dopo aver ospitato l’anteprima del singolo “Still”. È emerso un lavoro eterogeneo che si apprezza se ascoltato traccia dopo traccia. Quali sono i tre brani che secondo te rappresentano al meglio il concept di Magg?
Ciao a tutti e a tutte. In questa selezione di brani includerei sicuramente Musique, Replay e Sara. Credo possano rappresentare tre stili differenti ma legati ad un Sound che li accomuna.
Diversi stili, diverse sonorità, diversi temi. Qual è l’ascoltatore ideale del tuo album? Come te lo immagini?
“Magg” è sicuramente un disco particolare, che rappresenta per me stesso un qualcosa di diverso dal solito. Credo che questo lavoro possa essere più trasversale rispetto ad altro fatto in passato e quindi definire un ascoltatore tipo è ancora più difficile ma allo stesso tempo anche più stimolante. L’ascoltatore ideale di “Magg” ha dalla sua l’amore per la black music, l’attenzione alle parole e la voglia di andare oltre gli schemi.
Il tuo percorso musicale è caratterizzato da esperienze quasi esclusivamente connesse al mondo reggae, con una vena cantautorale esplicita. Ti chiediamo: chi è Pavese Rudie dopo ‘Magg’? Qual è la tua identità artistica attuale?
Fondamentalmente mi ritengo un cantautore, che in Giamaicano potremmo chiamare “Singjay”. Il Reggae e la Sound System Culture sono le mie basi e le mie fondamenta, ma sono fondamenta poco gelose che mi danno la forza e la voglia di scoprire mondi nuovi per poi fondere passato, presente e futuro in un Suono. Credo che ad oggi il mio obiettivo sia quello di seguire la ricerca del Suono, aldilà degli stili.
La promozione e diffusione di un album così particolare nel 2023 dove i singoli la fanno da padrone, i numeri sono quasi l’unico parametro preso in considerazione e chi scrive testi si guarda bene da non oltrepassare la “safe zone”. Quanto è difficile (o facile) far arrivare Magg a chi è pontenzialmente interessato ma invaso da nuova musica e informazioni?
La Musica purtroppo negli ultimi anni è diventata un “contenuto” che non deve più fare i conti con le canzoni, ma con i pochi secondi che spesso le persone le dedicano scrollando con il telefono. Le difficoltà sono molte e le avverto, ma allo stesso tempo l’impegno ed il lavoro ripagano sempre; quindi l’obiettivo rimane sempre quello di migliorare, migliorarsi e “Magg” per me rappresenta sicuramente un salto di qualità a 360 gradi.
Guarda il video Replay di Pavese Rudie
Che musica ascolti? Chi sono i tuoi riferimenti? Consigliaci qualche artista che secondo te vale la pena ascoltare!
Ascolto davvero tantissima musica, partendo dal Rocksteady fino alla Bossanova, dall’Hip Hop al Grunge. In questo momento seguo con molta attenzione l’evoluzione di un’artista che sta dando una bella ventata di freschezza alla scena Afrobeat, si chiama “Pheelz”. Suono minimale, potente e colorato. Da ascoltare a volume alto in una bella giornata di sole.
Hai presentato Magg live a Roma pochi giorni fa. Raccontaci com’è stato e quanto la dimensione live sia importante e rigenerante per un’artista come te.
E’ stata un’esperienza stupenda. Abbiamo finalmente portato Magg tra le persone, e non solo metaforicamente. Abbiamo scelto di non suonare su un palco, ma portando il set live allo stesso livello delle persone, per avere una dimensione ancora più intima. La Musica è fatta per essere suonata e condivisa, solo in quel momento tutto torna. Non vedo davvero l’ora di portare “Magg” in giro per l’Italia.
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