INTERVISTA | Pianista Indie: la mia musica è flusso di creatività in evoluzione

Fuori dal 15 aprile 2022 per l’etichetta Fenix Amsterdam, il nuovo singolo di Pianista Indie. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui

Inarrestabile la vena creativa di Pianista Indie; dopo una serie di perle – Life, il film / La Droga / Non fare il Cremlino – che in questa prima parte del 2022 sono rotolate tra le nostre vite mettendole un po’ in subbuglio, innescando emozioni contrastanti e particolarmente vive, ecco un’altra canzone preparata con un testo prezioso, con parole cesellate tra coscienza nomade e quel cinismo che rende la vita più leggera.

Benvenuto Pianista Indie su Blog della Musica! La tua carriera musicale inizia ufficialmente nel 2018 con il singolo “Urologia”. Come è evoluta la tua musica da allora?

Sento di essere in viaggio. Sto facendo il mio percorso. Sono a mio agio. Ho intorno a me persone con le quali mi trovo bene. Un’etichetta discografica che stimo. La fiducia è la prima cosa. La mia musica è flusso di creatività in evoluzione. Sperimentazione. Risento di quest’epoca e degli stimoli che ricevo. Produco tutto da me. Per ora va bene così. Ma non disdegno collaborare. Spero di farlo sempre e solo con le persone giuste. 

Da dove è arrivata la necessità di dare vita al progetto di Pianista Indie?

Quando non hai più nulla da perdere riesci a creare cose incredibili. Pianista Indie nasce dal vuoto. Pianista Indie nasce dal disordine e dalla solitudine. Dal dolore anche. Adoro scrivere per Pianista Indie. È vitale!

Parlando del tuo ultimo singolo, hai raccontato che Amsterdam è una città che ti ha cambiato la vita e che la tua musica deve moltissimo a lei. Vuoi dirci qualcosa di più? Quali sono le cose che hai capito durante i tuoi viaggi?

Amsterdam a differenza di molti altri luoghi è un non luogo. Ho pianto di gioia in quella città. Ho capito che avevo già tutto e bisogno di nulla. Molti ritrovano se stessi in India, per me è successo ad Amsterdam.

Il potere delle parole è molto importante in questo pezzo. Hai voglia di raccontarci come hai portato avanti la fase di scrittura?

Di solito scrivo testo e musica insieme al pianoforte e quando non succede così, quasi sempre cestino tutto e riparto da capo.

Era notte, avevo bevuto ed ero solo. Mi sono seduto al piano e con un foglio in mano ho scritto le parole. Non ci sono trucchi. Non servono più. 

Parliamo un po’ delle tue esperienze live: qual è stato per te il concerto più importante e perché?

Se ti riferisci ai concerti di Pianista Indie, sono appena tornato da una data a Parigi, che cristallizzerei nella top 3 della mia carriera. Se invece ti riferisci ai concerti che ho visto, direi che Pink Floyd, Pino Daniele e Blur mi hanno segnato in modo violento. 

A quando un prossimo disco del Pianista Indie?

La parola disco mi mette ansia anche solo a pensarci. Serve oggi fare un disco? Boh, sai che non lo so mica? Non voglio pensarci. Per ora scrivo musica e la pubblico, poi si vedrà.

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