INTERVISTA | Proia e il nuovo EP art pop: Il Controesodo

Lo scorso 28 aprile è uscito Il Controesodo, il nuovo EP di Proia, una raccolta in cinque tracce con cui l’artista ci accompagna in un mondo di “musiche fragili come case antiche”. Un progetto art pop con influenze cantautorali da ascoltare senza pregiudizi, lasciando che l’orecchio si faccia testimone di una vita che altro non è che un “catalogo di storie”.

Abbiamo chiesto al cantautore PROIA di raccontarci qualcosa di più sulla sua esperienza artistica:

Ciao Proia, come ti presenteresti a chi sente parlare di te per la prima volta?

Sono una persona che vive in mezzo agli Appennini tra Lazio e Abruzzo, che scrive ogni tanto libri, ogni tanto canzoni.

Come lavori quando crei un nuovo pezzo? Studi tutto a tavolino oppure ti lasci completamente guidare dall’ispirazione?

Per la parte musicale mi lascio molto andare, difficilmente ho un’idea di musica che svilupperò in seguito, non sogno le note per capirci. Viene quasi sempre tutto sul momento. Sui testi è diverso, perché ragiono tanto tempo sui temi delle canzoni, quindi mi preparo il terreno. Però poi l’atto pratico della scrittura del testo è molto istintivo, alcune parole arrivano da non so dove e sono perfette per quello che voglio dire.

Qual è secondo te la situazione ideale per ascoltare il tuo nuovo Ep “Il Controesodo”?

Con le cuffiette mentre si passeggia per un borgo abbandonato.

Oltre a essere un musicista sei anche uno scrittore. Come convivono queste due passioni?

Le due cose devono necessariamente essere separate, almeno fino ad ora lo sono state. Cerco di lavorare su sfere molto diverse, che richiedono modi diversi di produrre e quindi di pensare. Se sto scrivendo canzoni non faccio altro. Se sto scrivendo racconti non consento alla mia testa di pensare alle canzoni, perché spostare le idee da un ambito all’altro provocherebbe solo grande confusione.

Parliamo di musica dal vivo: qual è il più bel concerto cui hai assistito?

Credo Motorhead + Iron Maiden allo stadio olimpico a Roma. Durante gli opening acts sono quasi svenuto per il caldo e la ressa, ma poi mi sono ripreso, e non credo di essermi mai mosso così tanto per due ore di fila.

Cosa succederà da ora in avanti?

Una delle pochissime cose che ho imparato dalla vita è che quello che ci capita non somiglia mai alle nostre aspettative, quindi non mi sbilancio. Ho dei nuovi pezzi in cantiere, molto diversi da questi, proverò a divertirmi di più.

Social e Contatti

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