ANTEPRIMA | Prowlers: Freak Parade

FREAK PARADE il disco dei Prowlers. Dopo Not by my side/Joseph Merrick, arriva in anteprima su Blog della Musica questo concept-album sui generis dalle sonorità eterogenee, denso di suggestioni filmiche. Ecco la guida all’ascolto…

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Freak Parade, Prowlers

In uscita il 28 settembre Freak Parade dei Prowlers, una sorta di concept-album sui generis dalle sonorità eterogenee, denso di suggestioni filmiche. L’album è preceduto dal doppio singolo Not by my side/Joseph Merrick, disponibile per l’acquisto e l’ascolto su tutti i maggiori digital stores e in rotazione radiofonica su oltre ottanta emittenti.

Freak Parade è promosso da Verbatim Ufficio Stampa di Claudia Erba e distribuito da La Stanza Nascosta Records di Salvatore Papotto, etichetta discografica con sede ad Alghero (SS), ma operativa sull’intero territorio nazionale. Freak Parade, dalla gestazione lunga e complessa, contiene ben dieci tracce e, rispetto al precedente The shadow of Tomorrow ha un’impronta maggiormente introspettiva.

In anteprima esclusiva sul Blog della Musica trovate le sonorità hard rock di Turtle man e una guida all’ascolto dell’album tecnica e dettagliata, redatta direttamente dalla band pesarese.

L’attuale line-up della band pesarese, attiva dal 2004, annovera Luca Segatori (voce e chitarra), Massimo Trivento (tastiere), Francesco Vichi (batteria), Sebastian Magni Marcowicz (basso), Alessandro Santoriello (chitarra).

Guida all’ascolto di Freak Parade

Nonostante Freak Parade non sia un vero e proprio concept album ci sono tematiche che accomunano tutti i brani, infatti l’intero album parla di diversità, emarginazione, sfiducia nel prossimo e perdizione. I generi musicali vanno dall’hard rock al folk passando per la psichedelia e il progressive; nonostante la diversità dei generi si trova comunque in ogni brano un’atmosfera cupa e molto introspettiva.
Il titolo e il concept grafico illustrano bene lo sviluppo del progetto: infatti Freak Parade narra una serie di situazioni grottesche e disperate vissute da personaggi emarginati e ai limiti della società, che devono fare i conti con un sistema che non li accetta, con le conseguenze dei loro comportamenti devianti e con i tarli della propria psiche. A seguire un elenco delle canzoni illustrate una per una.

Golden Bricks

Il brano di apertura dell’album è Golden Bricks, un mid-time di rock psichedelico. Il riff principale è un tango elettrico suonato da due chitarre all’unisono in cui le orecchie più attente noteranno la citazione di un passaggio dell’Ave Maria di Schubert. La melodia è solenne e grave. Il cantato invece si alleggerisce in una melodia più leggera e beffarda, per poi aprirsi in un ritornello che risolve in accordi pieni. La canzone termina con una lunga parte strumentale in cui tastiera e chitarra dialogano su un giro di due accordi sospesi e ipnotici, in un crescendo che termina in un bolero cadenzato, impreziosito da lontani interventi di un violino elettrico.
Questo brano racconta di individui che, trovandosi in una realtà in cui non riescono a vivere, sviluppano nella loro mente una realtà parallela e distorta nella quale trovare finalmente un porto sicuro. Il titolo della canzone, Golden Bricks, indica appunto il percorso illusorio, pavimentato di mattoni dorati, che porta verso questo luogo utopico. Alla fine della canzone si possono sentire le voci che riecheggiano nella mente del protagonista e che ripetono ossessivamente “This is the way”…

Fantastic fanatic

Fantastic fanatic è una ballata in tempo ternario che inizia in chiave semiacustica e finisce in un rock sporco e pedante. Il riff è serrato e molto ritmato, un dialogo di chitarra pulita e basso con un impronta funk-rock. Il canto è invece un blues spezzato che risolve in un ritornello acustico di gusto 70’s.
L’assolo termina in un finale ripetitivo e pesante, accompagnato da uno strampalato assolo di saxofono.
Questa canzone tratta polemicamente tutte le forme di fanatismo, comparando i vecchi fanatismi religiosi ai nuovi fanatismi che tanto vanno di moda e che si propongono come stili di vita alternativi ma alla fine altro non sono che i nipoti dei vecchi bigottismi.

Turtle man

Turtle man è un brano hard rock con un ritmo cavalcante e un ritornello che ricorda il periodo grunge di Neil Young and the Crazy Horse, con un coro anni ’70 e una base sporca e distorta. A metà del brano c’è una digressione sulla falsa riga di una bossanova minore.
In questa canzone ci viene presentato per la prima volta un personaggio in modo diretto, per l’appunto Turtle man, l’uomo tartaruga. Questo personaggio vive in una situazione di disagio, nonostante tutto fa buon viso a cattivo gioco e nasconde tutto il suo dolore in un guscio impenetrabile. Alla fine il suo guscio diventerà così duro e imponente che il povero uomo tartaruga ci soffocherà dentro; durante l’improvvisazione centrale si può sentire una lunga nota calante di un synth, che rappresenta il lamento del protagonista morente.

Joseph Merrick

Joseph Merrick è una ballata in terzine scura e dissonante, che si evolve in chiave prog rock nel finale. È un brano lungo e complesso, sicuramente il più emblematico dell’album. Il riff principale si basa su un giro di chitarre clean e acustiche che sfrutta le quinte diminuite e risolve sulle maggiori, nel complesso suona in modo grottesco e ipnotico. Nel finale invece il tempo cambia in un classico quattro quarti e dopo un riff di chitarre distorte doppiate sfocia in un assolo duro e atonale per poi concludere riprendendo il main riff.
La canzone narra la storia rivisitata di Joseph Merrick, meglio conosciuto come “The Elephant Man”, un uomo deforme, realmente esistito, che veniva mostrato nei circhi freak nella seconda metà del diciannovesimo secolo. Il personaggio è stato qui preso come simbolo dell’emarginazione e della diversità e, a differenza di come sono andati i fatti realmente, durante la canzone subisce una metamorfosi e da vittima, diventa carnefice. Quello che prima era un mostro per la sua diversità, diventa poi un mostro reale, vendicando così una vita di scherni e aberrazioni, il testo conclude infatti con la frase “Becoming a monster, becoming yourself”.
Su questo brano è stato girato un videoclip che abbiamo già ospitato sulle pagine del nostro Blog ed è stata fatta una versione radio edit.

On the Dusty Road

On the Dusty Road è una canzone folk-blues, il ritmo è quella delle classiche marce di carattere southern e l’arrangiamento è un classico blues anni ’60. Arricchisce il brano un piano honky-tonk che enfatizza ancora di più l’atmosfera country della canzone.
Il titolo di questa canzone è un gioco di parole che indica sia il duro percorso di una vita piena di difficoltà, come una lunga strada polverosa, sia l’utilizzo di sostanze stupefacenti sotto forma di polvere. La polvere rappresenta allo stesso momento il compagno e il nemico durante il faticoso cammino.

Hotel Dante

Hotel Dante è un brano rock mid-time con un riff di chitarre strappato su una ritmica ostinata di batteria, il risultato è duro e zeppeliniano; Il ritornello invece ha dei toni più grunge e sporchi. L’assolo che termina la canzone è il più articolato dell’album, l’arrangiamento è stato fatto apposta per seguire la melodia del solo ed è diverso dal resto della canzone, la chitarra solista emerge in perfetto equilibrio partendo bluesy e melodica e terminando beffarda e sorniona.
La canzone parla di un hotel immaginario dove ogni piano rappresenta un girone dantesco e il luciferino proprietario ammalia i clienti per poi far loro pagare il prezzo dei loro peccati e dei loro vizi.

Another brother’s gone away

Questa canzone è una ballata classica di rock americano anni ‘90, che contiene sul finale un’interessante variazione prog e reggae. Il riff principale è in accordi aperti e pieni, il canto prosegue sula stessa linea, andando in toni più tristi e minori nel bridge per poi tornare in accordi pieni sul ritornello. Sul finale invece si sfuma su una progressione in cui la batteria, il basso e le chitarre seguono tre figure differenti di 4, 6 e 9 beat diversi che tornano allineati ogni 36 beat; il risultato è molto psichedelico e fluttuante.
La canzone, come ben si può intuire dal titolo, parla della perdita di una persona cara e della sua accettazione.

Fighting all again

Fighting all again è un brano hard rock classico, il riff ricorda gli AC/DC e gli Yes. La canzone è la più ottimista dell’album e parla della forza di reazione che si riesce a trovare anche quando si affrontano periodi difficili della vita. Questa positività è riflessa nel sound dell’intero brano.

Not by my side

Not by my side è una canzone hard rock con un feel anni ’70. Il riff principale è suonato da una chitarra sporca e distorta che esegue un riff in 7/4, pedante ed avvincente. Nel canto si passa ai canonici 4/4, la strofa ed il ritornello si susseguono su un arrangiamento blues rock senza sosta. Nella parte centrale la canzone si fa più scura e per l’assolo di chitarra e tastiera si arriva ad un arrangiamento minore e dissonante. Si torna al main riff sul finale dove l’organo e la voce si alternano fino alla chiusura.

Outro (Freak Waltz)

Questo breve outro strumentale è suonato da una chitarra acustica, un violino acustico, qualche synth e delle percussioni orchestrali campionate. La melodia riprende il tema di Joseph Merrick, ma qui è riproposta più lenta, a tempo di waltzer. Il suono grottesco e sognante segue il sound di “Joseph Merrick”, infatti questo brano è stato composto per i titoli di coda del videoclip (vedi sezione video).

Grafica e Artwork 

La copertina dell’album realizzata dallo stesso Alessandro Santoriello, chitarrista della band, è un lavoro certosino in cui vediamo rappresentati dentro uno scuro tendone i personaggi dell’album e del video. Nella sua interezza (il disegno si svolge nelle due ante esterne della cover) si potranno notare molti particolari nascosti che citano le varie canzoni o i personaggi trattati; all’aspetto sembra un grottesco fumetto confusionario in cui l’osservatore si può divertire a scovare i vari messaggi subliminali.
Per l’album è stato realizzato anche un artwork con un’opera grafica per ogni canzone. Le opere sono sia pittoriche che fotografiche e questo artwork si trova all’interno dei contenuti speciali rilasciati nella USBdrive dell’album.

Info: https://www.facebook.com/prowlerspesaro

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