70+1: Tradizione e Innovazione, è il nuovo album del musicista e compositore Raffaello Basiglio, un cammino attraverso ricordi, parole e profumi della sua infanzia
Raffaello Basiglio ritorna con 70+1: Tradizione e Innovazione, un disco che non è né una colonna sonora, come suo solito, né un album tradizionale. E’ più la descrizione di un cammino attraverso i ricordi, le immagini, le parole e i profumi che hanno caratterizzato la sua infanzia da quando ha messo piede per la prima volta nel laboratorio dei suoi genitori.
«Mia madre e mio padre sono restauratori (gestiscono lo Studio d’arte e restauro Gabbantichità) – spiega Raffaello – ed è grazie a loro e all’influenza della loro meravigliosa professione che ho iniziato a interessarmi all’arte in tutte le sue forme. Ho visto la mia prima mostra a due anni e la prima opera lirica a tre.»
Basiglio in questo album ha scelto di raccontare la storia di Gabbantichità e delle persone che negli ultimi 70 anni (più uno) hanno popolato il laboratorio. 70+1: Tradizione e Innovazione contiene sedici tracce, di cui la titletrack ne esemplifica il clima magico e sognante.
70+1: Tradizione e Innovazione track by track
La magia dell’artigiano inizia con un’armonica a bicchieri, una celesta e un glockenspiel che chiariscono subito quale sarà il suono caratteristico dell’album. In questa traccia, inoltre, vengono presentati i due temi principali che accompagneranno l’ascoltatore nel suo viaggio; dopodiché gli strumenti aumentano di numero e di intensità: si fanno strada un violoncello, dei campanelli, un coro femminile, della carta vetrata (usata come percussione), un rullante suonato con dei pennelli e molti altri.
In Nonno, Basiglio affida agli archi l’esecuzione di una melodia di straordinaria dolcezza che rappresenta il suo rapporto con Piero, suo nonno appunto, morto quando lui aveva appena tre anni.
Interessanti sono le tracce 4 e 7, I fratelli Gabba e Il dipinto, entrambe basate sulla stessa tecnica: un nome che diventa una melodia. “Ho preso la parola painting e il cognome di mia madre, Gabba, e, attraverso la notazione inglese, ho trasformato le lettere in note (G = Sol, A = La, B = Si, A = La)”
Ma è nel tango Officina di cultura che si distingue chiaramente lo stile di Raffaello, che utilizza degli strumenti “presi” dal laboratorio come percussioni: martelli, chiavi inglesi, mazzette e carta vetrata; tecnica simile viene usata anche in Dopo il restauro e Tradizione e innovazione, dove a fare da percussioni sono il ritmo di una sveglia e di una sega a vapore dell’ottocento, su cui si sviluppano melodie sottili come cristallo.
Il nonno e la nonna è leggermente più vivace, in un tempo di valzer, con un ritornello già ascoltato nella seconda traccia; i delicati assoli di piano di Basiglio animano Un caleidoscopio di colori e Il maestro all’opera; un senso di meraviglia pervade Luci e ombre; in Nonno (Reprise) si può ascoltare una straordinaria riproposizione del tema di Piero eseguita da Lorenzo Tummino al sax; mentre risulta particolarmente “esplosiva” l’ultima traccia, che, distaccandosi quasi del tutto dal sound dell’album, cerca nuove soluzioni per ripresentare temi di un fascino arcaico.
Conclusione
Il tocco squisito che Raffaello Basiglio mette nel suo nuovo album ricorda un tempo passato in cui un mestiere come quello dell’artigiano poteva diventare pura magia e ci porta a riavvicinarci, con timore reverenziale, a queste professioni che si scoprono essere maestre di vita, anche se molto spesso dimenticate. Le dolcissime melodie, accompagnate da strumenti inusuali e estremamente moderni, ci portano a comprendere che solo attraverso l’unione fra antico e moderno si può arrivare a creare il futuro.
Ascolta il disco di Raffaello Basiglio su Spotify
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