Come si scrive una recensione musicale? Come si recensisce un disco? Da sempre prima di acquistare un disco andiamo alla ricerca di una recensione che ci faccia capire se potrà essere di nostro gradimento o meno. Ma scrivere recensioni musicali non è per niente facile. Gilberto Ongaro su Blog della Musica vi dà dieci piccoli accorgimenti per essere professionali…
Quando siamo incuriositi da un nuovo artista, si vanno a leggere le recensioni musicali, per capire se può incontrare o meno i nostri gusti. Spesso però, ci troviamo di fronte a descrizioni redatte con un lessico da elementari, sgrammaticato, e talvolta anche fuorviante, che rende difficoltosa la corretta comunicazione fra gli artisti e il loro pubblico. Sapere come scrivere una recensione di un disco, non è una cosa scontata, ci sono una sorta di regole non dette e non scritte, che se seguite, fanno la differenza. Senza pretesa di esaustività, ecco un decalogo di elementi da tenere in considerazione se vuoi cimentarti nella scrittura di un’analisi, importante soprattutto se decidi di scrivere recensioni musicali con una certa frequenza e serietà:
- Competenza
- Evitare la prima persona
- Lunghezza media delle recensioni musicali
- Non serve dire tutto
- I riferimenti noti
- Scrivi bene
- Non esagerare con gli anglicismi
- Sincerità
- Gentilezza
- Perché scrivi?
Recensioni musicali: Dieci piccoli accorgimenti per essere professionali!
1) Competenza
Per scrivere di musica, devi sapere di musica. Non è una ovvietà. Non basta ascoltarne tanta. I fondamentali di teoria ci devono essere. Distinguere un accordo maggiore da uno minore, sapere cos’è una modulazione, cosa sono una melodia, un ritmo, un timbro. A meno che non si voglia descrivere in maniera poetica, magari utilizzando sinestesie (suono croccante, aria blu), va in ogni caso curato il lessico col quale si scrive. Non è carino vedersi il proprio disco, creato con investimenti di tempo, denaro e fatica, descritto con un semplice: “Bello, mi è piaciuto”, oppure: “Brutto, non mi ha detto nulla”. Io ad esempio non scrivo di astrofisica, né di macchine, mi piacciono le Alfa ma non so distinguere i cilindri dai pistoni.
2) Evitare la prima persona
Le recensioni musicali sono analisi di settore, si avvicinano più al saggio che all’articolo. La musica chiaramente coinvolge la propria sfera personale, l’emotività, ma se non strettamente necessario, è sempre meglio scrivere in maniera impersonale, per risultare più oggettivi e “scientifici” possibile.
3) Lunghezza media delle recensioni musicali
Non sempre è possibile, ma cerca di scrivere all’incirca lo stesso numero di righe in tutte le recensioni. Io ad esempio mi baso sulla pagina Word, quando vedo che sto per riempirne una so che è ora di chiudere. A volte basta molto meno, a volte si sfora. Se però tieni una certa lunghezza come riferimento, questo ti aiuta nel tempo a trovare un proprio stile di scrittura. L’occhiello dell’incipit, la battuta di spirito per i più impavidi, la chiosa finale.
4) Non serve dire tutto!
In un disco di dieci canzoni, capita spesso che ognuna delle dieci tracce abbia tantissimo materiale da analizzare. Bisogna saper decidere quali degli aspetti emersi sono significativi da riportare, e quali invece siano superflui, per ridondanza o perché sono solo puntigli tecnici che non aggiungono nulla alla visione globale. Scrivere una recensione di un disco può rischiare di diventare una lista della spesa (c’è questo, poi c’è quello), mentre è più gradevole se resta una descrizione, un’osservazione in cui si fanno emergere gli elementi di valore.
5) I riferimenti noti
Al musicista non piace mai troppo essere paragonato a qualcun altro. “Questo stile ricorda i Jethro Tull…”, “Ci sono echi di Lucio Battisti”, “Richiama i ritmi latini di Gilberto Gil…” Eppure questa è un’operazione necessaria, che non serve al musicista in attesa di responso, ma al lettore che non lo conosce, e che va orientato con riferimenti noti, per fargli capire che artista sta esplorando. Va da sé che il riferimento dev’essere quanto più pertinente possibile. Però non più di quattro – cinque nomi: non deve diventare una gara a chi assomiglia questo povero sconosciuto, deve comunque spiccare la sua personalità… se ce l’ha.
6) Scrivi bene
Cura la grammatica e la sintassi. Le recensioni musicali scrite kn erori e abreviazzioni fanno pensare che anche il tuo ascolto e la tua analisi siano poco serie.
7) Non esagerare con gli anglicismi
Stiamo scrivendo in italiano, per un pubblico italiano. I generi musicali sono in inglese e non possiamo farci nulla (rock, pop, folk, metal…) e anche determinati termini tecnici (fill di batteria, slide, pad…) però evitiamo gli anglicismi quando non necessario. “Ritornello” non è un dispregiativo di “refrain”, e per favore, se un cantante è bravo è bravo, non skillato!
8) Sincerità
Altro punto importante per scrivere una recensione di un disco, è essere onesti. Non siamo obbligati a parlare bene di ogni cosa in ogni caso. Se emergono delle critiche, è giusto farle e non mentire, perché la bugia scritta si vede bene, risulta stucchevole.
9) Gentilezza
Questo punto va di pari passo col precedente. Se è vero che bisogna essere sinceri, bisogna che le eventuali critiche siano poste in maniera costruttiva, quand’anche debbano essere dure. Nessuno di noi è Dio in terra, e non devi demolire una persona per compiacere i tuoi amici hipster. Se ad esempio sei di fronte a un disco registrato in casa, con un mix o master non professionale, non serve infierire con frecciate del tipo: “Prima di registrare un disco mettete da parte i soldi”. La professionalità serve anche se non si fa il recensore di professione.
10) Perché scrivi?
Come per ogni altra attività, ci vuole una motivazione di fondo anche per recensire. Non lo fai per disturbare gli addetti ai lavori, o sfogarti su Tripadvisor. Trova un obiettivo, uno scopo per farlo, perché stare ad analizzare ore ed ore di musica, anche quando è piacevole e incontra il tuo gusto personale, è impegnativo, e se lo fai tanto per “dire la tua”, assieme a tanti altri (troppi) che già dicono la propria solo per il gusto di farlo, rischi di danneggiare molte persone: musicisti, uffici stampa, etichette. Ricordalo ogni volta che scrivi una recensione nuova.
Recensioni musicali: conclusione
Chi scrive non è un professore, anche se ha studiato musicologia. Queste regole sono scaturite da un’autoanalisi, e io stesso al momento trasgredisco spesso il punto 4 nelle mie recensioni musicali, perché temo che la sintesi mi faccia sfuggire dei punti che magari erano interessanti. Tuttavia, dobbiamo sempre ricordarci che lo stesso lavoro solitamente viene analizzato da più persone e da più riviste e webzine. Quindi, ciò che non scrivi tu lo scriverà qualcun altro. Un’undicesima regola conclusiva, che vale ovunque, è il piacere di scrivere: la passione che la musica ci dà, deve trasparire dalle parole che si scelgono, e seppure in maniera impersonale e “scientifica”, deve far emergere chi siamo, senza maschere. Un artista, qualunque genere suoni, esprime la propria personalità: facciamolo anche noi!
A cura di Gilberto Ongaro
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Salve, ho apprezzato molto il suo articolo, mi piacerebbe sapere, tuttavia, se conosce qualche sito dove poter vedere o anche pubblicare delle recensioni musicali
Buona giornata
Salve Riccardo, può trovare diverse recensioni musicali anche sul nostro Blog: di musica classica, jazz, pop e molto altro… Buona ricerca e buona lettura