Nel 180° anniversario della morte, Ostiglia celebra l’artista Regina Strinasacchi con la pubblicazione del libro Regina Strinasacchi, violinista nel Settecento europeo di Giuseppe Schivardi, Maria Rita Bruschi, Gisa Steguweit (Scripta Edizioni, 2019)
E’ uscito per Scripta Edizioni il libro Regina Strinasacchi violinista nel Settecento europeo curato dagli scrittori Giuseppe Schivardi, Maria Rita Bruschi, Gisa Steguweit in occasione del 180° Anniversario della scomparsa dell’ostigliese Regina Strinasacchi Schlick (Ostiglia, 1761 – Dresda, 1839), violinista di grande talento, compositrice e cantante.
Lo scritto si propone di ricostruire il percorso personale, familiare ed artistico della violinista ostigliese Regina Strinasacchi attraverso l’ampio materiale storico-biografico derivato da documenti d’archivio, testi a stampa del suo tempo e successivi, notizie da cronaca locale e da riviste musicali, visita diretta dei principali luoghi da lei frequentati.
I tre autori, pur operando individualmente, hanno condiviso i rispettivi progetti di ricerca e i conseguenti piani operativi complementari e, in corso d’opera, le informazioni di reciproco interesse nonché gli esiti della appassionante ricerca.
Nel testo di Regina Strinasacchi violinista nel Settecento europeo si narra della famiglia Strinasacchi al tempo della nascita di Regina, della sua formazione e della sua crescita artistica nel mondo musicale del periodo. Tratta del suo incontro e del matrimonio con Johann Conrad Schlick, uno dei migliori violoncellisti dell’epoca.
Particolare attenzione è stata naturalmente dedicata al periodo di maturità di Regina, allorquando ella ebbe la meritata opportunità di frequentare il cuore della vita culturale fiorita in Europa centrale a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento, da Mozart a Goethe, da Schiller a Weber, Spohr, Herder…
Assoluto rilievo assume quindi l’evidente dimensione europea della cultura da lei frequentata che, non ostacolata dai non veloci collegamenti tra le diverse nazioni e dalle differenze linguistiche, riusciva ad alimentare un comune sentire all’interno delle classi colte.
Giuseppe Schivardi ha sviluppato soprattutto il segno profondo lasciato da Regina nella vita musicale del suo tempo, attraverso i lusinghieri riscontri minuziosamente rintracciati nelle cronache dell’epoca e raccolti nell’assai documentata appendice.
Gisa Steguweit ha messo in luce il ruolo fondamentale posto in essere dalla Corte di Gotha nel creare il contesto culturale nel quale i coniugi Schlick poterono esprimere il meglio della loro sensibilità musicale.
Maria Rita Bruschi ha evidenziato prevalentemente la volontà e il carattere di Regina che, in un mondo lontano e profondamente diverso da quello delle sue origini, seppe affermarsi artisticamente, dar corpo ad una famiglia unita e trasferire ai figli l’amore per la musica.
Il lavoro Regina Strinasacchi violinista nel Settecento europeo conferma la sua solidità storica per la quantità di riferimenti e riscontri archivistici e documentali e risulta arricchito dalla presenza di una nutrita e pertinente parte iconografica.