Un esordio solista folgorante, quello della musicista e cantautrice milanese Roberta Usardi, che ha recentemente pubblicato, su etichetta La Stanza Nascosta Records, l’ep World. La title-track World è accompagnata dal videoclip ufficiale, scritto e diretto da Koji Ogawa, fondatore – tra le altre cose – di una società indipendente di produzione video che è diventata punto di riferimento, a Tokyo, anche per le produzioni italiane di videoclip (Coez, The Kolors, ecc.) e documentari (Roberto Bolle). Blog della Musica ha incontrato Roberta Usardi, artista che riesce ad abbinare in un mix inedito e convincente estro sperimentale e indagine interiore, “condendo” il tutto con un timbro vocale insolito e straordinario.
Dell’ep di esordio di Roberta Usardi, World, gli addetti ai lavori stanno scrivendo tanto, inscrivendolo ora in un genere ora in un altro. Lei che ne pensa? Preferisce un approccio, per così dire postmoderno, secondo il quale i generi sarebbero totalmente permeabili e naturalmente tesi alla contaminazione o ritiene che omogeneità e univocità siano applicabili al suo lavoro?
Credo che voler inscrivere un lavoro discografico in un determinato genere sia un vecchio cliché dato dal bisogno di definire per forza un artista. Forse nel 2021 il voler incasellare la musica in un genere preciso non ha più molto senso, la musica è libertà espressiva e ogni artista può sperimentare strade diverse, anche se questo può essere rischioso e confondere le idee di chi cerca un determinato tipo di musica. “World” richiama diversi generi perché ogni canzone porta verso direzioni che, pur essendo collegate tra di loro, hanno destinazioni diverse. La cosa fondamentale è che il risultato finale rappresenti l’artista nel suo modo di esprimersi con la voce e con l’interpretazione. È questo il lavoro che è stato svolto per i brani di “World” e il risultato per me è l’omogeneità della differenza, si sente che ogni brano è legato all’altro, ma ognuno di essi ha una propria personalità.
La title-track World inizia e termina con un effetto sonoro acquatico, che apre anche la successiva All the way home, creando un continuum semantico tra i due brani, come si legge nella nota stampa. Può spiegarci più approfonditamente il senso di questa contiguità?
L’effetto sonoro acquatico che lega i brani “World” e “All the way home” è emerso durante il lavoro sull’arrangiamento svolto da Salvatore Papotto. “All the way home” è stato l’ultimo brano su cui ci siamo confrontati ed è stato forse uno dei più complessi. L’effetto acquatico già presente in “World” riproposto per “All the way home” per me aveva un senso, quando l’ho ritrovato nell’arrangiamento l’ho sentito adatto per una continuità, forse perché si tratta di due brani che parlano, anche se in modo diverso, della ricerca di se stessi, della propria identità.
Lei ha all’attivo anche l’album All the way home, pubblicato nel 2018 con la band “Roberta and The Crossovers”. E’ un lavoro che sente appartenerle ancora, a livello di sonorità e in generale di scelte stilistiche?
Il disco “All the way home” che ho inciso con la band fa parte di un altro momento della mia vita, ma mi appartiene sempre, mi ha permesso di andare avanti. Tra l’altro contiene le due prime versioni di “A new piece of heaven” e “All the way home” che si trovano nell’Ep “World”. È stato un lavoro totalmente diverso, con gli arrangiamenti creati in sala prove con i musicisti. Io nasco come cantante rock e i brani contenuti in quel disco riflettono questa mia vena, condivisa anche dai musicisti. In “World”, il mio EP da solista, mi sono affidata alla sensibilità e professionalità di Salvatore Papotto per gli arrangiamenti e ho sperimentato qualcosa di nuovo, mirato a esaltare le caratteristiche della mia voce con nuove sonorità. Mi piace da sempre sperimentare con la voce diversi colori e modi di cantare, il lavoro su “World” mi ha permesso di affrontare le parti vocali in modo diverso da quanto fatto in precedenza.
Nel corso della sua formazione ha approfondito anche lo studio del canto jazz. Per lei il jazz è libertà o disciplina?
Il canto jazz è un mondo a parte, composto, per come l’ho vissuto io, da due componenti importanti e apparentemente antitetiche: la padronanza data dallo studio rigoroso e il lasciarsi avvolgere dalla musica. In sostanza, la disciplina unita alla libertà. Ho imparato tantissimo cantando in formazioni jazz con musicisti molto più bravi di me, perché questo fattore mi ha obbligato a mantenere una concentrazione altissima e ad affidarmi alla musica vincendo molte paure.
Il singolo World è accompagnato dal videoclip ufficiale, scritto e diretto da Koji Ogawa. Ha mai pensato di fare (anche) l’attrice, data la sua naturale forza espressiva?
Grazie mille innanzitutto per questo complimento. Amo molto il teatro e ho frequentato per circa cinque anni dei corsi di recitazione incentrati in modo particolare sulle azioni fisiche, che hanno profondamente cambiato il mio modo di stare sul palco, di relazionarmi con gli altri e indirettamente anche di cantare, grazie a una più profonda consapevolezza del corpo e dello spazio. Penso che il lavoro di attrice sia tanto complesso quanto affascinante, non l’ho mai fatto a livello professionale, ma, se mai capitasse l’occasione, mi piacerebbe provarci. Proseguirò gli studi anche in questo campo non appena possibile.
Guarda il video World di Roberta Usardi
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