La storica azienda veneta Zanta Pianoforti ha realizzato il pianoforte ZB200 che è valso alla famiglia di Silvano Zanta la menzione d’onore al Compasso d’Oro ADI 2018. Blog della Musica ha intervistato il figlio Roberto che ci ha raccontato come è nata l’idea di progettare un nuovo pianoforte partendo da zero. Il M° Paolo Lazzarini l’ha suonato per noi…
Dopo vent’anni di formazione nei laboratori delle più importanti aziende quali Steinway & Sons, Yamaha, Bosendorfer, Silvano Zanta nel 1979 fonda la ZANTA Pianoforti a Camponogara (Ve)
Oggi ospitiamo Roberto Zanta di Zanta Pianoforti, l’azienda fondata da suo padre Silvano nel 1979. Come è nata questa azienda?
La nostra azienda nasce dalla passione di Silvano per i pianoforti… fin da piccolo infatti, incuriosito da questi strumenti ha cominciato ad avvicinarsi a questo mestiere, proseguendo con una continua formazione in Italia e all’estero, fino a decidere ormai 40 anni fa di aprire la propria azienda.
Dal 1979 ad oggi sono passati quasi 40 anni, un’azienda di questa tipologia come si confronta con il progresso tecnologico?
Nonostante il nostro lavoro abbia un carattere “tradizionale”, è indispensabile restare al passo coi tempi anche nel nostro settore. La comunicazione infatti è cambiata sensibilmente, il web ormai è diventato una vetrina sul mondo, che riesce a garantire ottime possibilità per le aziende del settore.
Quanto è importante la ricerca in lavoro come questo?
Paradossalmente potrebbe sembrare poco utile in questo mestiere, ma in realtà non è così, anzi, è fondamentale per alzare i propri standard aziendali. Negli ultimi anni abbiamo migliorato alcune procedure, ad esempio nel settore dei noleggi e dei trasporti, investendo su mezzi e attrezzature utili a semplificare sensibilmente le attività del nostro personale. Attualmente stiamo sperimentando alcune migliorie sugli interventi di restauro dei pianoforti.
L’idea di costruire un pianoforte da zero: qual è stata la scintilla che ha originato il pianoforte ZB200?
Un giorno al bar davanti ad un caffè con l’architetto Enzo Berti, il quale scherzò sulla necessità di dare una veste nuova al pianoforte….
Quindi è entrato gioco anche l’architetto Enzo Berti, come è nata la collaborazione e di cosa si è occupato nel progetto del pianoforte ZB200.
A seguito di quel caffè, l’architetto Berti ci presentò dei bozzetti del nuovo pianoforte… lo stupore fu grande, ma nonostante il timore, il progetto fu accolto con grande entusiasmo.
In che modo avete conciliato il design con le esigenze acustiche del pianoforte?
In realtà non è stata un’impresa semplice, come qualsiasi strumento acustico, ci sono dei capisaldi tecnici che vanno rispettati. Garantire alla nuova forma una qualità tecnica elevata è stata una bella sfida, infatti abbiamo cambiato modo di ragionare e siamo usciti dagli schemi tradizionali della costruzione.
Ci può spiegare come si è svolto il processo di progettazione del primo prototipo? Ci sono stati dei problemi per trovare il giusto equilibrio?
La prima fase è stata molto lunga e complessa, abbiamo infatti dovuto valutare la parte estetica presentata da Berti e plasmarla con le necessità tecniche dello strumento. Le nuove forme implicavano alcuni scogli tecnici, soprattutto per il telaio di ghisa, che abbiamo dovuto riprogettare in termini meccanici per garantire le resistenze necessarie.
Entrando un po’ più nel dettaglio: tavola armonica e telaio: di quali materiali sono composti?
I materiali utilizzati naturalmente sono i migliori attualmente offerti dal mercato, il telaio è un’unica fusione in ghisa prodotto in Italia, mentre la tavola armonica è costruita in abete rosso della Val di Fiemme (TN)
Cosa caratterizza il suono di questo strumento rispetto ad altri vostri concorrenti?
Il nostro pianoforte ha un proprio carattere, l’essenza è europea, ma le scelte progettuali e costruttive adottate garantiscono un suono diverso dagli altri presenti sul mercato.
Quest’anno è arrivato anche un premio molto importante: la menzione d’onore al Compasso d’Oro ADI 2018. Ci può raccontare qualcosa?
È un riconoscimento importantissimo perché è un concorso molto selettivo con parametri di valutazione di alto livello.
Devo dire che la soddisfazione è stata grandissima, è stato premiato il percorso fatto finora e siamo sempre più convinti di essere sulla giusta rotta.
Per chiudere la classica domanda: nel futuro di ZANTA pianoforti cosa ci sarà?
La nostra azienda è in continua crescita ed evoluzione, i risultati raggiunti finora ci hanno dato grandi soddisfazioni, ma non li consideriamo dei traguardi, bensì le nuove basi di partenza per migliorare ancora e raggiungere altri obiettivi importanti.
Ringraziamo Roberto Zanta della disponibilità e professionalità. Ed ora vi lasciamo con il video del M° Paolo Lazzarini che ci ha accompagnato in questa intervista ed ha suonato il pianoforte ZB200 per i nostri lettori.