Romastino è un cantautore “indipendente” da prima che si iniziasse a parlare di musica “indie”. Le sue città sono Roma e Trieste ed è da questa bi-cittadinanza che ha sempre tratto ispirazione per le sue ballate. Blog della Musica l’ha intervistato
ROMASTINO: ciao e benvenuto su Blog della Musica. In poche righe ti puoi presentare ai nostri lettori?
Sono un cantautore indipendente, nel senso che non dipendo da droghe o altre sostanze. Scherzi a parte, suono da anni, ma solo da due mi sono affibbiato il nome Romastino, ovvero crasi delle mie due città, Roma e Trieste, mezzo romano e mezzo triestino. In un’epoca di apolidi, propongo musica di bi-cittadinanza, perché se non si può nascere in due città nello stesso momento, si può sentirne la forza nel sangue in maniera salomonicamente uguale. I temi trattati nelle mie ballate sono sentimentali-politico-satirico-amorosi, bagnati da una punta di cinismo e disillusione che non fa mai male. Nel dubbio, mai prendersi troppo sul serio, ma sperare un pochino che lo facciano gli altri quando ti ascoltano.
I tuoi inizi con la musica come sono stati?
Da quando sono adolescente provo a strimpellare di tutto, mollette dello stendi-biancheria incluse. Ho sempre scritto testi poetici, saggi, e verso quell’età in cui tutti provano a suonare per rimorchiare ragazze ho capito che avrei potuto accompagnare la mia vena letteraria con una chitarra e, perché no, con un pianoforte. Tutto bello, stupendo, lirico, ma c’era un particolare: non sapevo cantare. Bella caratteristica per un presunto cantautore. Poi, non so come, le mie corde vocali hanno cominciato a venire a patti con quelle della chitarra, ed ecco che anche emettere suoni e parole non ha rappresentato più uno sforzo da un certo momento in poi. Ad oggi, riascoltarmi mi procura a volte dei brividi lungo la schiena, ma chi mi ascolta e basta giura che il risultato non sia così male.
Contaminazioni e ispirazioni. ROMASTINO ascolta molto la musica di….?
Sono un accanito fan di Brunori Sas fin dal suo primo cd d’esordio, per me lui è la musica italiana oggi. Ascolto la cosiddetta musica indie, quindi Thegiornalisti prima maniera (ma anche la svolta pop non mi dispiace), qualcosa di Calcutta… e poi, ma neanche a dirlo, Battisti, Dalla e De Gregori, con cui sono praticamente cresciuto.
Ti definisci un cantautore “indipendente” da prima che si iniziasse a parlare di musica indie. Cosa ne pensi dell’indie (inteso come genere musicale) e dell’indipendenza musicale?
L’indie oramai è estetica in senso filosofico alla massima potenza, anche un po’ decadente se vogliamo. Mi spiego: l’indie è per tanti la crisalide, lo stato da cui partire per diventare una farfalla-pop. C’è chi poi lo rinnega, scordando le sue origini, c’è invece chi vi rimane fedele un po’ per moda un po’ per vezzo. Nel dubbio, il merito di questo ‘movimento’, se così si può chiamare, è stato quello di portare nelle orecchie dei ragazzi italiani temi a loro vicini e, per di più, nella loro lingua. Rispetto a un giovane nostrano di fine anni ’90, che trovava riscontro in U2, Robbie Williams e colleghi britannici, quello attuale è sicuramente un giovane più pastasciuttaro, autoreferenziale, che si crogiola a cantare canzoni che parlano di città italiane. Non fosse per altro, il merito dell’indie è aver fatto conoscere e riconoscere pezzi di Italia, Milano e Roma a ragazzi altrimenti sempre con l’occhio troppo oltre-confine. Detto tutto questo, nei giorni bui mi chiedo quando questa bolla esploderà, un po’ come la Borsa americana del’29.
Pillole è il tuo ultimo singolo e videoclip: la genesi di questo brano? Di cosa parla e a chi si rivolge?
Le pillole di cui parlo sono quelle regole di vita che ci vengono impartite continuamente su ogni canale, piattaforma, luogo di ritrovo. Sembra che la gente negli anni abbia imparato davvero a vivere e non perda un attimo per rammentare tale propria nuova consapevolezza agli altri. Al punto che sardonicamente, a fine canzone, mi chiedo se in questa foresta di consigli per gli acquisti e per la vita non potesse convenire rimanersene un po’ di più nella placenta, dipendenti da un corpo altrui che racchiude, perennemente quindi distanti da tutte le “pillole” di saggezza”. E la canzone ne ha un po’ per tutti: tripadvisor, filo-salutisti, modaioli, politici, notizie sul traffico…
Parliamo del tuo tour dal titolo molto interessante: nonrichiestour. Come e nato e come è stato accolto dal pubblico?
Fiumane di umani felici. O meglio, qualche decina di persone che non avevano un cavolo da fare e che si sono trovate davanti a un barbuto che suonava nelle piazze. Ma la risposta è stata grandiosa. Passato lo scetticismo iniziale, ho visto tante persone fermarsi, cantare, ballare, chiedere il bis. Insomma, persone che non se l’aspettavano e che per un’ora hanno pensato meno a reddito di cittadinanza, flat-tax e Di Maio-Salvini.
Da questo Tour è nato anche il disco che uscirà a breve. Puoi parlarcene e anticiparci qualcosa?
Sto finendo di registrare le ultimissime cose, più che altro abbellimenti per le canzoni già scritte. Tutto questo perché ho trovato un fenomeno di fonico-arrangiatore che evidentemente acconsente a passare vari pomeriggi con me. Detto questo, il disco dovrebbe uscire a fine aprile/inizio maggio 2019, consisterà di tre pezzi solo chitarra e voce e di altri tre, sempre in acustico, ma più arrangiati. Il disco, ovviamente, si chiamerà nonrichiestour.
Il cantautore, specie in Italia, ha un futuro?
Ha lo stesso futuro del bagnino al mare: deve salvare la gente dall’affogare. Se quello del bagnino è un mare vero, quello del cantautore è un mare spettrale, tenebroso, ondoso, che travolge il cittadino senza preavviso. Imbracciare una chitarra è spesso l’unica arma per fare passare ore liete a persone che per troppe ore lottano coi problemi italiani quotidiani.
Di quale messaggio vuoi essere portatore con la tua musica?
Si può essere disillusi, vedere l’amarezza nelle pieghe della società, piangere di tutto questo; e poi, un minuto dopo, dando un calcio a un pallone, con un bicchiere di vino in mano, gridare felici come bambini al parco giochi. La mia è musica di bi-cittadinanza ma, perché no, anche di sana bipolarità, con tutto il rispetto per la parola.
Prima di lasciarci, raccontaci quali sono i tuoi prossimi progetti?
Nonrichiestour volume 2 dal 22 al 25 aprile in Toscana, ad Arezzo, Siena e Firenze. Poi un concerto nella mia città, a Trieste, all’Hangar Teatri, il 3 maggio. Infine, come vi dicevo, l’uscita di questo disco non richiesto da nessuno, nonrichiestour, che forse però qualcuno, di nascosto, ascolterà.
Social e Contatti
– website: http://www.romastino.com/
– instagram: @romastino_official
– facebook: https://www.facebook.com/pg/nonrichiestour
– Spotify: https://open.spotify.com/artist/5vP0YUsYp6jlmWm7biCNXu?si=9uMom6jhSVuzdJUMdDe-NQ
– Soundcloud: https://soundcloud.com/romastino
– Youtube: https://www.youtube.com/channel/UCYbcAbv6jHrbVNc-WpLohKQ