Già anticipato dai singoli Godi e persevera e Abbandonati alle cose, è uscito il 22 ottobre 2022, il primo disco dei Rosso Marte, un EP dal titolo Ciao Freud. Il titolo descrive in maniera ironica il distacco dalla psicanalisi classica, perdendosi nei meandri del subconscio umano, vissuto con un viaggio sonoro che prende di petto l’ignoto, affrontandolo e uscendone a testa alta nella maniera più autentica e genuina possibile. Li abbiamo intervistati, ed ecco com’è andata!
Ciao Rosso Marte, benvenuti. Come mai avete sentito il bisogno di prendere le distanze dalla psicoanalisi classica?
Ciao e grazie per l’intervista! Sono cinque canzoni che portano nei diversi mondi del proprio inconscio. È come un viaggio psicanalitico verso la risposta finale al dilemma: “Siamo riusciti a risolvere i nostri demoni interiori?” Spetta solo a chi ascolta trarre le conclusioni, noi ironicamente e ambiguamente lasciamo il saluto a Freud lì, sarà un benvenuto o un addio? Fatecelo sapere dopo l’ascolto. Abbiamo scelto questo titolo anche per esprimere il distacco dal padre della psicanalisi classica, da una visione tanto distante dal nostro tempo quanto radicata nella nostra cultura. Nel brano finale “A Guardare La Morte”, per esempio, vogliamo comunicare il nostro rifiuto di quella irrisolta pulsione di morte freudiana, che ci vuole far credere all’autodistruzione e all’aggressività della natura umana: per noi la cura c’è ed è l’arte. Il brano infatti finisce come inizia anche per sottolineare il ciclo della vita, di cui la morte fa parte. Se si nasce, si muore, perché non liberarci di questo tabù? Possiamo vivere accettando che la morte sia parte della vita senza temerla e senza l’ossessione di questo impulso.
Cosa potete raccontarci delle tracce scartate e che non sono finite nel disco? Le ascolteremo mai?
Assolutamente sì, stiamo già pensando al prossimo progetto. Dal vivo abbiamo un’ora piena di spettacolo dove oltre le B sides di Ciao Freud stanno prendendo forma altre canzoni nuove. Per quanto riguarda la pubblicazione chissà, forse faremo un Ciao Freud – B sides prossimamente, dipende dal riscontro che questi brani avranno in tour.
E cosa avete preso dagli anni Sessanta che avete riversato in Ciao Freud?
Le sonorità sono decisamente ispirate dal rock di quell’epoca. Non significa che anche a livello compositivo lo siano, pensiamo che sia giusto miscelare vari ingredienti per ottenere un risultato unico. Gli amplificatori che abbiamo usato nelle registrazioni, le chitarre, le batterie sono strumenti principalmente degli anni sessanta. Poi abbiamo completato il tutto con effetti decisamente più moderni, non seguire uno standard troviamo sia la cosa più giusta da fare.
E cosa ha turbato così tanto i Rosso Marte della vita contemporanea da fare di questo disco un disco “sociale”?
Crediamo sia un disco molto introspettivo, ma allo stesso tempo energico e vitale. Se per “sociale” intendiamo comunicativo, che vuole arrivare a chi è nel nostro stesso stato d’animo, allora sì. I ritmi della la vita contemporanea dettati dal consumismo sfrenato, dall’apparire senza sostanza, con zero rispetto dell’ambiente, all’insegna della frenesia di avere non si sa bene cosa: questo è quello da cui tutti dovremmo scappare, trovando il nostro spazio disintossicante nella natura, in simbiosi e in armonia con essa. Noi siamo riusciti a registrare il disco in queste condizioni, speriamo che questo arrivi.
Ascolta Ciao Freud dei Rosso Marte
Si potrebbe parlare di Ciao Freud come di un disco generazionale?
Potremmo definirlo un disco “multigenerazionale”. Noi apparteniamo a due generazioni diverse, inoltre, come dicevamo prima, viviamo le influenze più disparate, dalla psicanalisi di Freud degli inizi del ‘900, al rock anni sessanta e settanta, alle influenze dello stoner del 2000.
Perchè vi siete spostati a Ravenna per registrare il disco?
È stato un puro caso. Attraverso un post sponsorizzato su Instagram abbiamo conosciuto il Crinale Lab. Lo abbiamo scelto perché rispecchiava esattamente la dimensione che stavamo cercando. Abbiamo maturato questa idea comune di lavorare ai brani in totale isolamento, immersi nella natura, in un posto che ci ispirasse e che infondesse pace. È un luogo che ci ha fatto sentire in armonia con la terra, dove, dopo aver trascorso l’intera giornata a sperimentare con i suoni, la sera ci si ritrovava intorno a un fuoco a confrontarsi, cucinando e bevendo vino. Ci siamo convinti dopo aver parlato al telefono con Antonio, con cui è nata da subito un’empatia che a parole non può essere spiegata. Ogni luogo, infatti, proprio come la musica, riflette la bellezza delle persone che lo abitano. Cosa fondamentale poi, la strumentazione che offre rispecchiava esattamente le sonorità che cercavamo, strumenti degli anni sessanta, amplificatori d’epoca a valvole, effetti analogici.
E prossimi step dei Rosso Marte?
Suonare dal vivo il più possibile mentre pensiamo al nostro prossimo progetto. Il primo EP, “Ciao Freud”, è uscito e il nostro live set contiene già diversi nuovi brani. Siamo proiettati verso nuove sonorità che si distaccano dal primo lavoro. La cosa certa è che è previsto per il 2023. Nel frattempo porteremo dal vivo “Ciao Freud” e alcuni nuovi brani, speriamo di incontrarvi in giro!
Social e Contatti
- Instagram: https://www.instagram.com/rosso_marte/