E’ disponibile per Lilith Label e La Stanza Nascosta Records, il singolo La Visione dell’Occhio di Dio, composto e prodotto a quattro mani da Sabrina Napoleone e Salvatore Papotto aka Berlin-Babylon Project, con la collaborazione di Osvaldo Loi (storico collaboratore della cantautrice). Blog della Musica ha incontrato Papotto e Napoleone, per una chiacchierata su questa collaborazione e sullo stato della musica in generale.
Sabrina Napoleone e Salvatore Papotto, benvenuti su Blog della Musica. Com’è nata la vostra collaborazione, poi sfociata nel singolo La Visione dell’occhio di Dio?
Sabrina: Potrei dire che questa collaborazione fosse in qualche modo già “nell’aria”, perché io e Salvatore seguivamo da tempo i reciproci progetti. Così quando agli inizi del 2020 mi ha inviato un provino sapeva benissimo che era nelle mie corde. A me è piaciuto subito quindi ho accettato il suo invito a collaborare alla scrittura e alla produzione del brano. Di lì a pochissimo è esplosa la pandemia, e non poteva non influenzare il nostro lavoro.
Salvatore: Ho conosciuto Sabrina Napoleone attraverso l’ascolto del suo album capolavoro Modir Min, pochi mesi dopo ho avuto la fortuna di incontrarla in Sardegna, da li è nata un’amicizia sincera e la voglia di poter collaborare artisticamente. Avevo questo giro di basso in archivio da circa 20 anni, che attendeva solo di essere condiviso con l’artista giusta.
Sabrina Napoleone, vuole darci, da autrice, la sua personale lettura del testo, per certi versi criptico?
Già dopo le prime settimane dall’inizio del lockdown, si è verificato un incremento significativo delle violenze domestiche e dei femminicidi. Le case e le famiglie non sono sempre i luoghi più sicuri ove rinchiudere le persone. Una misura, presa dal Governo, per proteggere le persone, per alcune donne è stata fatale. Questo, a mio avviso, è avvenuto anche perché la politica fa ancora molta fatica a guardare alla società e ai cittadini al di fuori di ruoli troppo rigidi e arcaici.
Come avete vissuto il momento più rigido della restrizioni sanitarie, quello del “confinamento” in casa?
Sabrina: Ho vissuto il confinamento con grande preoccupazione sia per la salute pubblica, e delle persone che amo, sia per le ripercussioni che poteva significare per il settore della cultura e dello spettacolo. Ho cercato quindi di incanalare le energie e le ansie in un percorso creativo, lavorando alla mia musica e alla composizione e produzione del nuovo album che uscirà tra qualche mese.
Salvatore: Credo che sia stato e sia ancora un periodo incredibilmente buio, lo è stato per tutti, ma ancora di più per chi lavora in ambito artistico. Non voglio far polemiche e certamente la tutela della salute pubblica richiedeva l’adozione di determinate misure, ma credo che, nel tempo, certe restrizioni siano state gestite in malo modo. Negare alcune libertà non ha di certo migliorato la situazione.
Lilith, da associazione culturale promotrice (tra le altre iniziative) del Lilith-Festival della Musica d’Autrice, è diventata anche un’etichetta discografica, che ha coprodotto (insieme a La Stanza Nascosta Records di Salvatore Papotto) anche il singolo “La visione dell’occhio di Dio”. Sabrina Napoleone, come avviene la scelta delle vostre release?
Ascoltiamo molto attentamente le proposte che riceviamo e quando troviamo qualcosa che ci convince a livello artistico, ci chiediamo cosa possiamo fare per sostenere quell’artista e aiutare a portare a termine la produzione.
Salvatore Papotto, lei è anche un produttore discografico. Qual è secondo lei lo stato di salute attuale della musica in Italia?
Pessimo per quello che riguarda il mainstream, ottimo invece il cosiddetto sottobosco. Purtroppo oggi, senza l’esistenza di un vero mercato discografico, si va avanti a forza di stream sui digital stores, e questo penalizza la qualità di fronte alla possibilità, ormai alla luce del sole, di potersi acquistare visualizzazioni e seguito virtuale, spesso senza saper né cantare né suonare, senza essere mai saliti su un palco e non avendo una platea reale.
Quindi, contando solo su questi numeri, i media portano di fronte al grande pubblico ragazzi che spesso hanno solo voglia di visibilità e molti soldi da investire, ma nessuna reale portata artistica.
Per questo motivo lo stop della musica dal vivo senza dubbio ha penalizzato quegli artisti che cercano ancora il contatto col pubblico, vedendo nel palco la loro dimensione privilegiata.
Sabrina, vuole darci qualche anticipazione riguardante il suo nuovo album, di prossima uscita?
Sto ancora lavorando alla produzione di alcuni brani e prevedo di terminare entro aprile. Credo sia plausibile una pubblicazione entro i primi di giugno, salvo diverse esigenze editoriali. E’ un lavoro molto solitario nella ideazione e produzione che ho curato in gran parte da sola, però contiene anche alcune collaborazioni con artist* che stimo molto.
Salvatore, cosa bolle in pentola ne La Stanza Nascosta Records? C’è qualche produzione interessante in arrivo?
All’interno de La Stanza Nascosta Records si sono consolidati, nel corso degli anni, rapporti continuativi di collaborazione e stima con artisti che ormai sono parte integrante di questa piccola famiglia, e con i quali condividiamo la voglia di proporre al pubblico progetti di qualità. Penso al cantautore massese Stefano Barotti, di cui abbiamo distribuito con orgoglio il fortunato Il grande temporale e con il quale bollono in pentola nuove cose…ma c’è grande attesa, ad esempio, anche per il cantautore Alfredo Marasti, che sta per uscire con un concept album su D’annunzio…impossibile non citare Claudia Cantisani, che in autunno uscirà con un lavoro dalle collaborazioni altisonanti (l’attore Alessandro Haber, Andrea Agresti- Le Iene- e Sergio Caputo), e alcuni ragazzi, dei quali non faccio i nomi per non vanificare l’effetto sorpresa, con i quali stiamo realizzando delle cose a nostro giudizio davvero belle e meritevoli di ascolto. Ci riempie di orgoglio constatare che la stampa specializzata riserva sempre un bello spazio alle nostre proposte e vogliamo puntare sempre di più sulla canzone d’autore.
Sabrina Napoleone, parte della critica la definisce “iconoclasta”. Si riconosce in questo attributo?
Devo ammettere che mi piace molto. In effetti nel mio lavoro è presente un grande rispetto del valore anche letterario e intellettuale della cosiddetta “canzone d’autore”, ma contiene anche l’istanza di una ricerca espressiva personale, che non teme di uscire fuori dai cliché.
Salvatore Papotto, il suo Berlin Babylon project nasce come performance live e nell’ottobre 2019 è diventato un disco Level One, cui si è aggiunta recentemente la collaborazione con Sabrina Napoleone. Quali saranno i futuri sviluppi del progetto?
E’ in fase di chiusura la produzione di un concept album dedicato a divinità e leggende norrene, un mondo che mi ha sempre affascinato, essendo anche un appassionato di storia. Sembrerebbe quasi una mossa che strizza l’occhio alla moda del momento, viste le numerose serie televisive uscite negli ultimi anni sui vichinghi, ma questa mia passione verso i popoli nordici nasce molti anni fa… Nell’album ci saranno anche collaborazioni importanti delle quali vado fiero…
Sabrina Napoleone e Salvatore Papotto vi potremo vedere insieme, a breve, in qualche live?
Salvatore: Me lo auguro, magari anche quest’estate…
Sabrina: Spero di sì. La distanza non ci aiuta ad organizzare le prove per un live set, ma spero che troveremo il modo.
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Credits fotografici: Marina Mazzoli; Irene Franchi