Quattro Ricordi è il titolo dell’Ep di Salvo Scucces compositore siciliano. Un piccolo scrigno di note che si fanno immagini non appena le ascolti, capaci di trasportarti in quella dimensione particolare di cui parlava Cesare Pavese quando diceva: “Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi”.
A ogni ricordo di Salvo Scucces corrisponde una illustrazione di Adelaide Fiorilla ovvero Petite Mistinguett che sono semplicemente numerate da uno a quattro. E fa quasi specie leggere che Salvo Scucces sia laureato in strumenti a percussione al Conservatorio Verdi di Milano quando in ogni pezzo a farla da padrone è il pianoforte. Oggi il compositore siculo è ospite sulle pagine del Blog della Musica per parlarci della sua musica e cominciamo da qui:
Benvenuto Salvo Scucces. Come mai hai scelto il pianoforte come strumento attorno a cui costruire i quattro ricordi?
Il pianoforte è uno strumento che associo molto al ricordo, alla mia infanzia e alla famiglia.
E’ uno strumento che ho studiato, che ho anche mal sopportato in un certo periodo del mio percorso di studi e che infine, grazie ad una insegnante incredibilmente capace, sensibile e paziente, ho apprezzato ed amato.
Da piccolo, a casa, avevamo un pianoforte nel soggiorno che veniva suonato da tutti in famiglia. Ancora adesso, quando passo da casa dei miei genitori lo suono sempre, anche per soli cinque minuti… mi aiuta a ricordare.
I pezzi che compongono questo tuo Ep sembrano la colonna sonora di un film, lo stesso titolo Quattro Ricordi potrebbe essere quello di una pellicola, magari, ad episodi. Qual è la trama sottesa a queste tue composizioni?
Volevo realizzare una colonna sonora dei ricordi, qualcosa che potesse riportare alla mente, attraverso i suoni, degli attimi di memoria legati al passato, facendosi suono presente del mio vissuto e di quello di chi avrebbe ascoltato. Allo stesso modo questo lavoro è stato dettato da una mia personale esigenza: quella di esorcizzare le insicurezze della vita adulta attraverso il ricordo di quando, da bambini, si guardava il mondo con occhi diversi.
William Shakespeare ha scritto: “Nostalgia: il ricordo delle cose passate”. Ascoltando i quattro ricordi che hai composto sembra quasi che a farla da padrone sia proprio la nostalgia verso qualcosa che non c’è più. Qual è il tuo ricordo più bello?
Non saprei indicarne uno in particolare, negli anni i ricordi sbiadiscono, restando attimi, sensazioni, suoni e sapori. Ho avuto un’infanzia felice e adesso, che la mia vita viaggia su binari sereni nonostante, come succede a tutti, non sia mai priva di difficoltà, mi viene da dire che il ricordo più bello è dato da tutti i momenti passati, sia lontani che recenti, nei quali mi accorgo di essere stato felice pur non sapendo di esserlo.
Quattro ricordi non è semplicemente disponibile sulle piattaforme digitali, ma è stato anche distribuito in un particolare formato ‘fisico’ attraverso una busta con all’interno una lettera scritta a macchina e quattro immagini dietro cui presente un QR Code. Quanto conta nell’era della musica fluida, il formato fisico?
Credo che il formato fisico tradizionale, CD e Vinile fra tutti, conti poco ormai in termini funzionali, non entro però in discorsi sulla qualità del suono rapportata al supporto fisico perché rischierei di dilungarmi molto! Se pensiamo però semplicemente alla grande quantità di musica, anche in alta qualità, reperibile sulle piattaforme di streaming, è facile rendersi conto che il paragone in termini prettamente di reperibilità, pratica e funzionalità è impari. In ogni caso il formato fisico a mio parere resiste in quanto oggetto che può ampliare l’esperienza di ascolto e della comprensione di un lavoro discografico.
La busta invece nasce come idea di ricerca di supporti alternativi che possano rendere diversa la fruizione di un album musicale, ponendosi a metà strada tra lo streaming e l’ascolto su supporto fisico tradizionale.
C’è un regista con cui ti piacerebbe lavorare per curare la colonna sonora di un suo film?
Un nome solo non riesco a farlo, ne farei tanti, forse troppi! Ma sarebbero comunque nomi troppo importanti per i quali non mi sentirei mai all’altezza. Se posso però fare un accenno riguardo ai miei gusti in fatto di film, potrei dire che adoro il carattere dei personaggi di Paolo Sorrentino, gli Zombie di George Romero, la grande forza evocativa di Tornatore, l’ironia irriverente di Taika Waititi e che quando vedo un film della Pixar puntualmente alla fine, mi emoziono.
In questi quattro brani si può assaporare un po’ di Ludovico Einaudi ma anche un po’ dei colori e delle sperimentazioni di Yann Tiersen, tipo le voci di famiglia che si sentono nel Ricordo IV. Quali sono invece i punti di riferimento musicali di Salvo Scucces?
Sono cresciuto studiando il repertorio musicale classico, ma soprattutto, per via dei miei studi in strumenti a percussione, la musica del Novecento e le avanguardie. Ho amato il jazz suonando da vibrafonista in varie formazioni e come polistrumentista in una band (VeiveCura) nella quale suoni pop/rock si fondono con influenze elettroniche. Ho cercato sempre di ascoltare quanta più musica possibile evitando di fossilizzarmi su di un genere soltanto. Se adesso dovessi dire i miei punti di riferimento e di ispirazione, potrei farti questi nomi: Max Richter, John Cage, Bill Evans, Bon Iver, Apparat. Per quanto riguarda invece compositori di colonne sonore, trovo particolarmente interessanti i lavori di Ludwig Göransson (Black Panther, The Mandalorian), Hildur Guðnadóttir (Joker, Chenobyl). La lista però è sempre in continuo mutamento.
Guarda il video di Ricordo I di Salvo Scucces
La copertina di Quattro ricordi mostra un ragazzo il cui volto è tra le mani di una persona che gli tiene sugli occhi una piuma. Cosa significa?
La copertina (e le illustrazioni presenti all’interno della busta) sono state realizzate come precedentemente detto da Adelaide Fiorilla. Queste immagini in realtà erano già state realizzate in precedenza ed il giorno in cui ho deciso di contattarla per realizzare l’artwork di Quattro Ricordi, vedendo questi suoi lavori, ho capito subito che ciò che avrei desiderato per l’ep era già pronto.
L’immagine del volto con la piuma era per me fortemente evocativa in quanto restituiva a pieno la sensazione del ricordo che, come una piuma, si posa sulla mente facendo affiorare un’immagine impalpabile, perfetta per me per rappresentare graficamente l’idea del ricordo. Adelaide ha accolto subito la proposta di utilizzare quest’immagine, realizzandone per me una versione adatta al concept dell’Ep.
Colgo perciò l’occasione per ringraziarla e per ringraziare Salvo Puma di Pausa Studio per l’eccellente lavoro fatto per il mastering dell’Ep e soprattutto Isulafactory e Maurizio Caschetto per il lavoro sempre propositivo ed attento di valorizzazione della mia musica e dell’attività di tanti musicisti Siciliani.
Contatti, Social e Streaming
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- Isulafactory – https://www.facebook.com/isulafactory
- Petite Mistinguett – https://www.facebook.com/petitemistinguett
- Pausa Studio – https://www.facebook.com/pausastudiomodica