Blog della Musica ha incontrato Ruben Caparrotta, in arte Sambiglion, che, a distanza di qualche anno dal singolo Anche le mosche indossano i Ray-ban, ha pubblicato il suo album d’esordio Tu eri lì per La Stanza Nascosta Records
Finalista, nel 2018, di Emergenza Festival, il giovane artista di Vigevano Sambiglion, al secolo Ruben Caparrotta, classe 1989, ama intrecciare cronaca e spiritualità in un mix inedito e convincente, con qualche richiamo al cantautore di I love you Maryanna. Non a caso Rino Gaetano firmò il singolo con lo pseudonimo di Kammamuri’s, in omaggio a un personaggio de “I Pirati della Malesia” di Salgari; Sambiglion invece (pur senza una una “g”) parrebbe rimandare al famoso tigrotto del romanzo.
Quest’anno ricorrono i 70 anni dalla nascita di Rino Gaetano. Senti di avere un debito artistico nei suoi confronti?
Rino Gaetano ha vissuto gli anni della censura, i cosiddetti Anni di Piombo. É difficile eguagliare un grande artista così irriverente e intelligente allo stesso modo. Però, 40 anni dopo il suo assassinio, mi sento di portare avanti un messaggio che mette in evidenza l’importanza di dare aiuto ai più deboli, non solo per loro, ma anche per noi stessi e per la società che abitiamo.
Il tuo album, Tu eri lì (La Stanza Nascosta Records) è disponibile anche in vinile. Sei un nostalgico dell’analogico?
Indubbiamente il calore di una buona puntina non ha nulla a che vedere con il digitale. Comunque la scelta è ricaduta sul vinile in quanto è un oggetto da collezione, la musica ormai si ascolta sui digital stores e il supporto fisico deve avere un senso. Il CD per quanto mi riguarda non ha più senso.
Satira sociale e alchimie spirituali sembrano intrecciarsi nel tuo esordio discografico…
Non sono d’accordo sulla satira sociale. Non amo ridere dei brutti comportamenti dei potenti, piuttosto preferisco mettere in evidenza fatti scomodi come spunto di riflessione. Ed è proprio la riflessione che può farci avvicinare al nostro spirito. Meditare su qualcosa è sempre un passo verso la nostra parte invisibile.
Da sempre i parolieri italiani hanno attinto dai grandi autori della nostra letteratura…da dove deriva il tuo gusto per il citazionismo?
Devo dire che ascoltando i grandi artisti si possono imparare tante cose. Citare significa mantenere in vita, ed io, citando Joe Petrosino, vorrei mantenerlo in vita come De Gregori mantiene tutt’ora in vita Sante Decimo Pollastri.
E’ tempo, sui magazine musicali, di classifiche. Ci indichi i dieci album a tuo avviso più belli usciti nel 2020?
Premetto che non sono un buon ascoltatore di nuove uscite. Ascolto musica in base al tempo a disposizione ed agli stati d’animo, e per accogliere il nuovo ho bisogno del giusto momento. Mi capitava tante volte di acquistare un CD e ascoltarlo dopo mesi, tutt’ora mi capita con i libri, ne ho sempre una decina in attesa! Comunque tra gli artisti che hanno prodotto nel 2020 consiglio: Truppi, Dente, Benvegnù, Frah Quintale, vLog, Livio Cori, Roberta Giallo, Stefano Barotti.
Un libro che non può mancare sul tuo comodino (o nella tua libreria)… che ami rileggere e consultare?
I libri mi accompagnano, non li do mai via perché possono sempre tornare utili, fanno parte della nostra crescita e del nostro modo di pensare.
Leggo prevalentemente libri che parlano della Scienza dello Spirito e dell’invisibile che governa le leggi materiali, per questo mi avvalgo di testi come: Autobiografia di uno Yogi; L’Aquila d’oro; La luce sul sentiero, ecc… ma il libro che è sempre sul comodino è La Sacra Bibbia.
Ascolta il disco Tu eri lì di Sambiglion su Spotify
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