Nel tocco dosato con cui con precisione quasi chirurgica esegue i vari passaggi di Schumann. For a Beloved Listener. A Secret Lament il talento di Giuseppe Rossi trova conferma. Gli abbiamo rivolto alcune domande per approfondire la conoscenza di questo suo nuovo lavoro
Dopo aver attraversato l’universo musicale di Beethoven il pianista Giuseppe Rossi, diplomatosi con lode nel 2006 al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, ha deciso di immergersi nel mondo di Robert Schumann pubblicando il disco Schumann. For a Beloved Listener. A Secret Lament e riunendo in questo nuovo lavoro discografico la Fantasia in Do maggiore op. 17, l’Albumblätter op. 124 e il Canon über “An Alexis”. Rossi in questo album porta a fondo con se stesso anche l’ascoltatore, che si trova così ad osservare come in un acquario fatto di tasti bianchi e neri il mondo romantico e malinconico del grande compositore tedesco.
Avevamo già avuto il piacere di intervistare Giuseppe Rossi per il suo primo lavoro discografico e torniamo a parlare con lui di musica classica. Bentrovato Giuseppe, come hai trascorso questi anni?
Con grande piacere torno a parlare con voi di musica classica. Ho trascorso questi anni tra concerti, nuove collaborazioni e ovviamente studio, cercando di approfondire quanto più possibile il lascito dei grandi compositori. Inoltre ho avuto l’incarico di “cultore della materia” nella classe di musica vocale da camera presso il conservatorio di “S. Cecilia”. Ruolo che mi ha permesso di studiare a fondo il repertorio liederistico di autori come Schubert, Schumann, Strauss e Mahler.
Come mai dopo Beethoven hai concentrato la tua attenzione interpretativa a Schumann?
Beethoven ha lasciato una traccia indelebile nella storia della musica. Le sinfonie, i quartetti, le trentadue sonate per pianoforte hanno rivoluzionato il modo di fare musica. Schumann ha raccolto questa grande eredità cercando di rielaborare, in modo del tutto personale, l’immenso lascito Beethoveniano. Pianista, compositore e critico musicale la figura di Robert Schumann ha influenzato profondamente la cultura musica dell’Ottocento europeo. Dalle colonne della Neue Zeitschrift für Musik (rivista musicale, cofondata a Lipsia da Robert Schumann, il suo insegnante e futuro suocero Friedrich Wieck e il suo caro amico Ludwig Schuncke) Schumann ha recensito e aiutato compositori come Chopin, Brahms.
Ci sono altri compositori che ti piacerebbe affrontare e magari portare al grande pubblico attraverso le tue incisioni?
Dopo due dischi da solista avrei piacere di incidere un disco di musica da camera. Amo collaborare con altri artisti e sarebbe estremamente interessante incidere le tre Sonate di Brahms per violino e pianoforte.
In un mondo sempre più smart, in cui la musica è a portata di clic, Giuseppe Rossi ha deciso di incidere un cd anche se l’album Schumann. For a Beloved Listener. A Secret Lament è ascoltabile pure su tutte le piattaforme digitali. Forse potrebbe risultare una domanda provocatoria: ma nel mare magnum online in cui si trova di tutto e di più, una perla del genere può davvero trovare spazio o rischia di perdersi nelle profondità del nulla che predominano?
Credo che il ruolo di un interprete al giorno d’oggi collimi con un grande lavoro di ricerca. Ricerca volta non solo ad offrire a chi ascolta una visione nuova e personale delle opere incise ma anche indirizzata alla scoperta di composizioni ingiustamente poco eseguite. Nel mio primo disco Beethoveniano è presente una rara versione per pianoforte a quattro mani della Grande Fuga Op. 134. In questa mia ultima incisione ho registrato una raccolta di brani, Albumblatter op.124 e il Canon Uber an Alexis, eseguiti molto raramente sia in disco che nelle sale da concerto. Offrire al pubblico un nuovo sguardo sul compositore è sicuramente un modo per trovare il giusto spazio.
Ascolta il disco Schumann. For a Beloved Listener. A Secret Lament
Questo lavoro dedicato a Schumann è una raccolta di 20 pezzi nelle quali si può ritrovare uno spaccato della vita del compositore. Basti pensare alla Fantasia in Do maggiore op.17 che suoni in apertura composta come omaggio a Beethoven e come canzone d’amore alla futura moglie Clara Wiek passando per la ninna nanna composta per la figlia Marie. Come hai affrontato queste composizioni?
La Fantasia in do maggiore Op. 17 è il brano romantico per eccellenza, passione e lirismo si alternano a intima introspezione, ho cercato in questa mia interpretazione di accentuare le suddette polarità. Le pagine dell’Albumblatter Op. 124 sono, secondo il mio punto di vista, fogli di diario dove Schumann annotava pensieri, visioni e immagini espunte dalla vita quotidiana. Chiude il disco il Canon Uber an Alexis, poche battute in cui emerge l’interesse per Bach e il contrappunto.
Quali sono i consigli che daresti a un giovane pianista?
Consiglierei di interessarsi a l’arte tutta. Non solo musica ma anche teatro, cinema, letteratura, pittura.
Qual è il destino della musica classica per Giuseppe Rossi?
La Nona Sinfonia di Beethoven, Le nozze di Figaro di Mozart, la Bohème di Puccini (solo per citarne alcune) sono opere patrimonio dell’umanità. È impensabile una vita senza la musica di Schumann, Schubert, Chopin. Avvicinare le nuove generazioni alla grande musica (la scuola in questo ha un ruolo importantissimo), aiutare i giovani e giovanissimi a comprendere e godere della musica classica è fondamentale per non disperdere questo immenso patrimonio.
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