INTERVISTA | Stefanelli: oltre il caffè, oltre la routine… oltre l’isolamento

Ecco un altro dei tantissimi dischi figli della pandemia… e ispirato fortemente anche (e non solo) dalle tante piccole e grandi rivoluzioni che hanno intaccato la nostra “normalità”. Lui è Stefanelli e questo suo No Coffee è l’esordio ufficiale pubblicato da Dischi Rurali che contiene dentro piccole fotografie di quotidiano equilibrio nella città (che io penso di provincia), nei suoi limiti e nelle sue contraddizioni, l’amore e le abitudini ai tempi del lockdown ma anche le assenze…

Quanto importanti sono le assenze? E poi i suoni come sue abitudini, sue ricerche, suoni che divengono la summa di tante contaminazioni personali… registrati su stereo a cassetta, sembra comunque avere natura digitale a richiamare il cliché indie pop di oggi. Prezioso il rischio di tantissime piccole cose, di dettagli e di soluzioni “popolari”… forse perché manifesta quel bisogno di “normalità”… normalità che passa anche da un caffè, eterno e indiscusso protagonista per molti durante questi mesi di restrizioni. Ecco l’intervista a Stefanelli

La rota. La mancanza di qualcosa da cui dipendi. Che poi sottilmente mi lasci intendere quanto sia più una questione personale che fattivamente di “cose”…
È esattamente il punto della questione. Siamo sempre alla ricerca di quello che ci manca. Speriamo di trovarlo negli altri e alla fine è esattamente dentro di noi.

Il vintage torna ancora e ancora… torna sempre… ma perché secondo te? Qualcuno disse che pensiamo al passato perché eravamo felici…
Pensare che la mia musica si possa definire vintage mi fa sorridere. Quando ho iniziato a suonare il “vintage” era tutt’altro. Gli amplificatori, le batterie sorde, le chitarre distorte e i Beatles. Oggi il vintage mi sembra di capire che sia esattamente la musica che ascolto.

E nel futuro cosa c’è secondo te?
L’idea che gli anni 2000 verranno definiti vintage da qualcuno e la certezza che quel qualcuno non sarò io.

E a proposito di passato: anche questo video non è per niente futuristico… voluto “vecchio” come si deve… o no?
Il video de “La rota” può essere definito in ogni modo tranne che voluto. Durante i giorni del _reset abbiamo fatto delle riprese a caso e quando siamo tornati da quella bellissima esperienza le abbiamo unite in un videoclip.

E restando nel passato… il basso di Peter Hook quanto ha condizionato questo disco?
Più che il basso di Peter Hook è la sua vita ad aver condizionato questo disco e gli sarò eternamente grato.

Guarda il video La rota di Stefanelli

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