La storia della Canzone italiana, nata nella prima metà del Novecento, è l’argomento protagonista di oggi. Ce la presenta il tenore Giancarlo Paola prendendo a prestito i suoi “Episodi in Musica”.
Il progetto della storia della Canzone Italiana nasce dalla selezione di un rappresentativo numero di Canzoni estratte dall’archivio dell’ICBSA (Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi), che fa capo al Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Tale Istituto ha il compito di documentare, valorizzare e conservare il patrimonio sonoro e audiovisivo nazionale.
L’argomento protagonista è, appunto, la Canzone italiana, nata nella prima metà del Novecento, che il tenore Giancarlo Paola presenta con un ciclo di cinque appuntamenti dal titolo “Episodi in Musica”. Gli Episodi, che intrecciano vicende di personaggi comuni con la musica e la storia di quegli anni, mostrano le diverse forme musicali sperimentate.
Sembra impossibile che allegria e malinconia possano insieme sussistere; ma quello era, credo, il nostro sentimento. Cantammo ancora altre canzoni, e anche se non sapevo le parole o la musica dopo il primo fraseggio mi permettevo di entrare nel coro emettendo vocali o consonanti apparentemente senza senso.
I giorni del Nord-Est – Mario Rigoni Stern
La Canzone Italiana e le sue origini
La Canzone Italiana nasce dall’evoluzione di tre filoni musicali di periodi e caratteristiche differenti:
- Forme melodiche medievali che confluiscono nella musica colta e nel melodramma.
- Musica trobadorica della tradizione francese.
- Musica tradizionale, con particolare rilevanza per la musica partenopea.
Non è possibile dunque, individuare un’origine unica della Canzone, ma è corretto pensare che sia nata dall’evoluzione di stili musicali differenti.
Gli inizi del Novecento e il riconoscimento di un genere

É certo, però, che la Canzone Italiana si afferma come genere agli inizi del Novecento, anni sprovvisti di Radio, TV e Internet. Il disco deve ancora trovare una sua velocità di rotazione standard e la musica, per essere ascoltata, deve essere prevalentemente suonata dal vivo. L’Italia gode politicamente del corso giolittiano. La Canzone esiste in numero limitato di pezzi e con una struttura non ancora ben definita.
Il riconoscimento ufficiale della Canzone come elemento distintivo di uno specifico genere musicale si ha nel marzo 1902, anno in cui il disco fa il suo ingresso in Italia. In questa occasione si decide di immortalare la voce del grande tenore Enrico Caruso, scegliendo una decina di brani operistici e canori, tra cui le canzoni napoletane. Da questo momento la Canzone italiana comincia a diffondersi e ad essere conosciuta in tutto il mondo

I locali e il pubblico
In Italia i luoghi destinati all’ascolto sono prevalentemente due: i Caffé Concerto e le Sale da Ballo.
I Caffé Concerto, o Tabarin, sono locali notturni nati a Parigi nel 1770 e arrivati in Italia nei primi anni del Novecento. Frequentati soprattutto da signori facoltosi e studenti, danno il via al profilo moderno di canzone, completa di testo e musica, da abbinare a scene comiche e satiriche. Il Caffè concerto decreta la nascita di un pubblico nazionale attento ai messaggi musicali dell’epoca e, al contempo, di una prima forma di divismo femminile basato non solo sull’interpretazione ma anche sulla presenza scenica della cantante.
Esplode, negli stessi anni, la mania popolare per il ballo. Si esibiscono, nelle nascenti Sale da Ballo, caratteristiche orchestrine di pochi elementi. Questi luoghi sono frequentati per lo più da gente di paese: da chi, vivendo lontano dalla città, non è solito frequentare i teatri o gli sciantosi Tabarin. Si parte ballando il cake-walk; poi si scopre il Tango, che scatena scalpore e passione in tutto il paese. Al Tango seguono altri ritmi, spesso provenienti da oltreoceano: il Fox-trot, la Rumba e il Charleston o, più vicini ai nostri confini, la Giava e il Valzer.

La guerra e la fine di un’epoca
Tra il 1915 e il 1918 si combatte il primo conflitto mondiale da cui l’Italia uscirà vittoriosa, dovendo però fare i conti con l’enorme numero di morti e la crisi economica e psicologica su tutto il territorio. Crolla la speranza che il progresso e le tecnologie del nuovo secolo possano portare pace e benessere, finisce la così detta Belle Époque. Pochi anni dopo si assiste alla fine del regime liberale e all’imposizione di quello autoritario fascista e, musicalmente, al tramonto dei Caffé Concerto.

La struttura della Canzone Italiana e la scuola napoletana
A rendere perfetta una Canzone sono: la cura dell’intreccio tra testo e melodia, l’utilizzo di modulazioni armoniche semplici e il graduale e continuo passaggio tra strofa e ritornello. Queste tre caratteristiche sono state conquistate nel tempo, grazie al fondamentale apporto dato dagli autori di scuola napoletana. È doveroso citare, a tal proposito, Cesare Andrea Bixio. All’autore è riconducibile una precisa struttura della Canzone, basata sulla reiterazione delle due cellule tematiche Strofa e Ritornello, nello schema A/B A/B, struttura semplice e di facile memorizzazione, che pone la Canzone a metà strada fra la Romanza di origine classica e la Ballata della tradizione folklorica. Tale struttura non è molto diversa da quella che ancora oggi ritroviamo nelle numerose sfaccettature della Canzone moderna.

Lo stile di canto nella Canzone Italiana
L’influenza classica della Romanza è evidente soprattutto nello stile di fraseggio e di canto utilizzato dai principali interpreti dell’epoca, a causa delle frequenti riduzioni di brani operistici per mandolino e voce che prendono piede prima nei salotti borghesi e poi negli spazi pubblici: locali, piazze, luoghi di ritrovo. Si assiste alla vera e propria volgarizzazione del genere classico, per lungo tempo patrimonio di alcune élite della società italiana; una volgarizzazione che influenza notevolmente anche la Canzone.

La radio, l’industria discografica e la nascita di un repertorio
Dopo il primo conflitto mondiale, la Canzone subisce l’impulso dato dalla nascente industria discografica e dallo sviluppo capillare della Radio. Si passa, quindi, dal piccolo pubblico da locale a una platea di ascoltatori più ampia e si assiste alla crescita di un vero e proprio repertorio: un numero considerevole di pezzi che rispettano un dato stile e una data forma. La Canzone dovrà, comunque, confrontarsi con il clima politico imposto dal regime negli anni trenta e quaranta del Novecento, anni complessi che meriterebbero una trattazione a parte.

I temi trattati, la metrica e il linguaggio
Concludiamo aggiungendo un’ultima informazione sui temi trattati.
Nella nascente Canzone Italiana gli autori parlano di vita comune con metriche semplici e linguaggio chiaro, suggestivo e pieno di metafore trasognanti. Alcune canzoni, nelle loro tonalità minori, sfiorano una sottile amarezza. Tuttavia, non manca mai un ritmo andante, trascinante, una cadenza leggera che dà positività, voglia di muoversi e allontana i cattivi pensieri.
Queste Canzoni sono sempre empaticamente serene, mai frivole. Eseguire questa musica, oggi, permette di riscoprire antiche melodie di pregio e regalare attimi di quiete al pubblico che, mentre ascolta, si muove al ricordo di carezzevoli ritmi di danza.
Episodi in Musica
Per approfondire ulteriormente la storia della Canzone Italiana, si rimanda alla visione dei cinque Episodi in Musica sul canale Youtube di Melodie e Racconti. Noi qui vi proponiamo: I Tabarin. Buona visione
A cura di Giancarlo Paola
Fonti
- Archivio digitale della Discoteca di Stato, ora Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi.
- Storia della Canzone Italiana, Felice Lipieri, Rai Eri
- La Musica nella Storia, Piero Mioli, Pàtron Editore 4. Le Ninne nanne italiane, Tito Saffiotti, Besa
Contatti
- Website: www.melodieeracconti.it
- Melodie e Racconti, Youtube Channel: https://www.youtube.com/channel/UCM8Fwejjc1WyfBfLJUhlNjg