I ferraresi Strike tornano con Tutto da rifare, il nuovo album autoprodotto, come vuole lo stile di vita del gruppo, che contiene dieci brani tra cui il singolo che ha anticipato il disco Mantra Pop. La recensione di Blog della Musica a cura di Gilberto Ongaro
Attivi dall’86, i ferraresi Strike ritornano con l’album Tutto da rifare, ancora autoprodotto, perché portatore dello stile di vita della band.
Dieci brani freschi, che riportano inalterato il mondo sonoro degli Strike, fatto di contaminazioni latinoamericane, tra ska e reggae, funky e disco.
Molte canzoni del disco Tutto da rifare sono caratterizzate da incisi di tromba, per affiancare parole di resilienza, di visioni del mondo rimaste immutate, in direzione ostinata e contraria. Come nella titletrack, che recita: “Stretti sotto un cielo di ombrelli, vendiamo scarpe non illusioni. Sempre pronti a scendere in nuove stazioni, profumo di fico, strappi sulla pelle, nascosti dietro un muro di sogni. Ormai ci siamo sporcati l’anima, ed è sempre tutto da rifare”.
Il clima festaiolo emerge nella disco di Il ricordo di una vita e con L’onda lunga delle cose sincere, il pezzo più pop, dove si ribadisce la propria integrità: “Non è che a tutti i costi voglio difendermi, ma nemmeno sono pronto ad arrendermi”.
Un basso saltellante e una musica zuccherata dal piano elettrico caratterizza Trasparente, che ha il merito di riportare in auge il concetto di Zeta reticoli dei Meganoidi, con parole diverse: “Dici che non serve, che è tutto inutile, meglio stare fermi, spenti e complici, come zucchero filato pronto a sciogliersi, tra le labbra consolanti di chi ha già deciso per te”.
Spirito spiritoso in Mantra POP: “Sei tu, sei tu chi può darti di più, recitava un mantra negli anni Ottanta”, ed in Realtà di attesa: “Vogliamo il massimo per poterci accontentare / non possiamo certo stare male con la pancia piena ad aspettare”.
Una vena più malinconica scorre invece in Chi siamo. Con Marzapane, il glockenspiel sembra introdurci a una canzone dolce, che invece poi prorompe in uno ska velocissimo.
Intenzione più rock in Voi non capirete, con un riff inseguito da chitarra e organo di tastiera, sopra al quale la voce ci minaccia di una rapina, per poi laconicamente ripetere che non capiremo né impareremo mai.
Lasciandoci nel dubbio, si arriva alla fine del disco con Che ci rimane, con un sound amico di Manu Chao, dove si canta dell’attesa di opportunità migliori: “Aspettando una scala reale, un colpo di fortuna che ci porti sulla luna”.
D’altronde, parafrasando gli Strike, che ci rimane da scrivere? Non resta che ballare e farsi trascinare di nuovo da questa longeva band.
A cura di Gilberto Ongaro
Credits Tutto da rifare – Strike
Voce: Antonio Dondi
Tastiere e cori: Roberto Renesto
Chitarre: Marci ‘Lee’ Valdez
Batteria: Michele Gardini
Trombone: Amanzio Bergamini
Tromba: Ludovico Camozzi
Sax tenore: Marco Polesinanti
Basso: Claudio Cardona, Andrea Marke
Produttori artistici: Roberto Renesto, Antonio Dondi, Marci ‘Lee’ Valdez, Federico Viola
Studio di registrazione: Animal House studio (Ferrara)
Fonico: Federico Viola
Mixato da: Federico Viola e Roberto Renesto
Mastering: Andrea ‘Bernie’ Bernardi (Eleven Mastering Studio)
Concetto grafico: Roberto Renesto
Art work e grafica curata e realizzata da: Giorgio Felloni (www.giorgiofelloni.it)
Fotografia cover: Andrea Forlani (SavaRicordi – Ferrara)
Fotografia e Video: Michelangelo Ingrosso
Graffito: 0532 Project
Website, Social Media strategy realizzata e curata da Francesco Massari
Social e contatti
- www.strike.social
- www.facebook.com/strikebaraonda
- www.twitter.com/strike_info
- www.instagram.com/strike_band
- www.alkarecordlabel.com