The Strange Flowers: Crossing A Wasteland | Recensione

The Strange Flowers, Crossing A Wasteland

Crossing A Wasteland, uscito il 1° ottobre, è il nono album della band pisana The Strange Flowers

The Strange Flowers, Crossing A Wasteland
The Strange Flowers, Crossing A Wasteland

I pisani The Strange Flowers hanno pubblicato il disco Crossing A Wasteland.

L’artista e scrittrice britannica Kate Greenaway (1846-1901) è annoverata tra le autrici di libri per l’infanzia più celebri dell’età vittoriana. Tra le sue opere più apprezzate, The Language of Flowers, vocabolario floreale illustrato in cui ogni fiore corrisponde a un sentimento: un tulipano rosso per l’amore e la devozione, una rosa gialla per la gelosia, una margherita a simboleggiare l’innocenza. E così via, di petalo in petalo. Come si confà al loro nome — e come testimonia il nuovo Crossing A Wasteland — lo stile degli Strange Flowers è un innesto eccentrico di fiori strani e fascinosi. Un incrocio tra una bella di notte capace di fiore nel sottobosco del garage rock e un girasole che prima di ogni fioritura rivolge il suo bocciolo ai raggi della psichedelia.

Crossing A Wasteland, uscito il 1 ottobre in vinile (per Onde Italiane-Rubber Soul Records) e in streaming (Area Pirata), è il nono episodio di una discografia che si snoda lungo trentacinque anni di carriera.

Esattamente un secolo dopo T. S. Eliot, la band pisana si trova ad attraversare un’altra terra desolata. Aggettivo che ben si presta a descrivere i nostri stessi quartieri cittadini come ci apparivano nei giorni del lockdown, quando gli Strange Flowers, non paghi della fresca pubblicazione di Songs For Imaginary Movies, decisero di riempire quel vuoto improvviso registrando un nuovo album in studio.

Il quale, in parte, conferma il percorso stilistico della band, ben riconoscibile in ogni singola traccia. La voce di Michele Marinò unisce ancora la lezione americana alle inflessioni tipiche del brit-rock anni Novanta, mentre la chitarra di Giovanni Bruno rimane l’elemento più schiettamente psichedelico. Le novità più tangibili, probabilmente, vanno ricercate nella sezione ritmica, composta dalla batteria di Valerio Bartolini e dal basso di Alessandro Pardini, che è anche produttore e responsabile di synth e elettronica.

Rappresentativi del nuovo corso marcato da Crossing A Wasteland sono brani quali Mother Of The Eagles, sorretta da una di quelle progressioni acustiche che tanto piacerebbero a Steve Winwood; Thinking Of Brian On A Foggy Day, ballad squisitamente pianistica depositaria del lato più intimo della band; e infine Dressed In Light And Tears, con la voce di Sarah Scacchi Gracco a infondere sensualità e carica drammaturgica al testo. Altri segnali forti si colgono in Horses, A Transient Landing, e in Love In The 21st Century.

Fiori strani, quindi, ma dalle radici ben salde. La linfa melodico-armonica continua a scorrere alimentando una produzione in studio capace di aggiornarsi nel sound, per una neo-psichedelia pronta ad attraversare nuovi territori musicali. Uno stile classico ma progressivo, nel senso letterale del termine: la Wasteland che si apre davanti alla band, in fondo, è tutto fuorché desolata.

Ascolta il disco Crossing A Wasteland

Credits The Strange Flowers

  • Michele Marinò: vocals, guitars
  • Giovanni Bruno: guitars, piano in Thinking of Brian on a Foggy Day
  • Alessandro Pardini: bass, guitars, keyboards, effects, programs
  • Valerio Bartolini: drums, percussions
  • Giacomo Ferrari: piano in A Transient Landing
  • Alessio Pascucci: piano in Thinking of Brian on a Foggy Day
  • Sarah Scacchi Gracco: vocals in Dressed in Light and Tears

Social e Contatti

  • Website: www.strangeflowers.net
  • Facebook: https://www.facebook.com/thestrangeflowers

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