Il Trio dell’Arcimboldo composto da Eric Hoeprich, Luca Lucchetta e Rocco Carbonara, ha registrato per Limen Music il disco Works for Clarinetto Trio. Il Maestro Paolo Lazzarini l’ha recensito per Blog della Musica
Works for Clarinetto Trio del Trio dell’Arcimboldo è la nuova pubblicazione dell’etichetta milanese LIMEN MUSIC.
Ci troviamo di fronte ad una produzione discografica di assoluto pregio. Abbiamo l’occasione infatti di ascoltare la voce di strumenti davvero unici nel loro genere.
Sono clarinetti barocchi, strumenti originali e copie di originali costruiti tra l’inizio del XVIII e la fine del XIX secolo. Tra questi, spicca uno uno “Scherer” del 1720, proprietà di Rocco Carbonara (prestigioso clarinettista di ampio respiro, sia di musica antica che di repertorio contemporaneo), uno dei tre straordinari interpreti assieme a Eric Hoeprich (importante esecutore mondiale del clarinetto storico) e Luca Lucchetta (clarinetto presso l’Orchestra di Padova e del Veneto e prestigioso solista).
Il repertorio affrontato dal trio in questa raffinata produzione dell’etichetta LIMEN di Milano spazia tra il XVIII e la fine del XIX secolo, toccando autori classici quasi sconosciuti ai più ma estremamente interessanti sia dal punto di vista compositivo che sotto l’aspetto storico.
Johann Christoph Graupner ad esempio, importante e prolifico compositore, contemporaneo di Bach, riscoperto, dopo anni di oblio, già a partire dagli anni ’50 del XX secolo, attraverso la pubblicazione da parte di Baerenreiter e successivamente grazie al violista Myron Rosenblum. In questo disco possiamo ascoltare una delle sue ouverture articolata in sei danze precedute, appunto, dall’ouverture vera e propria, nel caratteristico stile francese, molto ritmico e puntato.
Segnalo, tra le danze, “la speranza”. In una forma bipartita dal ritmo ternario, si dipana una delicatissimo fraseggio, tessuto attraverso un suono di velluto dai nostri tre esecutori sui loro chalumeau.
Di assoluto interesse anche le sonate del pistoiese Gherardeschi, autore di una cospicua produzione strumentale cameristica in un periodo per l’Italia (inizi del XIX) dominato dalla produzione operistica e dal bel canto. Nei tempi veloci, caratterizzati da spiccato virtuosismo, si può apprezzare la limpidezza tecnica dei tre interpreti, messi in egual misura alla prova dalla sostanziale equipollenza delle tre parti.
Nel trio del francese Jacques-Jules Bouffil, già allievo al conservatorio di Parigi del grande Xavier Lefèvre (quest’ultimo assai noto agli studenti di oggi!), possiamo però cogliere la bellezza della scrittura per trio di clarinetti. Grazie ad una sapiente scrittura possiamo esplorare attraverso l’ascolto tutte le potenzialità dello strumento, sia quelle tecniche che quelle espressive, soprattutto in una formazione così congeniale come il trio. Gli interpreti, messi qui alla prova tecnicamente, espressivamente e come ensamble, dimostrano di padroneggiare completamente questo tipo di repertorio.
Lo stesso vale per il trio di Joseph Friedrich Hummel. La scrittura qui si fa più romantica (cogliamo qualche eco Brahmasiano in questo inizio così pieno di pathos reso dall’unisono dei clarinetti e dalla cupa tonalità di si bemolle minore) con radici ben fondate nella forma classica.
Un percorso, quindi, che ci ha portato dai clarinetti barocchi e dalle forme primordiali dell’autore anonimo della prima traccia, alle creazioni mature di Hummel di più di un secolo dopo, sempre sotto la sapiente guida di Rocco Carbonara, Eric Hoeprich e Luca Lucchetta. Un disco da non perdere.
di Paolo Lazzarini
Pianista e Compositore
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