Un disco omonimo. Un nome assolutamente visionario. E poi il POP che diventa ROCK che si tinge di METAL come leggo scritto da più fronti. Mi fermo a rapire due battute con gli UMMO, band abruzzese che sta facendo proseliti e fan in tutta Italia, con molta fatica come da copione per questo periodo discografico che persevera e anzi prolifica da troppo tempo ormai. Il loro primo disco a Natale compirà un anno e sono ormai migliaia le condivisioni sulla rete e non solo. Numerose pubblicazioni e noi non volevamo perdere anche questo treno. Poco altro da dire se non mettersi all’ascolto e godersi un video che sfida il pudore ma che affascina di suoni e di grinta. Buone novità sul fronte di questa nuova musica italiana. Ecco l’intervista agli amici del Blog della Musica
UMMO. Stagione di live per dar voce a questo disco. Come esordio com’è stato?
Per noi è stato travolgente. Non ci aspettavamo tanto clamore che, in ottica nazionale è sempre piccola, ma per chi come noi viene dalla provincia direi che abbiamo fatto numero importanti in Italia. Abbiamo girato parecchio, molte interviste, tante radio. Dobbiamo fare ancora di più per poter rompere il muro dell’anonimato e devo dirti che tener testa alle difficoltà è davvero ardua. Le premesse ci sono, i numeri nel nostro piccolo ci hanno dato ragione, ora dobbiamo invadere il resto del mondo con live frequenti. Abbiamo già nuovi pezzi…insomma se l’appetito vien mangiando, noi siamo davvero affamati.
La scena INDIE italiana è piena di contraddizioni. Almeno così dicono. Voi cosa ne pensate?
Difficile rispondere. Ovviamente come tutti avremmo voluto tanto di più ma siamo felici per quello che stiamo facendo. Il tempo che viviamo è assolutamente paradossale sotto moltissimi punti di vista e, che piaccia o no il nostro genere – credimi faccio davvero un discorso da estendere a tutti – è assurdo constatare come noi italiani siamo sempre fermi e ancorati alle tradizioni. Difficile fare breccia contro chi non apre le porte se non sei famoso e personaggio da copertina. Facciamo tanto gli alternativi, gli INDIE come si dice… ma poi restiamo fermi e incollati sempre alla solita musica tanto che chi avrebbe di diritto la possibilità di cambiar strada non lo fa per paura di perdere pubblico. Ed è stato significativo veder ieri De Gregori in compagnia di FEDEZ piuttosto che CHECCO ZALONE. Evviva. Però va bene così non sta a me giudicare…
I vostri video hanno sempre avuto molto successo di visualizzazioni. Ce ne sarà un terzo?
E di questo siamo felici e vi ringraziamo di cuore. Siamo già a lavoro. Prontissimi con nuove idee. Dobbiamo solo capire fin dove spingerci… che, come avrai capito, non è un problema da poco se parliamo di UMMO ah ah ah
Trasgressione e musica. Un filone che avete sposato o è solo leitmotiv di questo primo disco?
Credo sia il leitmotiv della nostra vita. Veniamo tutti da un tessuto sociale molto tradizionale ma con grandi esperienze di vita alle spalle. Siamo stufi del “normale” quando poi in questo “normale” troviamo tantissima ipocrisia. Forse la vera normalità è proprio la nostra, la verità di un pensiero e di un gesto, che piaccia o meno, trasgressivo o meno, pieno di morali o meno…insomma, noi siamo quello che vedi e quello che senti. Bello o brutto, siamo così. La nostra musica non poteva che essere altrettanto sincera, spontanea ed esuberante. Dai colori ai suoni, dall’eros alle parole.
A Natale il vostro disco compie un anno. Già tempo di bilanci?
Bilanci? Direi proprio di no. Impossibile. Come ti ho detto la vita lavorativa che abbiamo davanti è ricca solo di grandi paradossi. Tutto può cambiare all’improvviso. L’unico bilancio che possiamo fare è che abbiamo capito sul campo quanta fatica ci attende. L’unico bilancio è questo. Poi staremo a vedere.
CRISTIANO ROMANELLI – sint & voce