La band Il Quarto Imprevisto proviene dall’hinterland napoletano. Fondata da Antonio Gera e Giovanni Feliciello, vede in un secondo momento l’ingresso di Riccardo Schmitt e di Emiliano Berti. Il Blog della Musica li ha incontrati per una breve intervista…
Come e quando è nato “Il Quarto Imprevisto”?
Tutto comincia con l’incontro, avvenuto per caso, tra Giovanni (chitarra e synth) e Antonio (voce) alla fine del 2011. Possiamo ritenerci però attivi dal 2012, anno in cui ci siamo presentati al pubblico. Nel corso del tempo la formazione è cambiata fino ad arrivare a quella attuale, con l’ingresso in formazione di Emiliano al basso e il rientro definitivo di Riccardo alla batteria.
Il gruppo nasce da subito rincorrendo l’idea di un progetto inedito, che è culminato nella realizzazione di “Resti”, il nostro primo disco, uscito a marzo di quest’anno.
Musica classica, elettronica, cover band… molte esperienze musicali diverse in cosa vi trovate uniti e come si forma appunto “Il Quarto Imprevisto”?
Il background musicale è servito ad ognuno di noi per formare la propria identità artistica, non c’è dubbio. Tuttavia una delle componenti più importanti di una band che abbia intenzione di esprimere se stessa è, crediamo, la consapevolezza di quanto sia importante creare, o meglio ricercare, qualcosa di unico, originale e riconoscibile. Ad ogni modo, quello che forse ci accomuna è il gusto, la propensione, verso un determinato modo di intendere la musica, e verso determinate sonorità.
Dopo qualche anno di musica finalmente un disco. È arrivato per caso o avete seguito un percorso ben preciso sin dagli inizi?
Non è arrivato per caso, ovviamente. Certo, arrivarci non è stato semplice: la difficoltà maggiore crediamo sia stata quella di trovare un sound nel quale potessimo riconoscerci a pieno. È stato un percorso lungo, talvolta logorante, ma che alla fine ha portato ad un buon risultato. Resti è un lavoro che ben rappresenta gli anni che abbiamo vissuto in questa prima parte di storia insieme.
Quale canzone dell’album “Resti” vi rappresenta di più. Ognuno di voi ha la sua, oppure ce n’è una che vi accomuna?
Partendo dal presupposto che amiamo ognuna delle canzoni presenti nel disco, scegliamo la title-track del disco, Resti. Per diversi motivi: è l’ultima canzone scritta prima di entrare in studio per le registrazioni, ci dà l’idea di un ponte verso il futuro. Inoltre possiamo dire che riassume bene la tematica che ha permeato il disco, ossia il racconto di sé attraverso le emozioni, le sensazioni. È sicuramente uno degli episodi più intensi.
Siete soddisfatti di questo lavoro o potevate fare qualcosa di più o di diverso?
Siamo più che soddisfatti di quanto abbiamo fatto. Abbiamo impiegato mesi per trovare gli equilibri giusti, abbiamo curato tutta la produzione artistica prima di entrare in studio e, nel momento in cui abbiamo iniziato le registrazioni, eravamo ben consapevoli di cosa voler ottenere. Quando abbiamo sentito il lavoro siamo rimasti entusiasti, il merito va anche ad un professionista serio e qualificato come Francesco Giuliano di Red Box Studios (Succivo – CE), colui che ci ha accompagnato nella realizzazione dell’album.
Prossimi Progetti Musicali?
Nei prossimi mesi proveremo a portare quanto più lontano possibile il nostro lavoro, ma stiamo anche già lavorando a quello che potrebbe portare al secondo disco. Vi invitiamo ovviamente a visitare la nostra pagina Facebook, o il nostro sito www.ilquartoimprevisto.it, per essere aggiornati sul futuro ma anche e soprattutto sul presente.